Il magico itinerario delle Domus pontine
Dalla via Severiana alla Flacca, un percorso tra storia e mistero segnato dalle vestigia delle residenze dei ricchi romani. La villa di Plinio, quella di Nerone e, per chiudere, il suggestivo "resort" sperlongano di Tiberio.
Il marketing turistico, per far risaltare le peculiarità proprie di un territorio che si vuole valorizzare, costruisce itinerari circoscritti che di volta in volta evidenziano o prodotti agricoli/artigianali (vino, formaggi, olio, ceramiche, etc) o monumenti affini come rocche, castelli, luoghi di culto, etc.
Tale necessità, nel Sud-Lazio, invece, è superflua in quanto il Litorale Pontino, sotto il profilo storico, ha un concentrato di siti archeologici rappresentati dalle ‘ domus ‘ degli imperatori e patrizi romani a dir poco sorprendente. Idealmente percorrendo la Via Severiana, voluta da Settimio Severo (193 – 211 d.c.) d’origine africana che ideò la litoranea per congiungere i porti di mare della costa Sud, troviamo all’interno del Parco urbano regionale Pineta di Castelfusano, importanti resti della villa di Plinio dotata di ampio quadriportico, o come da recenti ricerche, attribuita invece all’oratore Ortensio (rivale di Cicerone).
Nella zona di Tor Paterno spiccano i monumentali impianti termali della villa di Commodo, dove l’imperatore si rifugiò nel 189 d.c. per sfuggire dalla peste che infuriava a quel tempo a Roma.
Proseguendo in direzione sud, giunti ad Anzio, situata in splendida posizione che domina il mare, troviamo la villa imperiale del nativo Nerone, su più livelli e dotata di terrazzi, criptoportici ed un’esedra (merita ricordare che da tal sito si rinvennero l’Apollo di Belvedere, il Gladiatore Borghese e la Fanciulla di Anzio), oltre ai resti del porto e vasche. Poco lontano, superato Nettuno, a Torre Astura troviamo ruderi di domus d’età repubblicana costruita in parte sulla terra-ferma e la restante sul mare collegata da un ponte-acquedotto.
Si riconoscono pure delle strutture rettangolari adibite a peschiere e resti del molo a semicerchio. Giunti al Parco Nazionale del Circeo, troviamo i notevoli resti della grandiosa villa di Diocleziano (parte della quale ancora inesplorata) dotata di giardini, ninfei, piscine oltre dell’impianto termale.
Superata Terracina, percorrendo la Flacca (costruita da Lucio Valerio Flacco nel 184 a.c. per congiungere Terracina a Gaeta, in alternativa all’Appia che passava da Fondi, Itri e oltrepassando Gaeta giunge a Formia) caratterizzata da innumerevoli testimonianze romane, giunti a Sperlonga si resta colpiti dal complesso costituito dalla Villa di Tiberio e dalla fascinosa Grotta, triclinio ricavato da un antro marino che con la peschiera e la piscina circolare rendono suggestivo oltremodo il sito. Proseguendo, lungo la litoranea tra Gaeta e Formia, resti di domus sono presenti ed incorporate in altre costruzioni.
E’ meritevole comunque considerare il porticciolo romano di Caposele, dotato di numerosi resti romani tra i quali un importante quadriportico, e la villa Rubino, costruzione moderna che ingloba peraltro cospicue sostruzioni di domus romana su più livelli attribuita a Cicerone.
Quasi a ridosso del confine con la Campania, nel Parco regionale di Gianola, importante villa romana che digrada verso il mare, detta di Mamurra, che presenta analogie con la domus aurea a Roma di Nerone (ninfeo ottagono). Una testimonianza così eloquente di gradimento da parte degli imperatori è di per sé motivo d’orgoglio oltre ad essere garanzia di ‘resort’ di alta qualità ambientale.
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