Il “mea culpa” della chiesa cattolica
la pedofilia nel salento una riflessione
KGC fr.Vincenzo Felice Mirizio
Commendatore Cavalieri del Tempio San Giovanni Battista – Terra del Salento
Commander Scottish Knights Templar (Scozia)
Membro della Society for the Study of the Crusades and the Latin East – New York
Hanno rotto con Cristo coloro che cercano la giustizia nell’applicare la legge. Sono caduti dalla grazia (Gal5,4-5)
Un punto di riflessione personale
Il boom sul grave disagio ecclesiale, emerso a causa della pedofilia clericale,si è rilevato, agli occhi della società moderna e garantista, come la peste del 20esimo secolo,ritorcendosi come un boomerang per il “fondamento pietrino”,o per meglio specificare per gli alti ecclesiastici della Chiesa di Roma. Purtroppo dalla drammaticità dei tam-tam quotidiani emersi dal rullio dell’assalto mediatico, e non solo, il vaso di Pandora, che per moltissimo tempo ha tenuto ermeticamente chiuso la consapevolezza dell’omertà, ha sconvolto la Chiesa da millenni concepita, da noi cattolici, “Santa”,con il suo pontefice modello inespugnabile di moralità e di guida per i fedeli è divenuto il capro espiatore di ogni tipo di attacco da ogni parte del mondo laicale mondiale, congiuntamente alle tantissime manifestazioni di protesta organizzate per dar voce e sensibilizzare l’opinione pubblica.
Come cattolico sento il dovere di riflettere coerentemente su quanto sta accadendo, soprattutto per ricercare con meditata attenzione le motivazioni che hanno indotto le alte sfere di Santa Roma Chiesa ad assumere per un lungo periodo la denigrante “oscurità” nel serbare i comportamenti dei singoli presbiteri, non più degni di essere fedeli servitori di Cristo. Dunque la diffusione della pedofilia nella Chiesa, in maniera così altisonante in ogni capo del Mondo, ci ricorda la “peste del trecento” la quale con la sua rapida diffusione non risparmiò alcun lembo di terra; tra le tante teorie per debellarla ci fu il movimento dei Flagellanti,che oggi non rappresenterebbe più la panacea per risollevare le sorti della decadenza morale della stessa Chiesa.
In un primo momento, la grave situazione perpetuata in questi anni ha evidenziato una chiara divisione all’interno degli Alti Prelati nel merito, ed in particolar modo di chi voleva “coprire” il fenomeno a differenza di chi invece voleva affrontarlo pubblicamente, con le dovute conseguenze affinchè il colpevole “ abusatore” fosse giudicato non solo dalla Legge Canonica,ma anche dai tribunali di stato. La netta prevalenza dei primi ha condizionato non solo il nascondere la verità ai propri fedeli,ma soprattutto la paura di perdere la concezione idealizzata del proprio fondamento nell’affrontare la reale situazione di un gruppo di peccatori che rimarranno tali pur inginocchiandosi innanzi al Santissimo. Lo stesso Gesù in terra non accettava di essere denominato “buono”, come ci insegna la catechesi,e gli stessi Padri della Chiesa, nei loro scritti, identificano la comunità cristiana come “Casta et Meretrix”.
I tanti casi emersi di pedofilia devono, senza dubbio, essere letti come la realtà li presenta, per cui la Chiesa in questo periodo non può ergersi come dispensatrice della morale,quando l’ interno delle sue gerarchie si è resa complice di una cultura omertosa, per proteggere i propri “pilastri” ha favorito la sua stessa delegittimazione, nel momento in cui la verità rilevava la complicità della stessa per aver tutelato la propria immagine a discapito dei denuncianti riportando in seguito la condanna dei sacerdoti pedofili nella cosidetta “tolleranza zero”. Questo passaggio, per alcuni “obbligato”, per la Chiesa non è sufficiente per farsi riconoscere ferita e pentita per quanto è accaduto, quando la parola delle vittime chiede all’unanimità di conoscere il perché, è stato volutamente nascosto dagli Alti Prelati. L’effetto di questa verità insabbiata in questi anni ha innescato lo squallido “chiacchericcio mediatico”, rivelatore delle tantissime denunce, spesso arricchite dal sapore giornalistico,turbando profondamente la santità della Chiesa di Cristo, giungendo perfino a delegittimare “il sigillo pontificio” innanzi all’impossibilità di deviare le scomode verità.
