SALUTE e MEDICINA
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COME AGISCE LA MAGNETOTERAPIA

La Magnetoterapia può essere applicata in modo mirato, concentrando l'applicazione su particolari distretti anatomici. La prima modalità è applicata in caso di patologie localizzate, dovute a trauma, sovraccarico, degenerazione, e nel caso della stimolazione della guarigione di fratture...e non solo!

La magnetoterapia s’inserisce nell’ambito della terapia fisica utilizzando campi magnetici pulsati a bassa frequenza e a bassa intensità; si avvale dell’azione di un campo magnetico indotto dalla corrente elettrica che percorre una bobina (diffusore).
Si ritiene che il principio fondamentale attraverso cui la magnetoterapia esplica gli effetti terapeutici sia quello di riportare ordine in un settore presumibilmente in disordine magnetico. Ciò avverrebbe per un’azione diretta o indiretta su alcune importanti componenti dell’organismo quali:
• le endorfine e derivati, modulatori della sensibilità dolorifica (effetto analgesico);
• le sostanze diamagnetiche (ossigeno, idrogeno, radicali liberi, enzimi) ritenute in grado di condizionare quasi tutte le reazioni che si svolgono nell’organismo (effetto regolatore);
• la membrana cellulare, la cui permeabilità, se alterata, non riesce a controllare la pompa del sodio con conseguente edema cellulare (effetto anti-edemigeno e anti-infiammatorio);
• i sistemi orto e parasimpatico che, stimolati a seconda della qualità, intensità e durata del campo magnetico, possono indurre risposte locali (midollare della surrenale) e generali (catecolamine circolanti) diverse.

A seconda della prevalente stimolazione orto e parasimpatica, vengono influenzati i recettori alfa o beta ed i vari metabolismi (glucidico, protidico e lipidico).

La magnetoterapia esplica inoltre un’azione che favorisce i processi riparativi dei tessuti e stimola le difese naturali organiche.

Sulla base degli effetti biologici, l’azione terapeutica dei campi magnetici può essere sintetizzata in due punti di attacco principali:
• antiflogistica e anti edemigena;
• stimolante i processi di riparazione tessutale.

La patologia dell’apparato muscolo-scheletrico rappresenta il campo di applicazione più specifico della magnetoterapia; in particolare quella post-traumatica risponde in modo eccellente a questo tipo di trattamento.

Tutti gli eventi traumatici, dal piccolo trauma distorsivo alla grave frattura, possono trarre vantaggio
da questa terapia con tempi di guarigione a volte clamorosi.
Anche la patologia ossea trattata con la magnetoterapia ha mostrato processi riparativi e tempi di recupero più brevi.
Per spiegare il più rapido processo di guarigione delle fratture, ostectomie correttive, scollamento a endoprotesi, etc. indotto dalla magnetoterapia, sono state prospettate alcune ipotesi.

Si può dire che la magnetoterapia ha effetti biologici tali da:
• indurre un effetto piezoelettrico nelle strutture connettivali (collagene) scompaginate dalla discontinuità ossea;
• determinare l’orientamento strutturale del collagene e dell’osso neoformato e favorire il processo di deposizione calcica con conseguente miglioramento qualitativo del callo osseo;
• aumentare il flusso sanguigno e la pressione di ossigeno locale (ipervascolarizzazione);
• migliorarne il processo riparativo dei tessuti molli (connettivi ed epiteli di rivestimento);
• influenzare poco o nulla la temperatura dei tessuti, cosa che costituisce un fattore importantissimo nel trattamento di soggetti con impianti metallici,

Si può affermare pertanto che la magnetoterapia, sfruttando le basse frequenze, può rappresentare una metodica terapeutica di prima scelta specie nella patologia flogistica, traumatica e degenerativa dell’apparato osteo-articolare e muscolo-tendineo, Essa consente di centrare dei risultati che altri tipi di terapia, sia fisica che farmacologica, hanno mancato.

