MINERALI e benessere dell’organismo
I sali minerali partecipano a numerosi processi vitali, sia a livello delle cellule che dei tessuti e degli organi, nonostante siano presenti in basse quantità e rappresentino solo il 6,2% del peso corporeo. Essi, infatti, sono coinvolti nella conduzione degli impulsi nervosi, nella contrazione dei muscoli scheletrici e dei muscoli del cuore, nella formazione e nel mantenimento di ossa e denti e nei processi metabolici.
Lo sfruttamento della Terra sta impoverendo sempre di più il suolo dei suoi minerali, e ciò si ripercuote negativamente anche sulla qualità dei vegetali in esso coltivati. L'inquinamento causato dall'eccessivo uso di prodotti chimici aumenta costantemente, e i livelli di nutrienti negli alimenti scendono di pari passo. Il cibo di oggi non è più quello di una volta, e il confronto non viene retto neppure dagli alimenti biologici, sani e naturali.
Negli ultimi 100 anni, la diffusione di monocolture e l'uso di pesticidi e fertilizzanti chimici su larga scala ha impoverito notevolmente il suolo di minerali. Prima, invece, si prestava una maggiore attenzione a una buona pratica agricola prevedendo la rotazione delle colture, utilizzando fertilizzanti naturali come il compost o il letame, e ricorrendo a periodi di riposo per rendere il terreno più fertile e ricco di nutrienti.
La deplezione minerale del suolo è un problema crescente, che è diventato sempre più preoccupante nel corso degli ultimi decenni. Nel Summit della Terra tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992, le Nazioni Unite hanno dichiarato che il crescente calo dei valori dei minerali nel suolo è un problema mondiale. Negli ultimi 100 anni, i livelli di minerali nei terreni agricoli è drasticamente diminuito in media del 72% in Europa, del 76% in Asia, e dell'85% in Nord America.
Secondo uno studio condotto dai ricercatori della University of London’s King College e pubblicato sulla rivista Optimum Nutrition (vol. 19, No. 3, Autunno 2006), tra il 1940 e il 1991, nel Regno Unito la frutta e la verdura hanno perso, in media, tra il 20% e il 60% del loro contenuto di minerali.
MINERALI E SALUTE
Ogni organismo vivente, inclusi batteri, piante, e animali, ha bisogno di minerali per funzionare correttamente. Gli esseri umani necessitano di una vasta gamma di minerali in quantità specifiche. Il problema non è, o non è ancora, la mancanza dei minerali nel terreno, bensì la loro scarsità che aumenta drasticamente giorno dopo giorno.
Possono presentarsi sia allo stato cristallino (come nelle ossa e nei denti) sia in soluzione, nei vari liquidi corporei (intra ed extracellulari) e svolgono molteplici funzioni. Infatti:
• mantengono l'equilibrio acido-base (tutte le reazioni metaboliche avvengono in condizioni ambientali di acidità, basicità o alcalinità);
• regolano l'attività enzimatica;
• intervengono nella costituzione di ormoni, enzimi e vitamine;
• contribuiscono al mantenimento dell'equilibrio idrico;
• regolano le funzioni neuromuscolari;
• intervengono nell'accrescimento, nel ricambio e nel mantenimento dei tessuti e delle strutture corporee.
La carenza di minerali può manifestarsi con alcuni sintomi che, a volte, capita di trascurare e lasciar correre senza dargli la giusta importanza; peraltro, potrebbero essere attribuiti a problematiche generali risolvibili, ad esempio un periodo di stress.
I segnali che dimostrano un apporto insufficiente di minerali sono stanchezza, debolezza, affaticamento, crampi muscolari notturni, vertigini, nausea, mal di testa, alterazioni del ritmo cardiaco, confusione mentale, difficoltà di concentrazione e irritabilità.
I fattori scatenanti di tale carenza potrebbero essere una dieta sbilanciata, un’eccessiva sudorazione, la mancanza di liquidi (ad esempio per vomito o diarrea) ma anche alcune malattie a livello renale o patologie intestinali e, infine, l’uso di alcuni farmaci (soprattutto diuretici).
