Gli oli essenziali racchiudono la parte curativa della pianta: l’anima
Un uso corretto degli oli essenziali, che racchiudono in sé tutta la carica energetica e vibrazionale della pianta, può davvero fare la differenza nelle problematiche quotidiane e come supporto per il trattamento di molti disturbi.
Al giorno d'oggi sono poche le persone che, attraversando un prato ricco di erbe selvatiche, sanno riconoscerle o che ne conoscono i principi curativi.
Eppure, benché non ne siamo più coscienti, passeggiare in un campo è come attraversare una farmacia, perché nel "cuore" di ogni pianta si celano dei principi curativi essenziali. Lo sapevano bene gli antichi che, fin dalla notte dei tempi, hanno utilizzato le sostanze estratte dalle piante e i loro aromi per scopi religiosi, medicinali e cosmetici. Ogni volta che schiacciando una foglia, il petalo di un fiore o una goccia di resina si sprigiona un profumo, abbiamo, infatti, liberato un olio essenziale. La stessa parola profumo deriva dal latino per (attraverso) efumum (fumo) cioè "attraverso il fumo", a indicare la pratica di aspirare i fumi prodotti dalla combustione di piante aromatiche per scacciare gli spiriti maligni dal corpo dei malati: la più antica forma di aromaterapia.
CENNI DI STORIA
Grandi esperti di oli essenziali erano gli antichi Egizi, che se ne servivano sia per le proprietà medicinali sia per l’imbalsamazione e anche per le cure cosmetiche. Usanze che i Greci fecero proprie, come dimostrano le numerose ricette di aromi medicinali incise sulle tavolette ritrovate nei templi di Esculapio. In seguito, questa conoscenza passò ai Romani, che si specializzarono nella preparazione di oli per la salute e la bellezza del corpo e nella profumazione di bagni, abiti e arredi.
La grande svolta nella preparazione delle essenze avvenne quando l’alchimista arabo Avicenna scoprì il metodo della distillazione degli oli e delle acque floreali. I primi a essere estratti furono l’ olio e l'acqua di rose che, riportati in patria dai crociati di ritorno dalla Terrasanta, permisero di introdurre anche in Europa il nuovo metodo di estrazione.
Il termine olio essenziale risale comunque a Paracelso, medico e alchimista rinascimentale, in riferimento al concetto di "quintessenza" intesa come "anima della pianta", la sua componente più sottile e purificata. Per Paracelso, eliminando la materia più densa, la distillazione libera l'informazione energetica contenuta nella pianta, il suo schema e la sua "intelligenza". L'olio che se ne ricava è dunque un olio "essenziale", capace di raggiungere la parte analoga dell'uomo, la sua anima e lo schema energetico che sostiene il suo corpo.
Il termine aromaterapia fu invece coniato all'inizio degli anni '20 da René Maurice Gattefossé, un chimico francese che studiando le applicazioni cosmetiche degli oli essenziali verificò gli effetti sorprendenti dell'olio di lavanda sulle ustioni.
Grande sostenitore dell'aromaterapia e promotore degli studi sugli oli essenziali fu il medico francese Jean Valnet, che durante la Seconda guerra mondiale usava le essenze per curare le ferite dei soldati e che pubblicò uno dei primi e più completi testi dove descriveva gli usi e le proprietà degli oli essenziali.
VIAGGIO AL CENTRO DEL CERVELLO
Collocata al centro del cervello e ben protetta c'è l'ipofisi, la più importante delle ghiandole endocrine. Vera e propria "centralina di comando", l'ipofisi governa tutto il sistema neuro-endocrino del nostro organismo inviando "comandi" ormonali che attivano il corretto funzionamento della tiroide, delle surrenali e delle gonadi (testicoli e ovaie). In più, regola la crescita delle ossa, il metabolismo proteico delle cellule, la produzione di latte e controlla l'equilibrio idrico del corpo.
Questo formidabile cardine della salute è però sensibile alle fluttuazioni emotive e ambientali, a causa delle sue connessioni con una parte importante del cervello antico, l'ipotalamo, che, essendo a sua volta collegato al sistema limbico, la zona del cervello che governa l'emotività, i circuiti della memoria e le funzioni vegetative, è sensibile alle variazioni d'umore. In quanto "punto di connessione" tra ipofisi e sistema limbico, l'ipotalamo rappresenta una chiave di volta psicosomatica, capace di tradurre le informazioni provenienti dal corpo, dalla mente e dal mondo esterno nella corrispondente risposta corporea.