MEZZI CHE AGISCONO CON PRODUZIONE CAMPI MAGNETICI
Fin dall’antichità sono noti gli effetti dei magneti naturali ed altrettanto antichi sono i tentativi empirici di usarli in medicina. In realtà, solo in questi ultimi decenni si sono intrapresi studi sistematici dei fenomeni legati all’interazione tra campi magnetici e tessuti biologici, e si è tentato un idoneo approccio biofisico al problema.
Nei paesi occidentali si sono formate due scuole, una americana ed una europea, cui fanno capo due diverse metodologie.
I sistema americano (studiato da Basset) utilizza impulsi magnetici al fine di ottenere forze elettromotrici indotte in prossimità di segmenti ossei sedi di frattura.
Gli induttori devono essere posizionati in modo che si abbia una somma di effetti tra la componente piezoelettrica propria dell’osso e le correnti indotte.
In definitiva, si viene a provocare una sorta di elettroterapia profonda ottenuta senza inserire aghi od elettrodi, come era già stato preconizzato da Autori francesi, che può agire, in particolare, nelle pseudoartrosi.
Il sistema europeo impegna invece campi magnetici in quanto tali, sfruttando il concatenamento tra la linea di forza del campo magnetico esterno e quelle delle componenti microscopiche, interne alle strutture biologiche, sia a livello ionico che cellulare.

APPARECCHIATURE
A parte quelle proposte da Basset che hanno una specifica indicazione (ritardi di consolidamento, pseudoartrosi) e che godono di un vasto supporto scientifico e clinico, pur suscitando perplessità per le modalità terapeutiche (applicazioni di 8 ore al giorno per almeno 5 mesi), a noi interessano principalmente le attrezzature più diffuse nel nostro paese.
Senza considerare magneti permanenti (fissati a braccialetti o sotto forma di cerotti acquistabili nei grandi magazzini), che non hanno nessuna base sperimentale e clinica, abbiamo attualmente a disposizione due tipi di apparecchi:
• Apparecchi produttori di campi magnetici a bassa frequenza, indotti da correnti di tipo sinusoidale o impulsata.
• Apparecchi di elettromagnetoterapia ad alta frequenza.

Svariate sono le forme (elettrodi a contatto, bobine fisse e mobili, schede prefissate, etc.) e diverse le teorie sui meccanismi di azione (orientamento molecolare, modificazioni della permeabilità molecolare,etc.); basandoci sull’esperienza clinica nostra e di altre Scuole, e su alcune ricerche sperimentali di Marinozzi e Coll., possiamo così tratteggiare le attuali indicazioni:
• osteoporosi,
• coxoatrosi,
• herpes zoster,
• spondiloartrite anchilopoietica,
• edemi post-traumatici,
• psoriasi,
• ulcere da decubito,
• broncopneumopatie croniche,
• neuropatie periferiche.
Il tempo di applicazione non dovrebbe essere inferiore ai 30’ sino ad arrivare anche a durate molto lunghe.
Le controindicazioni sono limitate ai portatori di pacemaker ed ai versamenti ematici.
La magnetoterapia è una forma di fisioterapia che utilizza l’energia elettromagnetica, stimolando la rigenerazione dei tessuti.

APPLICAZIONI TIPICHE
• Il risanamento di fratture ossee.
• La cura di ulcere cutanee di origine vascolare (nei diabetici) o da decubito.
• Il recupero anatomico e funzionale di nervi lesi.
• La riduzione di cicatrici cutanee deturpanti.
• Potenzia le difese dell’organismo con la ripolarizzazione elettrica delle cellule.
• Produce un’azione antistress, rigenera le cellule lese migliorando la cinetica enzimatica e ripolarizzando le membrane cellulari,
• Straordinari effetti della magnetoterapia sono stati riscontrati nel trattamento di contusioni, distorsioni articolari e in tuffi i traumi muscolo-articolari.
• La magnetoterapia, agendo sui radicali liberi, sugli oligoelementi e sulle sostanze ferromagnetiche dell’ambiente intracellulare, risulta essere d’importanza fondamentale per l’equilibrio omeostatico della cellula.
• Attività antiinfiammatoria.
• Effetto proliferativo fisiologico.
• Stimolazione del sistema reticolo-endoteliale.
• Migliorata reologia del flusso capillare.
• Attivazione dei processi enzimatici.
• Attivazione degli scambi metabolici e delle funzioni della membrana cellulare.
La magnetoterapia promuove una accelerazione di tutti i fenomeni riparatori con netta azione biorigenerante, anti-infiammatoria, antiedemigena, antalgica senza effetti i collaterali.

