Giustizia vuol dire reddito? Quanti si possono permettere Niccolò Ghedini?
Per avere una grande difesa serve un grande difensore. E non puoi chiederti se è un lusso rinunciabile. Vediamo a chi interessa e come fare se non sei Sivlio Berlusconi.
Chiunque di noi ha la percezione chiara che i soldi non fanno la felicità, ma rendono la vita più comoda e con meno difficoltà.
Questo vale chiaramente per tutte le circostanze che possiamo immaginare, e vale anche per la propria difesa processuale.
Certo!
Quando capita di dover tutelarsi in un processo, penale o civile che sia, tutti vorremmo poter pensare che il nostro difensore è il meglio del meglio che possiamo scegliere sulla piazza.
Ma il meglio costa.
Come al momento dell'acquisto di una macchina ci si domanda se una Porsche è alla nostra portata piuttosto che una Yaris, anche per trovare un avvocato dobbiamo fare le medesime valutazioni.
Certo quello che costa di più corre di più, è più sicuro, si corrono meno rischi.
Ma ce lo possiamo permettere?
Molto spesso la risposta è un bel NO!
L'italiano medio ha un reddito poco superiore ai 15.000 in un terzo della penisola. Anzi gli italiani che non arrivano a guadagnare 7.500 euro annui lordi, ricadendo nell'area di totale esenzione e che di conseguenza non pagano un euro di tasse: secondo le denunce dei redditi 2008 sono stati 10 milioni e 300 mila, un quarto dei contribuenti complessivi. Con quel reddito, un sesto degli Italiani non riesce a fare molto.
Del resto, in quei momenti in cui si avverte la necessità di una difesa processuale, non è che poche migliaia di euro in più facciano davvero la differenza.
L'accesso alla difesa richiede infatti quasi sempre l'ausilio di un avvocato iscritto all'ordine e il tentativo di far da sé porta sovente a causar danni per lo più irreparabili.
Di fronte a questa situazione sociale e reddituale italiana sorprende che si parli così poco di come accedere alla giustizia quando si fatica a trovare uno stipendio che ti faccia arrivare a fine mese.
Sembra folle, eppure è la realtà. E ci riguarda da vicino!
In Italia ci sono 5.826.440 processi civili pendenti, 2.842.668 fascicoli nuovi ogni anno e ben 3 milioni 290 mila processi penali pendenti al giugno 2010.
Visto che nel processo civile le parti sono sempre almeno 2 (come si dice, attore e convenuto), un italiano su 3 ha una causa civile in essere, uno su 6 comincerà una causa quest'anno mentre uno su 12 è già imputato in un processo penale in corso.
I numeri sono al loro di minori, over 70 e nuclei familiari, e devono tener conto che la famiglia media è composta di circa 2,5 persone: dicono perciò che ciascuno di noi è già coinvolto in un processo civile e che quasi una famiglia su 5 ha un possibile imputato in salotto.
La questione è perciò attualissima e, come accade spesso nel territorio della Repubblica, del tutto ignorata dai media benpensanti e dalle istituzioni.
Al Sud il reddito del contribuente medio è di € 15.052 (dati 2009 su anno d'imposta 2008) mentre nelle isole svetta a ben 15.433 euro. Regioni note per le loro difficoltà vedono le condizioni reddituali scendere ancora con esempi quali la Calabria, con un imponibile medio a soli € 13.470, od il Molise con € 14.270.
In queste condizioni la scelta del legale per il familiare indagato, od il cugino costituito nel processo civile, non è certo basata sulla qualità che si vuole acquistare sul mercato dei servizi legali, ma solo sul minimo che si può trovare al discount dell'avvocatura.
Eppure la Costituzione dice una cosa diversa.
I nostri padri costituenti avevano ben chiara la necessità, che consegue al rendere effettiva la democrazia repubblicana, di garantire a ciascuno la possibilità di proteggere i propri diritti ricorrendo alla giustizia.
E la benzina che fa muovere la difesa processuale di ciascun interessato è la capacità di sostenere il proprio avvocato. La costituzione prevede così all'art. 24 che il carburante lo mette lo Stato per tutti coloro che non potrebbero trovarlo con i propri mezzi.
Si chiama Gratuito Patrocinio o, tecnicamente, Patrocinio a Spese dello Stato.
Oggi, la repubblica Italiana, in coerenza anche a quanto previsto agli altri paesi comunitari, prevede che il pagamento dell'avvocato è assicurato a chi non ha il reddito per permetterselo, individuando tale condizione nell'esistenza di un reddito inferiore ad € 10.628,16.
Infatti la soglia per il pagamento a carico dello Stato dell'avvocato è superiore a quel reddito che non viene raggiunto da oltre un sesto degli italiani, o è appena superiore al reddito medio dei 2 milioni di calabresi.
Ma nessuno ne parla.
Pare perciò giusto squarciare questo velo di indifferenza benpensante ricordando a tutti ad alta voce che la giustizia è davvero accessibile a tutti, senza corsie di serie B o discount con prodotti in scadenza: quei sette o, forse, otto milioni di italiani a reddito sotto la media, che domattina dovranno fare i conti con la necessità di difendersi nel processo, possono scegliersi il legale che più gli aggrada, quello più bravo, quello più aggressivo o zelante, privi del timore di non poterselo permettere.
Il messaggio è quindi: se puoi avere la tua fuoriserie legale, non accontentarti di un'utilitaria scassata. Anche tu puoi permetterti un alter ego di Niccolò Ghedini.
Scegli l'avvocato migliore, perchè la Tua difesa conta e ne hai diritto.
Almeno questo siamo a riusciti ad ottenerlo in Italia. Ma non ne parlavamo.
Ora non più.
VioleT O'Neill
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