Tra le altre circostanze a rischio di deficit di più frequente riscontro ci sono:
• la sudorazione intensa, dovuta al caldo, allo sport, a situazioni di iperidrosi ecc.
• le alterazioni del transito intestinale, dovute a gastroenteriti, assunzione di antibiotici o lassativi, malassorbimento ecc.
• le diete restrittive che eliminano intere categorie di alimenti dalla dieta
• i disturbi del comportamento alimentare
• il vomito ripetuto
• lo stress.
Quando l'apporto nutrizionale risulti insufficiente a soddisfare il corretto fabbisogno di minerali, una valida alternativa è rappresentata dagli integratori; inoltre, si ribadisce che potrebbero, a prescindere dalla dieta, verificarsi situazioni che ne richiedono una maggiore assunzione o circostanze che conducono a una perdita significativa di minerali. Gli integratori presenti in commercio sono numerosi e sono reperibili in varie forme, quali compresse, bustine, polveri e soluzioni liquide; la scelta dipende dalle esigenze personali e dalla facilità di assunzione.
Quanto alla composizione degli integratori di minerali, questi ultimi abbracciano un’ampia gamma di elementi, quali, tra gli altri, magnesio, calcio, potassio, sodio, ferro, cloro, iodio e manganese. Ciò detto, è importante sottolineare che integrare minerali attraverso gli integratori deve essere considerato un supporto, non una sostituzione degli elementi naturali che non possono mancare all’interno di un regime alimentare sano. Infine, prima di assumere qualsiasi tipo di integratore, è consigliabile consultare il medico o il farmacista, in modo da operare seguendo le indicazioni fornite sulla base delle proprie condizioni di salute.
ELEMENTI TRACCIA (OLIGOELEMENTI O MICROELEMENTI)
I minerali in traccia sono anche denominati microelementi, oligoelementi o minerali essenziali. Se si hanno carenze di uno o più di questi minerali, la propria salute può essere in grave pericolo. Gli elementi traccia agiscono in sinergia con altri minerali, vitamine, enzimi e amminoacidi in una vasta gamma di reazioni biochimiche.
Sono i minerali che, pur presenti nel nostro organismo solo in piccole quantità o addirittura in minime tracce, svolgono funzioni biologiche importanti. Si possono suddividere in:
• essenziali, la cui carenza compromette funzioni fisiologiche vitali (ferro, rame, zinco, fluoro, iodio, selenio, cromo, cobalto).
• probabilmente essenziali (manganese, silicio, nichel, vanadio).
• potenzialmente tossici, in quanto possono provocare gravi danni all'organismo se presenti ad alte concentrazioni.
FERRO (FE)
L'organismo umano adulto contiene in genere 3.5-4 grammi di ferro così distribuiti: il 65% nell'emoglobina, il 10% nella mioglobina, il 20-25% nel fegato, nella milza e nel midollo osseo.
Un deficit alimentare di ferro incide in primo luogo sulle scorte depositate nel fegato, nella milza e nel midollo osseo: solo successivamente provoca la diminuzione della concentrazione media di emoglobina.
Il ferro che assumiamo è contenuto negli alimenti in due forme distinte: in pesce, carne e alcuni vegetali è presente il ferro emico (più biodisponibile), mentre nelle uova e nei prodotti lattiero caseari si trova il ferro non emico (più difficilmente metabolizzabile).
I valori consigliati di assunzione sono pari a 10 mg al giorno per adulti maschi e anziani e a 18 mg per le donne durante tutto il periodo dell'età fertile.
La carenza di ferro provoca astenia, affaticabilità, facilità a contrarre infezioni e anemia. L'eccesso di ferro provoca invece danni agli organi in cui si accumula.