L'OLFATTO CI COLLEGA ALL'ISTINTO
Tra tutti i sensi, l'olfatto occupa un posto particolare nella storia dello sviluppo umano, perché è l'unico senso in gran parte inconscio. La maggior parte delle fibre nervose che costituiscono le vie olfattive, infatti, si collegano direttamente con le parti più antiche del sistema nervoso centrale, e cioè con l'ipotalamo e con il sistema limbico. Solo una piccola parte delle informazioni olfattive raggiunge le zone superiori della corteccia cerebrale, quelle preposte all'elaborazione cosciente delle informazioni, il che spiega perché la nostra percezione degli odori sia così vistosamente limitata rispetto a quella di animali meno evoluti di noi.
La stretta connessione nervosa tra strutture olfattive e cervello antico spiega anche la frequenza dei fenomeni riflessi scatenati dalle sensazioni olfattive a carico dell'apparato digerente, circolatorio, respiratorio e genitale, nonché l'importanza dell'olfatto nell'origine e nella risoluzione delle problematiche psicosomatiche.
CON GLI AROMI PREVIENI E CURI
Proprio dalle scoperte più recenti sulla specificità dei recettori olfattivi e sul funzionamento del sistema olfattivo, che nel 2004 sono valse il premio Nobel per la Medicina a Linda B. Buck e Richard Axel, arrivano le conferme sul potere evocativo delle percezioni olfattive e sulle loro connessioni con i percorsi cerebrali della memoria. Nel farci ricordare momenti, situazioni e stati d'animo, un profumo o un odore può diventare la chiave per accedere, attraverso la memoria olfattiva, a ciò che è sedimentato nel nostro inconscio e può diventare lo strumento per migliorare il nostro benessere psicofisico attraverso l'olfatto.
Tutti noi, infatti, abbiamo una memoria olfattiva che risale all'infanzia e a cui si associano gli stati d'animo che stavamo vivendo nel momento in cui quell'odore permeava l'ambiente. Più antiche sono le memorie olfattive, più profonde sono le emozioni che risvegliano. In questo senso gli oli essenziali, con il loro aroma potente e le loro caratteristiche terapeutiche, sono lo strumento più adatto per intervenire a livello preventivo e curativo sia per riequilibrare il peso delle memorie olfattive antiche sia per correggere gli stati di malessere attuali.
Stimolando il cervello con un aroma scelto ad hoc, le terminazioni nervose poste nel naso inviano un messaggio al sistema limbico (che presiede alla memoria e alle emozioni) e poi all'ipotalamo, che regola il sistema ormonale. Da qui deriva, a cascata, l'effetto che alcune essenze producono sul sistema psicosomatico e sulle alterazioni dell'umore dovute a stress, depressione e nervosismo.
MA CHE COS'È UN OLIO ESSENZIALE?
È una sostanza volatile, fortemente odorosa che si distilla o si spreme da foglie, fiori, frutti o anche dallo stelo e dalle radici di una pianta. L’olio estratto, da solo o mescolato ad altri, viene utilizzato per le fumigazioni, per fare massaggi, per inalazioni, informa di creme, fanghi, impacchi, pediluvi...
Insomma, è così che le essenze sono divenute una realtà dei trattamenti naturali deputati a esercitare effetti che vanno da quello antiflogistico a quello antibiotico, da quello antispastico a quello rilassante o, in molti casi, hanno semplicemente la finalità di rivitalizzare l'organismo.
Una loro applicazione originale è in cucina, dove si possono usare per rendere più gustosi i piatti, eliminando condimenti a volte pesanti e quasi sempre ipercalorici. Ma non solo. Al loro utilizzo nell'ambito della medicina naturale spesso si associa quello di sostanze deputate alla "cura" naturale della casa, per rimuovere gli odori, per esempio, o lo sporco, per disinfettare e profumare gli ambienti...