COME AGISCE LA MAGNETOTERAPIA
La cellula è racchiusa da una membrana che:
• regola i rapporti tra compartimenti,
• regola gli scambi,
• aderisce ad altre cellule,
• è la sede della specificità immunologica,
• partecipa ai movimenti ed alla divisione (mitosi),
• reagisce agli stimoli meccanici, chimici ed elettrici.
La membrana protegge la cellula e regola e funzioni di assorbimento, escrezione e riconoscimento cellulare; permette la selettività nei confronti della permeabilità e della diffusibilità; con gli enzimi di superficie partecipa ai processi metabolici.
La magnetoterapia è in grado di influenzare i vari processi che regolano le funzioni vitali della membrana cellulare, che controllano ciò che viene introdotto nella cellula e che producono sostanze adatte a combattere tutto ciò che non sia compatibile.
L’effetto dei campi magnetici sugli organismi si svolge a livello di regolazione neuro-vegetativa e metabolica cellulare.
I biopolimeri e le membrane cellulari sono in pratica delle ‘minuscole batterie” di cui è stato possibile misurare la tensione erogata, più precisamente nelle cellule nervose sane si misura tra il nucleo interno e la membrana esterna una differenza di potenziale di 90 millivolt, nelle altre cellule questa tensione si aggira intorno ai 70 millivolt.
Quando la tensione all’interno delle cellule tende a scaricarsi, l’organismo ne avverte le conseguenze sotto forma di processi infiammatori, dolori alle ossa, alle articolazioni, alla schiena, ferite che non rimarginano.
Quando queste cellule si ammalano, per un’infezione o un trauma o una qualsiasi altra causa, perdono la loro riserva di energia, quindi una cellula che se sana dovrebbe avere una tensione di 70 millivolt, ammalata misura soltanto 50/55 millivolt; quando questa tensione scende al di sotto di 30 millivolt si ha la necrosi, cioè la morte della cellula.
Lo scopo della magnetoterapia è quello di ricarioare e rigenerare le cellule prive di energia vitale.

INDICAZIONI GENERALI
• AZIONE RIFLESSA anti-infiammatoria, scompensi organici, infiammazioni in genere.
• AZIONE LOCALE antiedemigena, vasodilatatoria, antidolorifica.
• BIOSTIMOLANTE processi ripartivi, fratture, piaghe, decubiti.
• BIOENERGETICA problemi cronici, artrosi, osteoporosi.
• ORTOPEDIA artrite, artrosi, osteoporosi, dorsalgie, lombalgie, sciatiche, affaticamento muscolare, tendinite, protesi articolari, distorsioni, osteoporosi, coxoartrosi, spondiloatrite anchilopoietica, lussazioni, fratture.
• FLEBOLOGIA crampi, vene varicose, disturbi della circolazione periferica, flebiti, varici arteriopatie.
• ANDROLOGIA impotenza, infiammazioni genitali, prostatite.
• TERAPIE DEL DOLORE sintomi dolorosi in genere.
• REUMATOLOGIA reumatismi, artrite reumatica, artrite reumatoide, gotta, artrite psoriasica.
• DERMATOLOGIA affezioni cutanee, acne, dermatiti, dermatosi, ustioni, eczemi, herpes zoster, abrasioni, scottature da calore, acidi, sostanze chimiche, cicatrici, rughe facciali.

INFLUENZE BIOENERGETICHE DEI CAMPI MAGNETICI
Le onde elettromagnetiche favoriscono:
• aumento del flusso ematico periferico
• risoluzione dello spasmo muscolare
• accelerazione della trasmissione dello stimolo nervoso

Conseguentemente si avrà:
• azione antiedemigena ed antiflogistica
• neuro regolazione per azione su ipotalamo, surrenali, fegato e milza.
• un effetto antidolorifico e anti-infiammatorio ed un’azione sui radicali liberi,
• un benessere più marcato nel tempo e un’azione biologica più duratura.