RAME (CU)
Nell'organismo di un individuo adulto sono presenti circa 100 mg di rame, concentrati soprattutto in fegato, cervello, reni e cuore. Il rame ha un ruolo essenziale nel corretto funzionamento di numerosi enzimi. La quantità di rame assunto con la dieta è generalmente sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero, stimato per l'adulto tra gli 1.5 e i 3 mg. Ne sono particolarmente ricchi legumi, pesci, crostacei, carne, cereali e noci. La carenza di rame può causare demineralizzazione delle ossa e fragilità delle pareti delle arterie, oltre a un'anemia simile a quella provocata dalla carenza di ferro. Al contrario la sindrome da eccesso si manifesta con febbre, nausea, vomito e diarrea.
ZINCO (ZN)
Presente nell'organismo in piccola quantità (in media tra gli 1.4 e i 3 g), lo zinco è un cofattore di numerosi e importanti enzimi. Nel plasma è presente sotto forma di aggregati con varie proteine e aminoacidi. Il fabbisogno giornaliero per l'uomo adulto è di circa 10 mg: la carne bovina ovina, suina, le ostriche, i funghi, il cacao, le noci e il tuorlo d'uovo sono gli alimenti che ne contengono di più. Al contrario frutta, verdura e i cereali contengono fitati e fibra che ne riducono l'assorbimento. I processi di fermentazione, come ad esempio la lievitazione del pane, portano alla degradazione dei fitati, riducendo quindi il rischio di carenza. I valori consigliati di assunzione sono pari a 15 mg per le donne e gli anziani, 18 mg negli uomini adulti e nelle donne durante il periodo di gravidanza e allattamento.
La carenza di zinco può dipendere da insufficiente o cattivo assorbimento (alimentazione parentale prolungata, età avanzata, alcolismo, dieta ricca di cereali e povera di carne) o da un'eccessiva eliminazione urinaria (epatopatia, somministrazione di sostanze chelanti, ecc.). La sintomatologia da carenza di zinco è quanto mai complessa: arresto della crescita, alterazioni della cute, diminuzione della sensibilità gustativa, perdita dell'appetito, lenta cicatrizzazione delle ferite, diminuita e ritardata risposta immunitaria, suscettibilità alle infezioni. Una carenza psrticolarmente forte può causare ipogonadismo e nanismo. Un'assunzione eccessiva di questo minerale provoca invece febbre, nausea, vomito e diarrea.
FLUORO (F)
Il fluoro si trova principalmente nelle ossa e nello smalto dei denti: la sua presenza protegge e previene la carie dentaria. Essendo ubiquitario è difficile registrarne un carenza nell'organismo.
L'acqua costituisce la fonte prevalente di approvvigionamento del fluoro, che è presente anche nel the e nel pesce. Per quanto riguarda l'assunzione giornaliera, si consiglia di non superare i valori di 2.5 mg al giorno per i giovani e i 4 mg per gli adulti. Quantità eccessive possono infatti risultare tossiche, dando origine a fenomeni di alterazioni dentarie (fluorosi). Nei casi più gravi di sindrome da eccesso si possono registrare crisi calcemiche con tetania. Il fluoro è presente in piccole quantità variabili in quasi tutte le acque e i terreni: consulta a proposito il capitolo di EpiCentro dedicato alla fluorazione delle acque e alle problematiche ad essa associate.
IODIO (I)
La maggior parte dello iodio presente nell'organismo umano è localizzata nella tiroide:lo iodio ostituisce infatti l'elemento essenziale per la sintesi della tiroxina, ormone prodotto dalla ghiandola tiroidea. Consulta la sezione dedicata allo iodio.
SELENIO (SE)
Il selenio, pur essendo presente in piccolissima concentrazione nell'organismo (13 mg circa), è un elemento essenziale perché protegge l'integrità delle membrane cellulari. È dimostrato un suo ruolo coenziamtico anche nel metabolismo degli ormoni tiroidei. Il fabbisogno giornaliero di selenio è di 55 μg. Ma l'apporto di selenio varia ampiamente in relazione al contenuto proteico della dieta e il suo assorbimento non dipende solo dalle quantità introdotte, ma anche dalla forma chimica in cui si trova. Non sempre questo elemento è infatti presente in forma biodisponibile. Il contenuto di selenio presente negli alimenti dipende dalla sua presenza nel suolo: la sua presenza nella dieta è quindi variabile da nazione a nazione. L'Italia è una regione selenifera a basso contenuto e quindi l'apporto di questo elemento con la dieta è piuttosto scarso.