L’azione anti-pedofilia, messa in campo dalla Santa Sede, conferma la volontà di porre i giusti rimedi solo quando le mura leonine hanno subito lo scossone di una certa entità, tanto da mettere in crisi la credibilità del mondo dei cattolici,registrando nel suo interno molte defezioni ed allontanamenti dal valore spirituale. Appare evidente che la Chiesa non può rimanere prigioniera del suo stesso passato,ma deve dimostrare una tangibile fermezza il suo coraggio contro l’omertà, al fine di evitare il perpetuarsi di tali episodi che incidono nelle coscienze dei cattolici come in un profondo vuoto spirituale concepito dal tradimento forviato da presbiteri in un misto di fede e vergogna.
Il grave bersaglio rimane l’omosessualità,che secondo la stessa Chiesa di Roma, è la base della pedofilia,ma obiettivamente bisogna considerare che non esistono mezzi per smascherare i predestinati verso questa parafilia, evitandone di conseguenza la loro entratura in seminario. Al di là di ogni possibile appiglio,occorre evidenziare che il problema dei comportamenti sessuali del clero è strutturato nella concezione millenaria della Chiesa,in quanto viene considerato non emendabile per non inficiare il magistero. L’obbligo del celibato nei presbiteri dovrebbe invece essere considerato con maggiore attenzione nel corso della valutazione formativa, per meglio asserire il grado di maturità dei preposti nell’ assumere la guida spirituale della comunità dei fedeli. Ulteriore passaggio sta nel fatto che i laici debbono acquisire la giusta coscienza del proprio partecipare al mondo della chiesa, senza per questo assoggetarsi al sacerdote,in quanto egli non rappresenta il potere religioso,ma è il servo del Logos di Dio. Gli scritti del Vaticano II sono purtroppo tutt’ora inabissati, unitamente ai suoi tanti insegnamenti riportati nella “Lumen Gentium” che però non hanno ancora oggi trovato l’emblema dei suoi riferimenti ecclesiastici…probabilmente dimenticati in questo frangente!
Un grosso errore lo commettiamo quando pensiamo che l’antitodo verso questo fenomeno ripudiante dovrà essere fornito dal solo pontefice,invece dobbiamo tutti fondere il proprio impegno affinchè il risultato sia ottenuto su più fronti nel raggiungere la vetta della verità. Nascondere consapevolmente la verità, come è stato dimostrato, non è stata una buona scelta di campo, direbbero i politici,in quanto l’uomo del nuovo sapere sull’onta dell’ideologia illuminista non subisce, come in passato, le austerità del prepotente, come la storia della stessa chiesa ci ha dimostrato nel periodo del potere temporale. Purtroppo quello che siamo costretti a vedere, da cattolici e non solo è che la Chiesa giocando in difesa sul grave fenomeno del clero pedofilo non è stata capace di accorgersi del cattivo insegnamento offerto deliberatamente ai suoi fedeli, giungendo a minare i pilastri del popolo di Dio.
“Ho visto l’afflizione del mio popolo in Egitto,ho ascoltato il suo clamore contri suoi oppressori e conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo e condurlo in una terra buona e spaziosa (Esodo 3,7-8)
Lo sguardo a livello internazionale si è tramutato nel peggior attacco mediatico verso lo stesso pontefice,ritenuto complice della matrice omertosa verso il clero pedofilo,ma non bisogna omettere per dovere di correttezza la sua denuncia sulla “sporcizia nella chiesa” annunciata dal cardinale nel periodo del pontificato di Giovanni Paolo II,prevedendo allora il grave disagio del momento. Senza dubbio le parole dell’ex Segretario di Stato cardinale, Angelo Sodano, vengono ribattute quando sosteneva la tesi che la Chiesa vive sotto assedio riportandoci all’uguale riferimento ideologico di Pio XII per il silenzio sulla Shoan o di Paolo VI per l’Humanae Vitae”….questi riferimenti non possono essere tralasciati….!!!
