La stretta di mano: un saluto che parla di noi
La stretta di mano è un gesto che ha oggi valenza di saluto, ringraziamento, accordo o congratulazioni. Si effettua tra due persone che si porgono e si afferrano reciprocamente la mano destra. È un gesto molto antico e comune a numerose culture con possibili varianti.
La stretta di mano è un gesto che ha oggi valenza di saluto, ringraziamento, accordo o congratulazioni. Si effettua tra due persone che si porgono e si afferrano reciprocamente la mano destra. È un gesto molto antico e comune a numerose culture con possibili varianti.
L'origine del gesto risale a più di 5000 anni fa (come confermato anche da geroglifici egizi) esso rappresentava, come ancora oggi, segno di accordo o patti accettati tra uomini. Una forma di contratto controfirmato quindi e rispetto reciproco.
Fu una usanza che si diffuse facilmente per vari motivi storici, fu adottata dagli Assiri a seguito della conquista babilonese, successivamente in Grecia e a Roma era comune salutare stringendosi la mano afferrando l'avambraccio od il polso e stringendo fortemente.
In Nordafrica ancora oggi viene accompagnato dal gesto di portare la mano libera al petto.
A seconda degli usi, la stretta di mano è legata ad obblighi e divieti. Nel mondo occidentale è più frequente tra uomini; in culture che praticano ancora una rigida separazione dei sessi, è proibita o vista con sfavore tra persone di sesso diverso.
Semplificando sui vari significati storici, oggi la stretta di mano rivela molti tratti della nostra personalità e, impostazioni sbagliate, possono dare all'interlocutore una cattiva impressione.
Ma qual'è il modo più consono per dare la mano? Quale sarebbe l'impostazione più giusta per fare una bella figura?
Considerando che ognuno di noi, mediamente nella vita, fa questo gesto per almeno 15.000 volte, sarebbe il caso di farci un po' di attenzione.
Le regole per una stretta perfetta sono le stesse sia per gli uomini che per le donne: si offre all’altro la mano destra, con una stretta bella ferma ma non eccessiva, in un punto che si colloca a metà strada tra noi e chi abbiamo di fronte. Il palmo deve essere asciutto e fresco e le mani strette si devono scuotere 3 volte per un tempo non superiore ai due o tre secondi. Ci si deve guardare negli occhi, sorridendo in modo spontaneo e con una forma di saluto o presentazione consona alla situazione.
Sembrerà banale ma ai vertici inglesi della Chevrolet, hanno inserito un corso specifico sulla corretta stretta di mano nel programma formativo dei propri agenti di vendita. La stessa casa automobilistica ha dichiarato:
«La stretta di mano non è solo una forma di saluto rituale, ma anche un modo per concludere gli affari: è importante che il nostro staff sia capace di farlo nel modo migliore per trasmettere fiducia e rassicurazione ai clienti» tanta è la loro convinzione che hanno addirittura sponsorizzato uno studio su questo argomento condotta da Geoffrey Beattie, responsabile del corso di Scienze Psicologiche all’Università di Manchester.
Il ricercatore inglese, nella sua ricerca, ha approfondito l'argomento a tal punto che ha addirittura sviluppato una formula matematica per il calcolo della perfetta stretta di mano. La funzione è esposta qui sotto e le variamili sono di seguito esplicate.