Buone fonti alimentari sono comunque in genere le carni, il fegato e i cereali. La sindrome da carenza comporta cardiopatie, ipertensione, anemie emolitiche, cirrosi, neoplasie e sclerosi multipla. Quantità eccessive di selenio possono portare a fenomeni di tossicità che si manifestano con disturbi gastrointestinali e irritazioni polmonari.
CROMO (CR)
Il cromo è un elemento essenziale, in quanto indispensabile per il corretto metabolismo di zuccheri e grassi. Il suo contenuto nell'organismo generalmente non supera i 6 mg e diminuisce nel corso della vita: questo calo progressivo può spiegare la ridotta tolleranza al glucosio che spesso si osserva tra gli anziani. La carenza di cromo genera, infatti, genera intolleranza al glucosio, elevati valori di trigliceridi e di colesterolo. Sono buone fonti alimentari di cromo il lievito di birra, le carni, il formaggio e i cereali integrali; al contrario i vegetali sono generalmente poveri di questo minerale. Il fabbisogno giornaliero di cromo varia tra i 50 e i 200 μg. Un'assunzione eccessiva di cromo causa danni alla pelle e ai reni.
COBALTO (CO)
Il cobalto è un elemento indispensabile come costituente della vitamina B12. L'apporto di questo minerale è dunque strettamente collegato a quello della vitamina. Il fabbisogno è comunque facilmente coperto dalla dieta, essendo molto diffuso nella maggior parte degli alimenti.
MANGANESE (MN)
Il manganese è coinvolto nella costituzione di enzimi coinvolti nel metabolismo di proteine e zuccheri ed è indispensabile per il corretto sviluppo delle ossa. Questo minerale si trova in discrete quantità nei cereali e nelle noci, in quantità minori negli ortaggi, mentre è scarso negli alimenti di origine animale. Il fabbisogno giornaliero varia tra gli 1 e i 10 mg. La carenza di manganese provoca calo di peso e rallentata crescita di barba e capelli; al contrario la sindrome da eccesso comporta crisi ipoglicemiche, ipotensione e anemia ipocromica.
MOLIBDENO (MO)
Nell'organismo umano adulto sono generalmente presenti circa 9 grammi di molibdeno, localizzati soprattutto nel fegato. Il molibdeno aiuta la produzione degli enzimi che portano alla formazione di acido urico. Contenuto nelle frattaglie, nei legumi e nei cereali, solo in casi rarissimi si verificano problemi di carenza. Il fabbisogno giornaliero è tra i 50 e i 100 μg. Alla mancanza di molibdeno è associata irritabilità, tachicardia, cecità notturna, danni cerebrali e in alcuni casi tumori esofagei.
Un'assunzione eccessiva di molibdeno provoca invece aumento della concentrazione ematica e urinaria di acido urico, oltre a carenza di rame.
SILICIO (SI)
Presente solo in tracce nell'organismo, serve per la sintesi di collagene e tessuto connettivo, oltre a essere un costituente importante del tessuto osteoide. Il fabbisogno giornaliero è 20-50 mg. Non si conoscono sintomi da carenza nell'uomo, mentre è noto che la prolungata esposizione a elevate concentrazioni di silicio provoca la silicosi, malattia polmonare.
NICHEL (NI)
Attiva alcuni enzimi e facilita l'assorbimento del ferro presente negli alimenti. Il fabbisogno è sempre coperto dalla dieta e non si riscontrano sindromi da carenza.
CADMIO (CD)
Può sostituire lo zinco nella carbossipeptidasi conservandone l'attività e può attivare alcuni enzimi. È introdotto con numerosi alimenti e non si riscontrano patologie legate alla sua carenza.
