Alcolismo e professione winemaker
L'alcolismo con tutti gli aspetti correlati crea molta sensibilità tra i produttori di vino. Sono sotto gli occhi di tutti le varie problematiche legate sia al mondo giovanile sia alle tragedie che succedono sulla strada con conseguenze drammatiche. Diventa difficile però, esprimere le proprie opinioni o trasmettere le proprie esperienze, perché troppo facilmente si viene accusati di demagogia o di voler difendere chi sta dalla parte del torto!
La soluzione a questa piaga sociale, sembra essere affidata a due metodologie un po' diverse tra loro: la prima è la proposta di legge di abbassare il limite per la guida a 0,2 gr/ rispetto agli 0,5 gr/lt e la seconda è rappresentata dallo slogan “chi guida non beve e chi beve non guida”. A noi operatori sorge immediatamente una domanda? Siamo sicuri che questa sia la strada giusta? E' difficile da dire. L'abbassamento del limite a 0,2 sembra richiamare un vecchio stile di far politica e cioè: posso ma non posso o meglio non è vero che non puoi perché un po' puoi. Con lo slogan sopracitato si vuole invece mettere sullo stesso piano l'uso e l'abuso di alcool. Siamo di fronte insomma ad un nuovo proibizionismo. E ancora una volta è con il proibizionismo che si evitano le stragi sulle strade?
Da una lettura degli articoli giornalistici, emerge che il tenore di alcool rilevato su conducenti di veicoli implicati in incidenti stradali, hanno valori ben più alti del limite attualmente in vigore, addirittura di tre – quattro volte. Questo sta a dimostrare che il limite dello 0,5 gr/l è un buon limite e che il problema è legato quindi a chi abusa dell'alcool. Chi va a cena al ristorante o rimane a casa tra amici e beve in maniera consapevole, di solito si avvicina al limite dello 0,5 mantenendo pressoché inalterate le proprie capacità. L'educazione al bere consapevole è il cavallo di battaglia per un paese come l'Italia, che può essere divulgata in primis dai produttori soprattutto le nuove generazioni molto preparate e attente, dalle Associazioni quali AIS, ONAV, FISAR, dai Ristoratori solo per citarne alcuni ed esercitata nelle scuole guida, nei corsi di degustazione o negli stessi locali attraverso un'alta professionalità di chi gestisce la carta dei vini. Mi riferisco alla possibilità di scegliere il vino al calice al ristorante. Uno o due calici di vino (100 ml/calice) permette di bere bene, al giusto prezzo e con risvolti positivi sia per la salute, in quanto è dimostrato che per una persona sana un calice di vino ha più effetti positivi che negativi, sia per la sicurezza propria e delle persone che ci circondano.
Già con il cambio generazionale, i consumi stanno diminuendo in modo sostanziale, e questo dovrebbe essere di buon auspicio per una migliore cultura del bere. Alla cultura dell'educazione non facciamo venir meno il rispetto delle regole e quindi controlli, severità con chi sgarra e soprattutto certezza della pena con annessa maggiore severità per chi risulta recidivo.
Andrea Mattiello
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