Esame avvocato: il Ministero annuncia il ritorno alle prove scritte in presenza
Codacons: passo indietro da ogni punto di vista, invece di semplificare il sistema si creano preclusioni soggettive che impediscono a migliaia di candidati di essere sottoposti alle corrette valutazioni. Immediata la nostra richiesta al Ministero della Giustizia: praticantato abilitante per tutti coloro che vogliono esercitare la professione
Cronaca Nazionale: passa il tempo ma il sistema di abilitazione per tutti coloro che desiderano esercitare la professione di avvocato in Italia non solo non migliora ma peggiora anno dopo anno. Il Ministero ha annunciato, dato il termine della pandemia, il ritorno delle 3 prove scritte in presenza per tutti coloro che svolgeranno la prova per l'abilitazione da avvocato per l'anno 2023/24.
Il Codacons si dice ancora una volta estremamente critico verso il sistema che tornerà in vigore, destinato a non premiare per nulla il merito dei singoli candidati, che spesso si vedono bocciati per motivi che nulla hanno a che vedere con le loro capacità (es. la grafia) o, come accade molto spesso, si ritrovano gli elaborati in bianco con una votazione insufficiente senza spiegazione alcuna.
"Un sistema che non premia il merito non può essere ripristinato e preso come modello. Il sistema non funziona, e serve solamente a mettere degli assurdi paletti all'esercizio dell'attività legale che migliaia di candidati chiedono di poter svolgere al meglio delle loro capacità. Non è possibile che moltissime altre professioni siano riuscite ad introdurre la laurea o il praticantato abilitante per la professione ed invece non si riesca a fare per l'avvocatura. Ci vediamo costretti ancora una volta a richiedere al Ministero della Giustizia una presa di coscienza che tuteli tanti giovani all'accesso alla professione di avvocato, giovani bloccati in un limbo privi di ogni tutela." Conclude l'Associazione.
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