VANADIO (V)
Ha un ruolo importante nella pompa sodio-potassio e nella produzione di altri enzimi coinvolti nel metabolismo dei principi nutritivi, degli ormoni e del tessuto osseo. La sua essenzialità è dimostrata per gli organismi inferiori, ma non ancora per quelli superiori. Il fabbisogno giornaliero è 10-20 μg.
COSA SUCCEDE QUANDO I LIVELLI DI MINERALI SONO BASSI?
Quando si ha una carenza di uno o più minerali, il corpo può iniziare a mostrare diversi sintomi e segni in base al nutriente mancante. Per esempio, una insufficienza di magnesio può causare costipazione, ansia, depressione e disturbi del sonno. Lo zinco è di vitale importanza per il corretto funzionamento del sistema immunitario, per cui una carenza di zinco è generalmente associata a un aumento di malanni di stagione, raffreddori e influenza nonché problemi a pelle, capelli e unghie. Il selenio è importante per la salute cardiovascolare e per migliorare la fertilità, soprattutto maschile. Anche i minerali necessari in quantità molto basse, come il rame, sono fondamentali dato che una carenza di rame può portare a irregolarità nel battito del cuore o a problemi cardiaci ancora più gravi.
Secondo il chimico Linus Carl Pauling (vincitore di ben due premi Nobel), esiste un collegamento tra ogni malattia o disturbo e una insufficienza di uno o più minerali.
COME RENDERE LA PROPRIA DIETA RICCA DI MINERALI
In un mondo ideale, sarebbe possibile ottenere tutti i minerali dal cibo. Purtroppo, come già anticipato precedentemente, il suolo viene costantemente impoverito delle sue risorse, e sempre più zone della Terra risultano meno dense di minerali. Se si percepiscono sintomi dovuti a una carenza di sali minerali, oltre a consumare alimenti più genuini, quindi meno prodotti preconfezionati, si potrebbe avere la necessità di ricorrere a integratori alimentari.
Quando si parla di integratori però bisogna fare attenzione perché non tutti sono uguali, e soprattutto perché vanno presi solo se veramente necessario. Questo significa che bisogna rivolgersi al proprio medico che, in base alle necessità e ai problemi del paziente, può consigliare delle analisi e dei test, e quindi l'integratore più adatto alla situazione. Inoltre, a volte, non è detto che il multivitaminico o multiminerale acquistabile tranquillamente in farmacia riesca a soddisfare appieno le proprie esigenze a livello di minerali. Un altro importante aspetto da tenere in considerazione è che esiste una grande differenza tra minerali organici e minerali inorganici.
DIFFERENZA TRA MINERALI ORGANICI E MINERALI INORGANICI
Brevemente, i minerali organici sono presenti in natura nelle piante, le quali dovrebbero estrarre dal terreno circa 70-80 minerali inorganici (non assimilabili dall'essere umano) trasformandoli in organici (assimilabili dall'essere umano). Nel momento in cui un animale o un essere umano mangia la pianta, tali minerali organici vengono assorbiti dal suo organismo. Anche quando si mangia la carne degli animali, che a loro volta hanno assimilato i minerali dai vegetali, si ottengono ovviamente minerali organici.
Inutile dire che è meglio assumere i minerali direttamente dalla fonte primaria, ovvero quella vegetale. I multivitaminici e gli integratori di sali minerali hanno spesso al loro interno minerali inorganici, che non sono biodisponibili e non possono essere assorbiti dall'organismo umano. Tali minerali dovrebbero essere convertiti in sostanze organiche per essere assimilati, ma solo i vegetali possono operare questa trasformazione grazie alla fotosintesi, e quindi grazie all'energia solare e all'anidride carbonica.
È chiaro che il miglior modo per assumere i minerali organici è attraverso il consumo di una grande varietà di vegetali. I vegetali più ricchi di minerali risultano essere senza dubbio i germogli, le alghe, la frutta e la verdura di stagione, preferibilmente crude. Nel caso in cui si verifica una carenza di minerali, è consigliabile ricorrere agli integratori di minerali organici.
