TURISMO
Comunicato Stampa

Al via la Festa della Virgen de la Candelaria: il Perù si prepara a mettere in scena uno dei suoi spettacoli più grandiosi

Dall’1 al 15 febbraio le sponde del Lago Titicaca ospiteranno questa sorprendente festività che unisce elementi religiosi e simboli andini.

FotoOgni anno a febbraio, le sponde del Lago Titicaca, il lago navigabile più alto del mondo, sono teatro di una delle feste più vivaci e spettacolari del Perù, la Fiesta de la Virgen de la Candelaria (Festa della Vergine della Candelaria). L’evento è una sorprendente fusione di tradizioni cattoliche e usanze andine legate al culto della Vergine ed è soprattutto grazie a questa manifestazione che la città di Puno, che sorge nell’omonima regione, è considerata la capitale del folklore peruviano.

Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità
Per il suo carattere fortemente tradizionale, la Festa della Vergine della Candelaria oggi è Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità Unesco. La manifestazione include infatti al suo interno una serie di elementi di carattere religioso, festivo e culturale unici nel loro genere ed estremamente importanti.
La celebrazione principale inizia ogni anno a inizio febbraio con una messa all'alba, cui segue un'antica cerimonia di purificazione. La mattina successiva ha luogo la processione religiosa, durante la quale l'immagine della Vergine viene portata lungo le strade, accompagnata da musica e danze tradizionali.

La festa prosegue con due concorsi che attraggono gruppi di ballerini e musicisti provenienti da tutta la regione: gli abitanti delle zone rurali e urbane della regione di Puno sono i protagonisti di questo momento. I costumi finemente elaborati, le diverse danze autoctone e quelle “della luce”, particolare tipologia di danza diffusa nella regione di Puno, l'interpretazione degli uomini e delle donne che assumono i ruoli di contadini, pastori e persino di mitici demoni e angeli biblici e le bande che suonano melodie allegre e incessanti sono uno degli spettacoli più coinvolgenti ed emozionanti del Sud America.

In particolare, la Diablata è una delle massime espressioni del sincretismo religioso andino-cristiano che caratterizza questo evento. Questa danza, che rappresenta la lotta tra il bene e il male, è una delle più affascinanti e rappresentative di questa festa, riunendo centinaia di ballerini e bande musicali che suonano zampogne, tamburi, triangoli e piatti esprimendo al massimo tutta l’energia vitale di questo evento.

Le origini della festività
La festività che celebra la Virgen de la Candelaria - o "Mamacha Candelaria", come viene chiamata a Puno - è stata introdotta in Perù nel XVI secolo quando gli spagnoli conquistarono l’impero degli Incas ed evangelizzarono il territorio predicando la fede cattolica.

Le danze oggi eseguite a Puno hanno pertanto un'origine preispanica, ma durante l'epoca coloniale sono state utilizzate come strumento di evangelizzazione, insieme ad altre manifestazioni religiose e culturali della popolazione locale per venerare le immagini sacre cristiane. Oggi, dopo il sincretismo generato, le danze che fanno apologia alle divinità cristiane e andine sono diventate parte del patrimonio culturale di Puno.

L’edizione 2025
Dall’1 al 15 Febbraio, la città di Puno si prepara ad accogliere migliaia di visitatori nazionali e internazionali con oltre 60.000 ballerini accompagnati da più di 120 bande musicali che parteciperanno al concorso di danze autoctone, riaffermando l'impegno a preservare e condividere le tradizioni di Puno.

In particolare, questa edizione si aprirà il 1° febbraio con il corteo dei cavalli e dei cavalieri, la benedizione delle Candele e il trasferimento della Vergine alla Basilica Minore, cui seguirà il primo concorso di danze autoctone. Domenica 2 febbraio si celebrerà la solenne messa di festa, seguita dalla processione e dal secondo giorno del concorso di danze autoctone, mentre il 9 febbraio si svolgerà il tanto atteso concorso di danze in costumi di luce. Il 10 e 11 febbraio si svolgeranno la parata e la venerazione e dal 12 al 15 febbraio, si vivranno i tradizionali cacharparis, una serie di riti di addio che si svolgono alla fine delle celebrazioni e che rappresentano un momento di commiato e riconoscimento delle divinità e dei santi che hanno protetto e guidato i partecipanti durante le festività.

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