Effetti sul sistema nervoso centrale-periferico
• Aumento degli scambi ionici a livello della membrana cellulare
• Aumento dell’ampiezza del tracciato elettroencefalografico
• Stabilizzazione di membrana con fenomeni di iper polarizzazione legati all’influenza sulla pompa sodio/potassio e sugli scambi ionici
• Normalizzazione della conducibilità elettrica
• Effetto antalgico
• Aumento del rendimento mentale e della performance individuale
• Azione di neuro regolazione a livello del diencefalo, della sostanza reticolare, dell’ipotalamo, del surrene, del fegato e della milza.

Effetti sul tessuto osseo
I campi magnetici pulsati migliorano l’osteogenesi:
• azione a livello della membrana degli osteoblasti ed effetto piezoelettrico dell’osso,
• stimola la produzione e deposizione del collagene con conseguente maggior ordinamento ed orientamento strutturale,
• aumento dell’irrorazione vascolare (ipervascolarizzazione).

Il deficit di ossigeno è un fattore altamente indiziato nell’eziopatogenesi della pseudoartrosi,
• aumento della mineralizzazione e riattivazione delle cellule in quiescenza,
• effeff o organizzativo,
• aumento della resistenza ossea,
• aumento dell’attività elettrica (di natura elettrochimica) nel focolaio della frattura,

E’ infatti dimostrato che sulla membrana cellulare un segnale elettromagnetico provoca la riattivazione delle cellule mesenchimali del periostio associato ad una inibizione locale del paratormone.

Effetti sull’apparato digerente
• Importanti gli stessi effetti sulla membrana cellulare e sul sistema neurovegetativo descritto in precedenza.
• Regolazione della motilità.

Azione anti-invecchiamento tessutale
Apporto cariche negative:
• azione sul collagene,
• vasodilatazione,
• miglioramento del metabolismo della cute e del connettivo,

Effetti sull’infiammazione
• Effetto antiedemigeno.
• Effetto sulla pompa sodio/potassio.
• Modificazione della permeabilità di membrana.
• Risoluzione dell’edema intrassonico.
• Attività batteriostatica,
• Risoluzione dello spasmo muscolare.
• Azione antalgica.
• Effetto sulla neuro regolazione ormonale, anche localmente.
• Accelerazione dei processi di guarigione dei tessuti molli.
• Normalizzazione della differenza di potenziale tra regione lesa della membrana cellulare e regione normale (vi è uno squilibrio di potenziale in molte patologie).

Effetti sul sangue
• Diffusione ioni (principio di Lorenz).
• Effetto Hall (su cariche in movimento).
• Nel caso di flusso variabile pulsante (come quello arterioso) il campo elettromagnetico è in grado di influenzare la patologia circolatoria,
• Diminuzione dell’aggregazione nei confronti delle emazie e delle piastrine.
• Apertura degli sfinteri precapillari con meccanismo d’azione anche neurormonale.
• Modificazioni ultrastrutturali delle pareti capillari.
• Modificazioni fisico-chimiche del sangue.
• Diminuzione della V.E.S., delle a2 globuline e delle mucoproteine.
• Accentuazione dei dolori ischemici all’inizio.
• Nel caso di lesioni trofiche si ottengono sia effetti biomagnetici, con maggiore utilizzazione dell’ossigeno, che aumento degli effetti bioelettrici con incremento della proliferazione fisiologica per effetto piezoelettrico.
• Stimolazione del sistema reticolo-endoteliale e quindi delle difese dell’organismo.
• Aumento del flusso ematico periferico ed aumento della velocità di scorrimento del sangue.
• Aumento delle immunoglobuline-g e leucocitosi.
• Diminuzione della glicemia (soprattutto negli iperglicemici), aumento specifico delle sgot, effetto regolatore per la azotemia.
• Nessuna variazione è stata dimostrata negli elettroliti plasmatici.
Effetti sulle affezioni dei vasi sanguigni, flebologia
La flebologia studia la gamma delle malattie delle vene, in particolare quelle sotto forma di fenomeni infiammatori, cambiamenti dei vasi sanguigni causati da debolezza congenita dei tessuti, sovrappeso, gravidanza, incidenti e lesioni.
Nei casi più gravi è necessario l’intervento del flebologo.
Queste alterazioni possono essere le conseguenze dell’abuso di medicamenti, nicotina o da un’alimentazione sbagliata carente da un punto di vista vitaminico.
Per quanto riguarda le arterie si tratta di restringimenti causati dall’arteriosclerosi.