I MIGLIORI INTEGRATORI DI MINERALI ORGANICI
Gli integratori a base di alghe potrebbero essere una buona soluzione, ma è sempre meglio introdurre le alghe nella propria dieta. Tra i migliori integratori naturali di minerali organici troviamo gli acidi fulvici e umici, sostanze che si formano con il decadimento di materiali organici, vegetali e animali, presenti nel terreno.
ACIDO UMICO: PROPRIETÀ E BENEFICI
Gli acidi umici sono sostanze molto potenti che conservano i minerali organici e gli oligoelementi provenienti da frutta, verdura nonché alghe che si sono decomposte nel corso di milioni di anni. Non possono essere riprodotti chimicamente, e sono velocemente assorbiti dal corpo. A livello cellulare, l'acido umico contribuisce a proteggere le cellule dagli attacchi di virus e tossine, riducendo l'infiammazione e contrastando la crescita delle cellule maligne. Nello stomaco, gli acidi umici aiutano a metabolizzare gli alimenti e contrastano l'azione di batteri e tossine, migliorando il funzionamento del sistema immunitario.
Varie ricerche hanno individuato alcuni dei potenziali benefici dell'acido umico:
♦ Combatte il cancro (Yuan, Shenyuan; Fulvic Acid, 4 1988; Application of Fulvic acid and its derivatives in the fields of agriculture and medicine; First Edition: June 1993)
♦ Contrasta il tumore alla tiroide: (He, Shenyi, et al; Humic acid in Jiangxi Province, 1 (1982))
♦ Migliora il sonno: (Bingwen Su, Jiangxi Humic Acid, 3 (1985))
♦ Combatte i virus: (Klocking and Sprosig, 1972, 1975; Thiel et al., (1977))
♦ Protegge dalle malattie oculari (legate principalmente ai virus): (Guofan, Tang, Jiangxi Humic Acid, 3 (1984))
ACIDO FULVICO: PORPRIETÀ E BENEFICI
Come gli acidi umici, anche gli acidi fulvici si formano durante il lungo processo di umificazione dei prodotti organici come la frutta, la verdura, le piante, le alghe e altri esseri viventi. A livello cellulare, l'acido fulvico aiuta a rendere le membrane più permeabili e migliora il trasportano dei nutrienti alle cellule. L'acido fulvico si lega all'acqua (a seconda della purezza e della concentrazione dell'acido) e migliora il naturale processo di disintossicazione del corpo.
Secondo la ricerca, l'acido umico apporta i seguenti benefici:
♦ Migliora il sistema immunitario (Jingrong Chen et al, Jiangxi Humic Acid, 2 (1984))
♦ Può ridurre i dolori: (Yuan, Shenyuan; et al; Application of Fulvic acid and its derivatives in the fields of agriculture and medicine; First Edition: June 1993)
♦ Diminuisce i danni causati dai radicali liberi: (Fitoterapia, Volume LXVI, No 4, 1995, pg. 328)
♦ Può fermare le infezioni al colon: (Yuan, Shenyuan; Fulvic Acid, 4 1988; in Application of Fulvic acid and its derivatives in the fields of agriculture and medicine; First Edition: June 1993)
INTEGRATORI DI ACIDI UMICI E ACIDI FULVICI
In italia non abbiamo molta scelta in fatto di integratori alimentari di acidi fulvici e umici. Questi acidi si trovano soprattutto nei fertilizzanti per migliorare le condizioni del suolo in cui coltivare le piante. Si potrebbero per esempio usare tali fertilizzanti, optando per scelte naturali come la leonardite, per rendere più ricco il terreno in cui far crescere i propri vegetali, che avranno così un apporto di minerali naturalmente più elevato. Se invece si decide di acquistare delle supplementazioni alimentari, ricordiamo che bisogna sempre chiedere prima il parere del proprio medico.
Fonti:
• https://www.piuvivi.com/salute/acido-fulvico-umico-proprieta-benefici.html
• https://www.epicentro.iss.it/sali/oligoelementi
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