Ogni Bambino Ha Il Suo Capriccio, Ogni Mamma Il Suo Modo Per Gestirlo - Questo è il secondo capitolo dedicato ai capricci
Rieccoci a un nuovo appuntamento sul tema dei capricci. Nell’articolo precedente (che puoi leggere qui) ho parlato dell’importanza di riportare l’attenzione sul bisogno del bambino in modo da non cadere nell’impulsiva percezione di “dispetto”. Abbiamo poi visto i due livelli del capriccio, semplificati nella metafora dell’iceberg. Esiste, quindi, un parte evidente che si esprime attraverso quelle motivazioni che interpretiamo come fattori scatenanti del capriccio stesso, anche quando ci sembrano piuttosto futili per aver suscitato una reazione così intensa. Esiste poi una causa latente, inespressa. Ed è proprio in questa che andremo a ricercare la nostra strategia educativa. Iniziamo!
C’è bambino e bambino!
Tutti i bambini fanno i capricci! Certo, grosso modo è così. Eppure, c’è bambino e bambino, c’è anche mamma e mamma, papà e papà, maestra e maestra… E poi ci sono ancora tutte queste persone nuovamente diverse a seconda del momento che stanno vivendo nella loro vita (nessuno di noi rimane completamente identico a se stesso nel corso del tempo).
Dunque, benché ci siano comportamenti che si manifestano comunemente nei bambini della prima infanzia e che tendono a ridursi con il proseguire nella seconda infanzia, non tutti i bambini li esprimono con la stessa tenacia, intensità e durata. Fattore che ci porta a percepire alcuni bambini come “più facili” (meglio gestibili) e altri come “più difficili” (detto in gergo assai “tecnico”, quelli che ti tirano via anche la pelle!).
I genitori di più figli non di rado pronunciano frasi simili a queste:
- “Il primo non ha mai fatto così.”
- “Meno male che sei nato dopo, se no rimanevi figlio unico.”
- “Dai, fallo tu che se aspetto tuo fratello!”
- Eccetera… eccetera… eccetera…
Per questo, possiamo affermare che l’esprimersi di un capriccio è influenzato anche da queste due variabili:
Il temperamento del bambino. Nel periodo che precede il secondo anno di vita, i bambini hanno già reagito ai primi disagi con intensità differente. Alcuni hanno avuto più difficoltà a consolarsi, rassicurarsi, ritrovare la quiete e intraprendere strategie di autoconsolazione. Inoltre, un’eccessiva frustrazione può essere stata determinata da alcuni disturbi come dermatiti, coliche, pavor notturno, ecc….
La storia familiare e i grossi cambiamenti interiori e di vita degli adulti, di cui parlerò qui sotto.
I condizionamenti esterni
La vita di qualunque bambino è fortemente condizionata dalle situazioni contingenti della sua famiglia. Situazioni come un lutto inaspettato o doloroso, la perdita del lavoro, la separazione e il divorzio, un trasferimento, nuove nascite in famiglia, possono, a diversi livelli, modificare l’atmosfera familiare, la tranquillità, il benessere e l’atteggiamento dei grandi nei confronti dei più piccoli. Per quanto ci si sforzi a rimanere focalizzati sul bambino, vi saranno sempre alcuni atteggiamenti più o meno consci che a lui, in qualche modo, verranno trasmessi (uno sguardo assente, episodi di pianto, litigi tra adulti, una maggiore ansia o apprensione…).
Per questo motivo, se ti trovi ad affrontare una situazione piuttosto critica e sei anche genitore, non cadere nella trappola del “ogni sforzo che faccio lo faccio per lui/lei/loro”. Fallo invece per te! Fai di tutto per ritrovare il tuo equilibrio, il tuo centro, i tuoi obiettivi. I tuoi figli ti verranno dietro e, sentendoti serena/o, lo saranno anche loro.
L’interpretazione di un capriccio alla luce della situazione familiare non deve però farti cadere nell’inganno di questa facile equazione:
SITUAZIONE FAMILIARE = MOTIVO DEL CAPRICCIO
Il contesto di riferimento ti serve per aiutarti a inquadrare meglio la situazioni e per risalire alle ragioni più profonde di una pressante richiesta di attenzione da parte del bambino. Ma, giustificare ogni capriccio con il retroscena familiare (ad esempio: “fa così perché i genitori si stanno separando), non spiega perché, nella medesima situazione, due bambini possono comportarsi in maniera del tutto differente.
Qualunque sia, dunque, il vissuto familiare e scolastico, il focus dovrà rimanere ancorato sul bambino che abbiamo davanti, sulla sua unicità e sul suo bisogno di essere accolto nelle tante sfumature di… bambino!
In tutto questo, il grande sforzo resta nel cercare di “risolvere” anche noi stessi come adulti che hanno vissuto una situazione critica, stanno passando un forte stress, non si aspettavano che fosse così dura la responsabilità genitoriale. Se sai cogliere l’opportunità, per quanto faticoso, tutto questo ti condurrà a intraprendere un grandioso percorso di crescita personale e a diventare la versione migliore di te stesso.
Anche per questo appuntamento è tutto. Come sempre, se hai riflessioni, approfondimenti e domande scrivimi nei commenti e non dimenticare di tornare ancora il prossimo venerdì, sempre qui sul blog, per un nuovo contenuto dedicato ai capricci.