(e) è il contatto visivo (1=nessuno; 5=diretto; 5=risposta migliore)
(ve) è l’approccio verbale (1=totalmente inappropriato; 5=del tutto appropriato; 5=risposta migliore)
(d) è il sorriso di Duchenne – sorridere con gli occhi e la bocca in modo simmetrico (1=sorriso falso; 5= sorriso di Duchenne; 5=risposta migliore)
(cg) indica la completezza della stretta (1=del tutto incompleta; 5=stretta piena; 5=risposta migliore)
(dr) è la secchezza della mano (1= mano spugnata alla Fantozzi; 5= mano asciutta; 4=risposta migliore)
(s) misura la forza della stretta (1= debole; 5=forte; 3=risposta migliore)
(p) è la posizione della mano: (1=eccessivamente trattenuta verso se stessi; 5= spavaldamente protesa verso l’interlocutore; 3=risposta migliore)
(vi) indica il vigore (1=troppo alto/troppo basso; 5=giusto vigore; 3=risposta migliore)
(t) è la temperatura delle mani (1= troppo calda/fredda; 5= giusta; 3=risposta migliore)
(te) misura la consistenza della mano (1=troppo grande/piccolo; 5= giusta; 3=risposta migliore)
(c) indica il controllo del gesto (1=basso; 5=alto; 3=risposta migliore)
(du) è la durata della stretta (1= breve; 5=lunga; 3=risposta migliore)
In una intervista lo stesso Beattie afferma: «La stretta di mano è uno degli elementi cruciali nei rapporti interpersonali e nella formazione della prima impressione su qualcuno. Rivela rapidamente aspetti importanti sulla personalità di chi abbiamo di fronte: se è troppo soft indica insicurezza, mentre una stretta troppo breve può essere indice di arroganza»
Quindi se date la mano a qualcuno e guardate altrove dicendo fesserie, con una mano fredda, sudata e molliccia, difficilmente trasmetterete al vostro interlocutore una buona impressione di voi ed altrettanto difficilmente potrede rimediare, poi, a quel primordiale imprinting comunicato con la prima stretta di mano.
Una recente ricerca di un équipe di psicologi dell'Università dell'Alabama, capitanata dallo psicologo William Chaplin ha studiato in modo sistematico quest'azione; facendo delle interessanti scoperte. Innanzitutto, è stato appurato che il modo di dare la mano è stabile nel tempo ed è indipendente dalla persona che incontriamo (perciò è prettamente legato alla propria personalità). Gli studiosi hanno quindi osservato che una stretta energica e calorosa è tipica degli individui estroversi e di chi è molto espressivo; nelle donne, inoltre, è associata anche ad apertura mentale e curiosità. Al contrario, chi è timido o ha un temperamento ansioso e instabile da la mano in modo esitante, maldestro e la sua stretta, risulta piuttosto moscia.
I significati emotivi:
Lo stato delle mani riflettono quindi molto il nostro stato emotivo:
- quando suda (se questo avviene non a causa di una elevata temperatura esterna), denota esclusivamente uno stress emotivo.
- quando il palmo è più o meno bagnato denota il proprio stato di ansia è legato quindi alla capacità di essere più o meno a proprio agio e disinvolti nei rapporti umani.
- quando la mano è asciutta denota socievolezza negli uomini (ma non sempre nelle donne).
- quando la mano è fredda e umida denota un temperamento introverso, depressione e tendenza a sviluppare comportamenti nevrotici (questo lo si osserva soprattutto nelle donne). Quando è un uomo ad avere l'estremità superiore fredda non è improbabile che sia un individuo inibito e particolarmente apprensivo.
Va però precisato che il gentil sesso ha una circolazione periferica molto meno efficiente di quella degli uomini, quindi è piuttosto frequente trovare una donna con la mano fredda più per problemi fisiologici che per problemi nervosi.
Anche l'intensità della forza impressa alla stretta è legato alla personalità.
- quando la stretta è salda e decisa denota una personalità dominante, sicura di sé e razionale;
- quando la stretta è eccessiva è segno di un carattere aggressivo ed esibizionista.
- quando la stretta è molle e fiacca segna personalità schiva, timida, depressa e diffidente. (si è appurato che un progressivo declino nell'intensità della stretta è legato ad un peggioramento dello stato malinconico).
Sarà infine chiaro che la boiata della formula matematica è di sicuro un vettore pubblicitario del ricercatore inglese che gli sarà servito per far parlare di sè. A voi di certo non servirà il calcolatore scientifico per misurare la vostra stretta ed il vostro portamento, ma di sicuro fare un po' di attenzione ad una persona che ci si presenta davanti, non guasta di sicuro!
Dimenticavo, visto che vi trovate nella discussione, provate pure a ricordare l'altrui nome (cosa non sempre scontata), potrebbe farvi comodo durante la conversazione, non credete? Un caloroso saluto.