Alla scoperta dei riti della Settimana Santa in provincia di Ragusa (Sicilia)
Come base una antica dimora aristocratica restaurata da poco, la Moresca di Marina di Ragusa. Partire alla scoperta di antichi riti e tradizioni in una provincia meravigliosa con un libro in mano ...
Che il vocabolo “Pasqua" derivi dall'ebraico pesah lo sappiamo da tempo però, non siamo perfettamente sicuri che la sua traduzione significhi “passaggio” però … qui in Sicilia sembra proprio che il tempo si sia fermato e che le tradizioni proseguano il suo ripetersi. Non mi capita sovente di passare un pomeriggio a sfogliare libri però quando capita sono felice e poi, questo pomeriggio ho avuto modo di trascorrerlo sia ciaccolando con Guido Schembari che mi raccontava i ricordi d’infanzia intrisi di queste feste che sfogliando libri di fotografie di Giuseppe Leone che invece raccontava quando iniziò a scattare le foto di queste antiche feste che ora, sono libri preziosi da collezionare. Siamo qui seduti nel salotto de La Moresca, l’albergo di Marina di Ragusa e parlando compiamo un viaggio che mi fa riscoprire cune tradizioni che mi lasciano perplesso tanto sono antiche.
La data della pasqua che ha, per estremi il 22 marzo ed il 25 aprile, cade sempre di domenica e precisamente nella domenica che segue il plenilunio dell'equinozio di primavera. La pasqua è considerata la più grande festa della cristianità e tutto il mondo dei fedeli, con le tradizioni ed i costumi di ciascuna cultura ed etnia, vuole esserne partecipe. Ogni città della Sicilia partecipa alle festività pasquali con dei riti che hanno origini antichissime ed a volte si perdono nella notte dei tempi.
In particolare, è la Settimana Santa che viene "vissuta" dai fedeli secondo un elemento comune a tutti, la rappresentazione della via crucis che si concluderà con la crocifissione di Gesù e poi, con la resurrezione che rappresenta il momento della gioia e della festa vera e propria.
Sfogliando il libro che mi mostra queste feste mi colpisce la partecipazione della gente locale, bambini, giovani, anziani e tutti si lasciano coinvolgere emotivamente in questi riti antichissimi ed ecco … le processioni del "Cristo alla Colonna" e poi, l'Incontro tra La Madonna e suo figlio Gesù … ecco che la popolazione partecipa quasi come se la tragedia divenisse un fatto di famiglia e quindi, è come se invece di Gesù qui vi fosse il figlio di ciascuno di noi. Il lutto della chiesa diventa così il lutto di tutti. Però, ecco che alla Resurrezione, quando il parroco scioglie le campane quegli stessi fedeli si aprono e di colpo sorridono e si sentono finalmente affrancati dal senso di colpa, dalla responsabilità di sentirsi carnefici perché peccatori e così, con l'animo più sereno, partecipano tutti alla gioia della pasqua.
Presa una cartina geografica ci rendiamo conto che a circa 20 minuti dal nostro albergo, la Moresca di Marina di Ragusa, il percorso alla scoperta di queste feste può iniziare da RAGUSA IBLA. La Domenica delle Palme gli 80 confratelli della chiesa di S. Maria dell'Itria portano la Madonna dell'Addolorata sino alla chiesa madre di S. Giorgio. Lo stesso, fanno i 70 confratelli della chiesa di S. Maria Maddalena e S. Teodoro con la Maddalena ed infine i confratelli del SS. Rosario che, dalla loro chiesa di S. Francesco dell'Immacolata portano, anche loro, il Cristo alla Colonna sino alla chiesa di San Giorgio. La ritualità di portare le statue dalle chiese di appartenenza alla chiesa madre di San Giorgio si ripete sia Il Lunedì Santo sia Il Martedì Santo. Il Giovedì Santo in quasi tutte le Chiese vengono allestiti i Sepolcri decorati con fiori ed ornamenti funebri, per ricordare il sepolcro dove fu seppellito Gesù. Sarà facile vedere dei vasi oppure dei piatti portati dai fedeli nei quali è stato seminato del frumento, dell’orzo o altri cereali … Il Venerdì Santo, invece dalla chiesa di San Giorgio parte la processione con le statue del "Cristo Risorto" e della "Addolorata", portati dalle rispettive confraternite; il corteo, percorre alcune vie di Ibla per poi ritornare alla chiesa di San Giorgio.