Ne consegue un’irrorazione sanguigna insufficiente che causa dolore e mancanza di rifornimento d’ossigeno verso la circolazione periferica: gambe e braccia.

In alcuni casi il paziente è costretto a dormire in posizione seduta per l’intolleranza al dolore. Nei casi gravi inoltre si possono manifestare ulcere epidermiche con infezione della pelle e dei muscoli, sino alle torme di atrofia (in modo particolare alle gambe).

Questi gravi fenomeni circolatori prendono il nome di flebite e possono richiedere l’intervento chirurgico con amputazione degli arti. Possono ancora manifestarsi:
• trombosi;
• embolie polmonari;
• embolie cardiache;
• embolie dell’intestino causando danni irreversibili e talora la morte.

Un’altra forma di affezioni circolatorie a carattere arterioso sono le Sindromi di Raynaud (arteriopatie periferiche funzionali), caratterizzate da un fatto spastico delle arteriole, in particolar modo delle dita, naso e lingua.
La manifestazione visiva è pallore e talvolta cianosi intermittente del tessuto cutanee. Principalmente ne sono affette le giovani donne e le cause sono da ricercarsi nelle malattie del tessuto connettivo, nelle lesioni neurogene, intossicazione da farmaci e talvolta in traumi. Nei casi avanzati la cute delle dita diventa liscia, lucida e tirata con perdita del tessuto sottocutaneo; sulla punta possono apparire piccole ulcere dolorose.

Effetti sulle patologie ginecologiche
Le malattie della ginecologia comprendono i cambiamenti patologici del:
• seno
• utero
• tube ovariche
• ovaie
• vagina
• vescica
• vie urinarie
Per queste malattie è sempre necessario il controllo specialistico ginecologico. La donna giovane soffre spesso di disturbi legati a questi organi. Infatti quando queste forme di sofferenza sono trascurate diventano croniche, con conseguenze spesso letali. Un’infiammazione del collo uterino o della vagina può rendere estremamente doloroso il contatto sessuale (in taluni casi persino impossibile) causando quindi altri problemi.

La magnetoterapia ha fornito risultati sorprendenti in abbinamento con altre terapie. Problemi di sovrappeso e di obesità sono spesso causati da una regolazione errata del sistema ormonale. Per i disturbi sopracitati e per quelli derivanti dalla post-menopausa, la magnetoterapia è oltremodo favorevole; i casi trattati comprendono tutte le età con particolare attenzione alle forme di logorio nervoso post-climaterio ed alcuni casi di cisti ovariche.
In una casistica così delicata si tratta infatti di rifornire un apparato responsabile della genesi della vita di quella energia necessaria per la sua sopravvivenza.

Effetti sulle patologie dermatologiche
La dermatologia è un campo di applicazione in cui la magnetoterapia da risultati sorprendenti.
• Eczemi di tipo allergico.
• Ulcere varicose.
• Psoriasi.
• Herpes Zoster
• Piaghe di origine circolatoria e da decubito.
• Scottature da calore, acidi, sostanze chimiche.

L’effetto sulle patologie dermatologiche si ha per l’azione repentina svolta sull’apparato immunitario e sulla granulazione dell’interruzione cutanea.

La magnetoterapia stimola fortemente tale apparato favorendo la mediazione chimica. Poiché queste forme sono da imputarsi a sindromi di immunodeficienza, provoca una ristabilizzazione di questo sistema contro le cause scatenanti.



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