Ogni olio essenziale ha molteplici virtù e applicazioni, tanto che l'aromaterapia, che insegna il loro impiego, è divenuta, nell'ambito del mondo naturale, una disciplina articolata e ricca di un fascino sottile. D'altro canto il profumo è un estratto volatile, raggiunge terminazioni nervose olfattive assai sensibili e delicate, che afferiscono direttamente al cervello, quindi capaci di portare in maniera immediata e profonda (basta un'inalazione) un messaggio, racchiuso in poche molecole, là dove il nostro organismo si ricrea a ogni istante.
Un aroma essenziale, quindi, è in grado di giungere al centro di noi stessi: impariamo a conoscerli e usarli correttamente, ne trarremo grandissimi benefici.
LA NATURA ESSENZIALE DEGLI OLI: UN CONDENSATO DI LUCE E CALORE
La formazione degli aromi delle piante non può avvenire senza l’azione della luce e del calore del sole e proprio con le parole “sole” e “calore” possiamo indicare il lato fondamentale nella formazione degli oli essenziali. Questi si formano in particolare nelle piante dotate di fiore: il profumo si espande dal fiore nell’ambiente 2 circostante e funge da richiamo per gli insetti impollinatori.
A livello del fiore la pianta sembra andare oltre la sua natura vegetale, per collegarsi con il mondo degli insetti, in pratica, con il mondo animale: E’ soprattutto in questa sfera che troviamo gli oli essenziali. Essi si formano la dove, in un certo senso, la pianta va oltre se stessa, aprendosi e comunicando qualcosa all’ambiente che la circonda.
Le caratteristiche degli oli ne rivelano la “natura superiore” essi non hanno legami con la sfera terrestre, nella quale la pianta penetra con le sue radici, né con l’elemento acqua, che riempie di succhi le arti verdi della pianta in quanto non si miscelano con l’acqua.
LE VIE D’ASSORBIMENTO DEGLI OLI ESSENZIALI
Gli oli essenziali presentano tre importanti caratteristiche che determinano le tre peculiari modalità attraverso cui, entrano in rapporto con l’uomo, penetrando nel suo organismo e possono espletare la maggior parte dei loro effetti benefici, non solo a livello fisico, ma anche psicoemotivo.
Sono sostanze volatili, odorose e oleose. La volatilità, ossia la capacità di evaporare e di diffondersi nell'aria, ne permette l’assorbimento attraverso le vie aeree ed i polmoni, poiché si miscelano con l’aria che inspiriamo.
L’odorosità degli oli essenziali rappresenta la loro caratteristica più significativa e consiste nella capacità da parte del nostro olfatto, di rilevarli sensorialmente come odori. La percezione dell’odore dell’olio essenziale è immagazzinata nella memoria come esperienza associata ad eventi. Si pensa che attraverso l’olfatto, gli oli essenziali esercitino la loro azione soprattutto sulla relazione esistente tra gli stati psicoemotivi e il funzionamento degli organi.
L’oleosità di queste sostanze vegetali le rende iposolubili, in pratica, solubili nei grassi, quindi in grado di superare la barriera costituita dalle cellule epidermiche e di venire facilmente assorbite attraverso la pelle.
A queste tre interfacce, vie respiratorie, cavità nasale e pelle, che permettono l’accesso all’organismo, si aggiunge naturalmente una quarta interfaccia, rappresentata dalla via digestiva, attraverso l’assunzione per bocca degli oli essenziali.
Questa modalità è piuttosto delicata, dal momento che, gli oli essenziali, sono sostanze concentrate e potenti e andrebbe scelta solo nei casi strettamente necessari. Infatti, i dosaggi vanno calibrati con cura, per evitare il rischio d’intossicazioni acute o croniche. Si utilizzano per questa via concentrazioni molto basse d’oli essenziali, veicolati in oli, miele o soluzioni alcoliche. Va ricordato inoltre che, l’assunzione per via orale, si devono rigorosamente utilizzare oli essenziali controllati e garantiti, assolutamente scevri da adulterazioni.
Gli oli sono in grado di risolvere ogni tipo di disturbo localizzato in qualunque distretto corporeo, grazie alla loro specifica concentrazione di principi terapeutici che stimolano i naturali processi di autoguarigione.
Tra tutti i rimedi naturali, gli oli essenziali sono i più facili da usare per il trattamento di ogni tipo di disturbo in quanto racchiudono tutte le virtù curative delle piante, con il vantaggio di poter essere utilizzati per via esterna, evitando quindi i rischi di sovradosaggio e intossicazione che con alcune piante dose-dipendenti sono sempre possibili.
