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Malattie collegate con l’acidosi – Parte 2

Nel diabete tipo 1 esiste una carenza di insulina, che è proprio un ormone alcalinizzante che controlla lo zucchero (acido) del sangue; inoltre il glucosio nel sangue è un acido e viene aumentato da uno stile di vita stressante e da una dieta acida, che possono far sviluppare batteri, lieviti ed ulteriori acidi metabolici.

Il diabete è sempre collegato con una bassa energia ed un’elevata acidità, dovuta ad acidi alimentari e metabolici e a una crescita microbica in eccesso.

Lo zucchero non è una fonte di energia, bensì un rifiuto acido prodotto dalla distruzione delle cellule corporee.

Più zucchero o acido mangiamo, più rischiamo un incremento di batteri, lieviti e muffe; le loro tossine sovraccaricano e avvelenano il pancreas, il fegato e le ghiandole surrenali.

Nel diabete tipo 1 esiste una carenza di insulina, che è proprio un ormone alcalinizzante che controlla lo zucchero (acido) del sangue; inoltre il glucosio nel sangue è un acido e viene aumentato da uno stile di vita stressante e da una dieta acida, che possono far sviluppare batteri, lieviti ed ulteriori acidi metabolici.

I diabetici hanno livelli di zucchero nel sangue bassi o normali quando il pH delle urine è alcalino (superiore a 7,2) e livelli elevati quando il pH è basso.

Il diabete tipo 2 è il risultato finale del consumo di enormi quantità di zucchero, di carboidrati raffinati e di proteine animali, specialmente in mancanza di una regolare attività fisica, che potrebbe aiutare a compensare tali comportamenti dietetici.

Per quanto riguarda il colesterolo, esso esiste per aiutarci.

Non è il colesterolo, costituente fondamentale della membrana cellulare e della parte delle arterie, a provocare attacchi cardiaci o ictus; sono gli acidi alimentari, ambientali e metabolici a farlo.

Abbassare il colesterolo con farmaci chimici, senza diminuire l’esposizione agli acidi, è una soluzione disastrosa.

Se il corpo è iperacido, nel senso che ci sono troppi acidi da dover smaltire tramite l’urina, il sudore, le feci e il respiro, l’organismo cerca di preservarsi e, al fine di proteggersi dagli effetti tossici degli acidi, rilascia colesterolo dal fegato per tamponarli.

Il livello di colesterolo e il rischio di infarto cardiaco e di ictus aumentano con l’innalzarsi del livello di acido.

Basta ridurre i cibi acidi e fare quotidianamente attività fisica per ridurre il colesterolo nel sangue.

La causa dell’osteoporosi è il disperato tentativo da parte dell’organismo di neutralizzare gli acidi nel sangue e nei tessuti, utilizzando minerali alcalini che servirebbero a rafforzare la struttura ossea, per proteggersi dall’introduzione di proteine animali.

La perdita di massa ossea è un’inevitabile conseguenza di una dieta e di uno stile di vita acidi.

L’errore più grossolano che oggi si possa compiere per prevenire l’osteoporosi è far mangiare alle persone formaggi e dire loro di bere il latte.

Invece, il latte e i formaggi sono tra le cause principali dell’osteoporosi, perché il calcio in essi contenuto va nel sangue, aumentando la calcemia in modo brusco.

Per tale motivo, l’organismo cercherà di riportare i livelli alla normalità eliminando il calcio in eccesso attraverso l’urina.

Inoltre, il calcio preso dal latte e derivati, che hanno subìto i processi di omogeneizzazione e di pastorizzazione con la conseguente distruzione della struttura cristallina del latte, viene trasformato da organico in inorganico, per cui esso non può essere assorbito dall’intestino e ovviamente non può essere fissato dalle ossa.


Nel frattempo, poiché i latticini sono tra gli alimenti più acidificanti che possiamo ingerire, si attiveranno i sistemi tampone dell’organismo per alcalinizzare il sangue e i tessuti. Risultato: bere latte e mangiare formaggi aggrava l’osteoporosi!

I reni sono responsabili dell’eliminazione degli acidi dal sangue e del ritorno in circolo dell’alcalinità.

Se gli acidi non vengono eliminati dal sangue, si spostano nei tessuti. Uno stile di vita e una dieta acidificante affaticano i reni.

Le cellule tumorali sono collegate con l’acidità; più acidi si hanno nel corpo, più elevato è il rischio di sviluppare tessuto canceroso.

Esse prosperano in un pH acido di 5,5, diventano inattive ad un pH di 7,365 e si trasformano in microzimi o muoiono a pH 8,5 (mentre le cellule sane sopravvivono).

Trattamenti quali interventi chirurgici e la chemioterapia non fanno nulla per sostenere il sistema immunitario o per prevenire l’accumulo di acidi nei tessuti.

Questa è la ragione della presenza di metastasi: nulla viene fatto per cambiare la condizione iniziale, cioè l’acidità.

Per guarire da un tumore, occorre mangiare, bere e anche muoversi e pensare in modi che ristabiliscano l’originario progetto alcalino del corpo.

La dieta che previene tutte le condizioni cancerose è al 100% alcalina, fatta da ortaggi verdi, succo di verdure fresche, olio di oliva, acqua alcalina, integratori alimentari antiossidanti e alcalinizzanti, attività fisica.



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