Se andiamo a CHIARAMONTE GULFI scopriamo che il Lunedì Santo vi è la processione della congregazione di S. Vito che indossa un saio bianco con cappucci e mantelline di colore blu mentre quelli della congregazione di San Filippo indossano il colore viola. Le due congregazioni precedono la statua della "Croce di Cristo" mentre dei tamburini seguono scandendo il percorso dando il tipico ritmo delle processioni funebri. Le due congregazioni, partite ciascuna dalla propria chiesa di appartenenza raggiungono la chiesa madre dove seguiranno funzioni religiose. Il Martedì Santo, si ha la processione delle congregazioni di S. Giovanni e del SS. Salvatore. Il Mercoledì Santo è la processione del SS. Sacramento Il Giovedì Santo si allestiscono i sepolcri. Fino a qualche decennio fa’ la tradizione voleva che i cittadini, visitassero ben 7 sepolcri e questo significava che, l’intera famiglia doveva lasciare casa con una sporta di cibo al sacco poiché la visita dei sepolcri prevedeva che dopo la settima ed ultima visita, l’intera famiglia dovesse sedersi sul sagrato della chiesa e consumare il proprio pic-nic però, solo dopo aver recitato il rosario!
Il Venerdì Santo conclude i riti pasquali con la processione dei simulacri del "Cristo Morto", deposto in un urna, e della "Madonna", alla quale partecipano tutte le congregazioni con i confratelli tutti incappucciati, le autorità cittadine, la folla dei fedeli, la banda, i sacerdoti, etc …
Per pasqua, potremmo andare a COMISO che abbiamo scoperto avere delle rappresentazioni antichissime, folcloristiche e molto ridondanti. Il Mercoledì Santo si svolge una processione che coinvolge numerose confraternite partendo dalla chiesa madre, raggiunge le chiese di S. Biagio, dell'Immacolata e dell'Annunziata. Questa processione soprannominata "la comparativa" prevede ben 3 giri delle strade più importanti del paese. Il primo giro è quello dei Sacerdoti, il secondo quello della confraternita di Maria SS. Addolorata ed infine il terzo, è quello della congregazione del SS. Sacramento (i cui confratelli portano sul capo una corona di spine).
Il Giovedì Santo, come sempre, vi è visita ai sepolcri. Molto famoso una volta, era quello preparato nella chiesa dell'Immacolata che, prevedeva l’allestimento di un enorme tappeto realizzato con petali di fiori. Il Venerdì Santo, di sera, si tiene la processione del "Cristo Morto" che ha come peculiarità quella di portare per le strade, due statue, quella della "Madonna Addolorata" e quella di Gesù che è chiusa dentro una teca. La folla dei fedeli che seguono la processione che attraversa quasi tutte le strade della tutta la cittadina partecipa attivamente cantando i "Misteri" e recitando ad alta voce il Rosario. Il Sabato Santo, dopo il vespro, nella chiesa dell'Annunziata gremita di fedeli, si compie la tradizionale svelata del Cristo Risorto che, consistente nella caduta di un enorme telo che nasconde alla vista l'altare maggiore. Il telo cadendo, scopre la stata del "Cristo Risorto" contestualmente vengono sciolte le campane che suonando, annunciano l’avvenuta resurrezione alla vita. Dopo la svelata inizia la processione del SS. Sacramento il cui simbolo viene portato prima in piazza Diana e poi prosegue con una grande fiaccolata per le strade della città bandita a festa. La sera del Sabato Santo ecco finalmente la "notturna" che inizia sempre e solo dopo la processione del SS. Sacramento e che consiste in una processione senza statue e/o simboli ma solo con le fiaccole portate dai fedeli, accompagnati dalla banda de comunale.
Arriviamo così alla domenica di Pasqua che vede tutta Comiso raccolta attorno alla festa chiamata “della pace”. La festa, perché di fatto è una festa a tutti gli effetti, consiste in una processione che porta per lungo la cittadina le due statue, quella del "Cristo Risorto" e quella della "Madonna Annunziata", ai cui piedi vengono posti dei bambini vestiti da angioletti che devono intonare l'allelluja ad ogni fermata della "pace". Davanti la Basilica ha luogo la prima fermata della"pace" che consiste nel fare avvicinare fino a toccarsi le due statue che vengono spinte con maestria ed esperienza portatori a simulare l’abbraccio tra la madre addolorata e suo figlio Gesù ormai risorto. La processione si snoda per le vie della città e dura tutto il giorno. Le fermate della “pace” si ripetono davanti ad ogni chiesa fino a sera quando, il corteo arriverà nella piazza principale, dove avrà luogo l’ultima fermata della "pace" e finalmente le due statue potranno rientrare nella Basilica accompagnate dai fuochi d’artificio e dallo scoppio dei botti.
Ad ISPICA, per Pasqua, si hanno due celebrazioni che si tengono rispettivamente il Giovedì ed il Venerdì Santo.