La loro azione terapeutica dipende dalle sostanze volatili aromatiche che li caratterizzano, costituite da miscele di più componenti dalla costituzione chimica molto complessa e varia (chemiotipi). Ogni olio essenziale contiene più composti, il che spiega la vasta gamma di disturbi che si possono trattare con una stessa essenza, e rappresenta anche un vantaggio dal punto di vista economico.
Proprio perché sono "farmaci" nel senso stretto della parola, e sono anche molto potenti, gli oli essenziali vanno utilizzati tenendo conto delle loro caratteristiche specifiche.
• Gli oli dalle Ombrellifere (come l'angelica, il finocchio ecc.) condividono con la pianta da cui derivano la caratteristica di essere dose-dipendenti e fotosensibilizzanti, quindi vanno usati con moderazione e non applicati sulla pelle prima di esporsi al sole.
• Tutti gli oli estratti dagli agrumi sono fotosensibilizzanti.
• Alcuni oli, come la salvia, l'angelica o il luppolo, ovvero quelli che hanno titolo ormonale, non vanno usati in gravidanza.
• Esistono poi degli oli che non vanno utilizzati in presenza di patologie particolari a causa del loro spiccato potere stimolante. Un esempio è quello del basilico che, se strofinato a livello del colon per risolvere la pigrizia intestinale, può provocare contrazioni uterine (non va quindi usato in caso di disturbi mestruali).
CONTRO DOLORI, INFEZIONI E INFIAMMAZIONI
Un altro grande campo di applicazione degli oli essenziali è quello riguardante il “pronto soccorso" dei vari tipi di dolori, per i quali l'offerta di essenze è molto ampia. L’efficacia è legata alla prevalenza di componenti che hanno differenti effetti.
• Antalgico: camomilla, chiodi di garofano, gaultheria. ginepro, maggiorana, menta, salvia. Antinfiammatori e antidolorifici, agiscono sulle terminazioni nervose della zona dolente.
• Antiartritico: basilico, eucalipto, issopo, limone maggiorana, salvia. Contrastano sia l'infiammazione locale sia le sue cause remote.
• Antireumatico: garofano, issopo, noce moscata, salvia, timo. Sono antinfettivi, antiflogistici e antidegenerativi.
• Antispasmodico: achillea, angelica, anice verde, basilico, finocchio, issopo, lavanda, menta. Spasmolitici, astringenti, spesso drenanti, eliminano spasmi e tensioni dei diversi apparati che sono alla base del dolore.
• Rilassante: cipresso, gelsomino, geranio, rosa, ylang-ylang. Eliminano i dolori causati da ansia e tensione nervosa.
TIPI DI UTILIZZO ESTERNO - Tecniche e indicazioni
Le possibilità d’utilizzo per via esterna degli oli essenziali sono numerose e diversificate e permettono, data la grande capacità diffusiva degli oli, un buon assorbimento da parte dell’organismo, con minor rischio di effetti indesiderati rispetto all'assunzione per via orale.
IL MASSAGGIO
Gli oli essenziali possono valorizzare e rendere più efficace il massaggio, utilizzato per fini rilassanti, tonificanti o per il benessere di tutto l’organismo. Per il massaggio globale, si utilizzano oli “dermocompatibili” chiamati oli vettori o oli base che fungono da veicolo, evitano i fenomeni irritativi causati dall'applicazione delle essenze pure sulla pelle e permettono un assorbimento più graduale e costante.
A tali oli, sono aggiunti uno o più oli essenziali, con una concentrazione totale dell’1-3%. Ma per essenze molto forti quali chiodi di garofano, timo o cannella, che contengono fenoli o aldeidi dermocaustici, non si deve superare la concentrazione dello 0,5-1%. Con questa concentrazione si ottengono oli da massaggio aromatici ben tollerati e che non risultano irritanti per la pelle.
Gli oli base migliori per veicolare gli oli essenziali attraverso il massaggio sono gli oli vegetali: si tratta di sostanze oleose ottenute dalla spremitura di semi o di frutti ricchi di sostanze grasse. Molti grassi vegetali posseggono proprietà nutritive e curative per la pelle e sono impiegati per la preparazione di prodotti cosmetici. Essi non solo diluiscono e favoriscono l’applicazione e l’assorbimento degli oli essenziali, ma al tempo stesso apportano ulteriori principi attivi utili per la pelle. Tra quelli più consigliati ricordiamo: olio di sesamo, di jojoba, di girasole, di mandorle dolci, di nocciole, di mais, di avocado, di vinaccioli, di germe di grano.