La Santa Sede attraverso i suoi emissari coglie ogni occasione favorevole nel denunciare che perdura ancora un forte vento anti-romano che tenta di annientare la forza della Chiesa Cattolica nel Mondo al fine di lenificare le sue dottrine di moralità. L’accurata analisi dell’alto prelato cardinale Karl Lehmann (già arcivescovo di Magonza [R+C]), afferma che il male pedofilia presente nel clero non è inferiore a quello presente in altre categorie sociali.Senza dubbio la giustizia dei tribunali di stato sarà più affidabile di quella della Santa Romana Chiesa, sempre oscillante tra durezza e paterna comprensione. La stessa Chiesa assume un comportamento diverso di fronte alla pedofilia, e la stessa “Teologia della Liberazione”, è stata tollerante nel nascondere la verità,ma allo stesso tempo con estrema durezza non ha esitato a condannare con misure repressive un nuovo modo di organizzare i ministeri e celebrare la liturgia. La pedofilia viene considerata dalla Chiesa come un peccato e non come un delitto,in quanto il peccato può rimanere occulto nel segreto della confessione,invece il delitto rappresenta un crimine e deve essere giudicato innanzi al tribunale dello stato. Dunque esiste un duplice modello di Chiesa in balia di giustizia,la prima cerca la giustizia nel compimento fedele del canone e della struttura gerarchica della Chiesa; la seconda invece cerca la giustizia con atteggiamento critico di fronte alla legge. Tutto questa abbraccia apparentemente il nuovo sistema di comprendere la Teologia o meglio la Teologia della Liberazione, già riportata precedentemente. Secondo i grandi pensatori la Chiesa, nel cercare la difesa assoluta, “ ha rotto con Cristo ed è caduta in disgrazia” , la pedofilia rappresenta proprio il grave segno della disgrazia.
La Chiesa gerarchica tacendo l’atroce verità al fine di salvare il suo credo e il suo dogma, è divenuta complice nell’aggressione contro le vittime dell’abusatore, peccando di ipocrisia e mancanza di solidarietà. Come palesemente dimostrato, la stessa Chiesa nascondeva i presbiteri accusati di pedofilia trasferendoli in centri di riabilitazione, per poi ubicarli in nuove parrocchie,per non denigrare il proprio prestigio. Alle tantissime accuse rivolte,la Chiesa rispondeva che erano gratuite accuse diffamatorie contro il clero e i fondamenti del credo cristiano, passando da carnefice a vittima ,il tutto al fine di tutelare i suoi presbiteri poichè la pedofilia è considerata causa di un problema “personale” . L’autocritica dell’arcivescovo Mark Coleridge (Canberra) riconosce pubblicamente la fermezza morale della Chiesa in tema del corpo e della sessualità, assumendo uno “stile jansenista” favorendo nei seminaristi una “immaturità istituzionalizzata”,che oltre a tendere all’omertà favorirebbe l’ipocrisia del trionfo.
Il pesante linciaggio morale del pontefice, richiamato più volte in questo periodo, e le tante indifferenze emerse da molti cattolici, infliggono un grave vuoto nella credibilità dei fedeli per l’omertà voluta al fine di rendere la Chiesa trionfale e sacra. I predetti della “Madonna di Fatima” riportano il grave disagio che la Chiesa vive in questo periodo,ma non sono stati mai pubblicati integralmente omettendo parte del terzo segreto,contro la volontà di papa Giovanni Paolo II. Come già riportato, la grave denuncia della famosa via Crucis del 2005 rappresenterebbe un “testamento a quattro mani” di Wojtyla e Ratzinger, con il quale svelarono la parte censurata del segreto di Fatima .
In conclusione,San Leone Magno dice: “Riconosci,o cristiano,la tua dignità” ,(che molti presbiteri dovrebbero leggere nell’ufficio di letture del breviario quale esercizio di pietà) e su questo ogni cristiano deve ritrovare la propria dignità senza tacere affinchè i “lupi” assumendo la vocazione di uomini timorati di Dio non colpiscano l’esile innocenza dei piccoli fedeli,ribadendo che il gregge a loro affidato non è vessatorio,ma liberazione del suo insegnamento (..di Dio) nei grandi pascoli verdi con un sole raggiante e non coperto da opulenze e torbide omertà. Purtroppo per noi anche nel nostro basso Salento si è registrato un altro “bubbone”,e speriamo che questo…. ci faccia riflettere profondamente nel considerare seriamente l’ invito alla catarsi di tutti i credenti della Chiesa di Cristo. Pur considerando le gravi ripercussioni all’interno e all’esterno della comunità salentina, che pur facendo monito delle parole del pontefice nella sua lettera pastorale contro la pedofilia clericale, oggi è solo un “leggero palliativo” per lenire le gravi ferite aperte nel mondo cattolico, per questo da fedeli cattolici confidiamo che i Vescovi italiani diano maggiore visibilità sui “tanti oscuri nascondigli” perpetuati nelle loro comunità presbiteriane evitando il trincerarsi dietro le mura dell’omertà.