Il giovedì, è la festa dei cavàri, i cui devoti si accaparrano la statua del "Cristo alla Colonna" mentre il venerdì si celebra la festa dei nunzia tari; loro hanno il "Cristo con la Croce". … ad un segnale stabilito si accendono le fiaccole e si vede svettare una croce … ecco il segnale dell'inizio della processione silenziosa che parte dalla antichissima cava e si snoda in lunghissimo corteo. Lemme lemme, il corteo di fedeli raggiungerà in circa due ore la chiesa di S. Maria Maggiore per unirsi alla folla che è lì sul sagrato in attesa di entrare poi, tutti insieme, nel tempio. Appena la chiesa è gremita ha inizio il rituale più importante della manifestazione che trasferisce a questa manifestazione una connotazione unica... ecco che i confratelli della Arciconfraternita di S. Maria Maggiore (sono quelli che indossano una camicia bianca con la sciarpa ed il collare rosso fuoco) prelevano dalla sua nicchia la statua di Gesù e contemporaneamente, tutta la folla urla come fosse un solo uomo la antica frase in dialetto: picciòtti chi nun purtàmu a nuddu, Culonna. Il grido, ripetuto e gridato al parossismo ricorda a tutti la fedeltà di questi “ cavari” alla venerazione del loro Cristo alla Colonna. Va ricordato che Cava d’Ispica è antichissima. Soffermiamoci un attimo sulla storia di questa statuta del Cristo alla Colonna … la leggenda vuole che alcuni pezzi provengano da un crocefisso del 730 d. C. che poi vennero conglobai in un'unica statua dopo i guasti del terremoto del 1693. Insomma ecco che questa statua finalmente dopo quelle urla, viene liberata e posta al centro della Basilica. Nel pomeriggio dopo essere stata salutata da 21 colpi di mortaretto, la statua, viene portata a spalla lungo le vie della città. E' possibile, ancor oggi, notare gli ex-voto in cera che a centinaia vengono appesi in questa giornata ai cornicioni bassi lungo le pareti del tempio. Si tratta di riproduzioni in cera di gambe, braccia, seni, ventri, bambolotti e bambole … tutti questi ex voto infiocchettati ed ornati di rosso, vengono affidati alla Commissione Organizzatrice della festa unitamente ad un obolo. I fedeli vuoi per grazia ricevuta vuoi, per ottenere una grazia vogliono con questi gesti esprimere un ringraziamento oppure un’invocazione. Il rientro della statua è stimato verso mezzanotte però, tutti i fedeli cercano di ritardarne il rientro. Ed eccoci giunti al Venerdì Santo, quando quasi ripetendo le ritualità della processione precedente, l’evento dei nunziatari i quali, nella mattinata e nella chiesa dell'Annunziata danno vita alla scinnùta rò Signuri, prelevando dalla sua nicchia, questa volta, la statua del "Cristo con la Croce". Il grido, anzi l'urlo dei fedeli è: picciòtti chi nun purtàmmu a nuddu, Cruci, Cruci.
La statua del "Cristo con la Croce" è un opera lignea dello scultore del '700 Guarino da Noto la stuatua di fatto è un gruppo ligneo che rappresenta il Cristo con due Giudei. L’opera, viene momentaneamente nascosta da un paravento, dopo essere stata prelevata dalla sua nicchia … poi, il sacerdote si avvicina al paravento … batte tre volte sulle "porte" che nascondono il Cristo e queste, mosse con doviia … cadono al terzo colpo e così ecco che il popolo in delirio grida per tre volte “Viva lu Patri, Viva lu Patri, Viva lu Patri”... Un antico documento del 1572 racconta che la processione era fastosa, preceduta da un corteo di cavalieri e nobili personaggi e fino a non molti anni or sono, la processione era aperta dalla "cavalleria" con figuranti in costume a cavallo ed è un vero peccato che si sia perduta questa tradizione.
La Domenica di Pasqua gli Ispicesi hanno ancora due processioni. La prima è quella che dalla chiesa di S. Bartolomeo porterà per le strade la Madonna. La seconda invece, porterà per le strade, il Cristo Risorto partendo dalla chiesa dell'Annunziata. Le due processioni si incontreranno davanti al vecchio municipio per poi dividersi e ritornare alle rispettive chiese. L’incontro delle due statue generalmente è alle ore 12 precise ed i portatori delle due statue al segnale dato con lo scoppio di alcuni mortaretti, scattano correndo l’uno verso l’altro quasi dovessero scontrarsi e qui, la bravura di questi fedeli riesce con grande fatica ad evitare lo scontro … cerchiamo di immaginare le statue l’una di fronte all’altra … viene fatto cadere il manto nero alla Madonna e la si inchina verso la statua del Cristo quasi come fosse il simbolico omaggio al figlio risorto … un volo di colombe bianche corona il tutto … e questo avviene da secoli.
Il mio pomeriggio passato qui a sfogliare questi libri di fotografie termina con le immagini di Modica e della festa della Madonna “vasa vasa” poi continua con la scoperta di Scicli e poi ancora a Vittoria con i crucifissari ….
Però, credo che la cosa migliore sia consigliarvi di venire qua a trovarci per dedicare qualche giornata a voi stessi ed a scoprire antiche tradizioni, antiche storie ed antichi profumi.
CarloMaria Grassi
La Moresca, maison de charme
Marina di Ragusa (RG)
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