COME SI PREPARANO GLI OLI PER L’AROMASSAGGIO
Gli oli essenziali per il massaggio globale, vanno utilizzati in concentrazione dell’1- 2%, diluiti in oli-base vegetali. Se ne preparerà una quantità paragonabile al contenuto di una bottiglietta da 100 ml, che dovrà essere di vetro scuro, meglio se munita di contagocce. Indicativamente, per ottenere una concentrazione dell’1-2 % andrebbero aggiunte nel flacone da 100 ml, riempito non completamente con uno o più oli vettori, rispettivamente 1 o 2 ml d’olio essenziale (se si utilizzano più oli essenziali questa rappresenta la dose totale, suddivisa tra gli oli di base all’effetto che si vuole ottenere).
In genere non si consiglia di miscelare più di 3-5 oli essenziali. Il flacone pronto va conservato chiuso, lontano da fonti di calore. Esso ha una durata di circa due, tre mesi. Sempre rispettando queste proporzioni 4 si possono preparare flaconi da massaggio aromatizzato più piccoli (50 ml), o, invece più grandi ( 150-200 ml).
Per un massaggio estemporaneo e per coloro che preferiscono preparare al momento la miscela d’oli essenziali per il massaggio queste sono le proporzioni da seguire: a due cucchiai da cucina d’olio vettore aggiungere un totale di 6- 7 gocce di oli essenziali. In 1 ml sono comprese 25-35 gocce essenziale, 30-35 per gli oli più volatili e circa 20-25 per gli oli meno volatili. I valori cambiano secondo il tipo essenziale. Il contagocce “standard” ha un orifizio del diametro esterno di 3 mm. Una goccia corrisponde in medi a 20-30 mg d’olio essenziale. Un cucchiaino da caffè contiene circa 3 ml d’olio; un cucchiaio da minestra circa 9 ml.
IL BAGNO AROMATICO
Il bagno aromatico rappresenta una delle applicazioni più piacevoli e ricercate dell’aromaterapia. Il bagno caldo consiste nell’aggiunta all’acqua del bagno (a temperatura piacevolmente calda, dai 36 ai 39-40° C) di un certo numero di gocce di uno o più oli essenziali. Le dosi possono variare da un minimo di 3-4 gocce ad un massimo di 20 ( mantenersi tra le 5 e le 10 gocce).
La procedura è la seguente: poiché gli oli essenziali sono pressoché insolubili in acqua, vanno in precedenza, emulsionati, con un cucchiaino di miele, oppure due cucchiai di latte o un po’ di sapone liquido, quindi vengono versati nella vasca prima di immergervisi, avendo cura di rimestare l’acqua per facilitare la dispersione dell’olio.
In questo modo si sfruttano più vie d’assorbimento: la via cutanea, attraversata dalle micro goccioline d’olio essenziale disperso nell’acqua, la via respiratoria, attraverso l’inalazione dell’aria e del vapore acqueo che trasporta nelle vie aeree le molecole aromatiche volatili.
E’ possibile anche aromatizzare del sale grosso e preparare sali da bagno profumati con i propri oli essenziali preferiti. Per questo si raccoglie qualche manciata di sale grosso in un contenitore di vetro e vi si versa sopra una ventina di gocce d’olio essenziale, mescolando bene.
LA DOCCIA AROMATICA
Si versano 4-5 gocce d’olio essenziale su un guanto di spugna bagnato e cosparso con un pò di detergente liquido neutro o di bagnoschiuma. Con il guanto si friziona il corpo sotto il getto dell’acqua.
MANILUVI E PEDILUVI
Maniluvi e pediluvi sono consigliati il mattino o la sera, prima di coricarsi e devono comprendere i polsi e le caviglie. In un catino d’acqua calda (contenente circa due litri d’acqua) si versano 5-8 gocce d’olio essenziale (miscelati con un pi di sale o latte) e si agita bene. S’immergono le mani o i piedi e si prolunga l’immersione per 10 minuti, eventualmente aggiungendo ancora un po’ d’acqua calda per mantenere costante la temperatura. Alla fine si possono frizionare mani e piedi con acqua fredda.
Disponendo di un po’ di tempo, si consiglia di avvolgere mani o piedi in un asciugamano asciutto per 5- 10 minuti.
FRIZIONI
Una frizione con oli essenziali su tutto il corpo o su una parte di esso, può svolgere varie funzioni: rinvigorente, tonificante, rilassante ecc.. Alcune gocce d’olio essenziale (4-5) diluite in alcol e versate su un guanto di spugna o un pezzo di cotone idrofilo possono servire per frizionare un’area del corpo in corrispondenza del disturbo da trattare: per esempio il torace in caso di bronchite o tosse, muscoli irrigiditi, cuoio capelluto (forfora caduta di capelli).
Se si immerge un guanto di spugna o un pezzo di cotone idrofilo in un pò di aceto di mele nel quale sono state versate 5-6 gocce d’olio tonificanti o rassodanti, si può effettuare una frizione a livello delle gambe, dei glutei e dell’addome per riattivare la circolazione, rassodare i tessuti e ridurre gli in estetismi della cellulite.
PERCEZIONE OLFATTIVA dell’olio essenziale (inalazione del profumo).
Un elemento molto importante dell’olio essenziale, è il suo profumo, che è percepito dall’olfatto e determina una serie di reazioni psicoemotive. Quando è necessario attivare questo tipo di risposte per avere degli effetti a livello mentale ed emotivo (tonificante, rilassante, ansiolitico, antidepressivo, stimolante) si consiglia di aspirare il profumo dell’olio essenziale.
Questo può avvenire durante il bagno, la doccia aromatica, il massaggio, la diffusione nell’ambiente. E’ possibile però enfatizzare quest’aspetto con alcuni accorgimenti: si possono versare 1-2 gocce dell’olio essenziale scelto, su un fazzoletto da annusare.
SUFFUMIGI
Si tratta di un sistema particolarmente utile in caso di raffreddore, sinusite, influenza, affezioni delle prime vie respiratorie con tosse e catarro, bronchite. Si versa acqua bollente in un catino e si aggiungono 5-8 gocce di uno o più oli ad azione antisettica, balsamica e mucolitica ( le gocce d’olio possono essere prima disciolte in un cucchiaino d’alcol).
Le molecole volatili si liberano nell’aria assieme al vapore acqueo e possono così essere inalate per giungere alle vie respiratorie. Si espone il viso ai vapori ( ad una distanza sufficiente per non scottarsi) coprendo la testa con un asciugamano e respirando i vapori balsamici.
SCIACQUI
Sono indicati alla presenza d’infiammazioni del cavo orale come afte, gengiviti canditosi e della gola. In un bicchiere d’acqua o di tisana, aggiungere 3-4- gocce d’olio essenziale in precedenza miscelato con un pò di miele o con qualche goccia di soluzione di propoli. Per gli sciacqui si sorseggia una piccola quantità di liquido e si trattiene in bocca a contatto con la parte interessata. Si ripete più volte eliminando il liquido dalla bocca dopo uno, due minuti e rinnovando l’operazione.
IRRIGAZIONI INTERNE
Alla presenza d’infiammazioni e infezioni vaginali, è utile praticare delle irrigazioni interne utilizzando 200-300 ml d’acqua bollita cui siano state aggiunte 4-5- gocce di un olio essenziale antisettica ( utilizzate quelli più delicati ed evitare quelli fenolici) e antinfiammatori, mescolando bene.
LA DIFFUSIONE NELL'AMBIENTE
I modi per diffondere gli oli essenziali nell'ambiente sono diversi e andrebbero scelti in base alle necessità. Umidificatori Il metodo più semplice consiste nel versare alcune gocce nella vaschetta d’acqua che è comunemente appesa al calorifero per aumentare il grado d’umidità dell’aria. In questo modo per effetto del calore, l’olio essenziale evaporerà lentamente e potrà diffondersi nell'ambiente. Questo metodo è adatto per diffondere oli molto volatili.
Sembra strano, ma la familiarità e il sapere utilizzare al meglio gli oli permette in cucina l’eliminazione degli odori che si formano dopo aver cucinato piatti, senz’altro buoni, ma un po’ troppo sgradevoli come odore.
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere