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Comunicato Stampa

Washington: priorità a Israele per gli aiuti militari, ma l’Ucraina preme per avere il suo

I problemi che deve affrontare il presidente americano Biden per far approvare un pacchetto di aiuti per comprenda sia Israle che l'Ucraina. Al Congresso le posizioni sono diversificate, mentre l'opinione pubblica è stanca e divisa.

FotoLa crisi a Gaza ha aperto un nuovo fronte anche per il presidente americano Joe Biden. È il fronte interno del Congresso e dell’opinione pubblica, da compattare e convincere per dare “supporto incrollabile” anche a Israele. Ma non si possono ignorare i bisogni dell’Ucraina, che senza l’appoggio degli USA difficilmente arriverà alla prossima primavera. Biden si sta impegnando per far approvare i prossimi fondi per Kiev, ma è un percorso accidentato.

Israele rimane prioritario

Non appena avvenuto l’attacco di Hamas il 7 ottobre, Washington ha messo a disposizione di Tel Aviv assistenza umanitaria, militare e di intelligence. Le portaerei si sono dirette verso il Mediterraneo orientale, i velivoli si sono avvicinati alla zona e migliaia di soldati americani di stanza in vari punti del continente sono stati messi in allerta. Ma ad Israele servono armi ed equipaggiamenti, oltre all’appoggio diplomatico e politico. Biden si è dichiarato apertamente un sionista, dunque non può e non vuole dire no a Tel Aviv. Così, si sono recati in visita ufficiale in loco il presidente stesso e prima di lui il Segretario alla Difesa Austin e il Segretario di Stato Blinken. Nel frattempo, ai produttori di armi è stato detto di accelerare le commesse israeliane ed è stato disposto l’invio di razzi e munizioni per il sistema difensivo “Cupola di Ferro”.

Un super-pacchetto in cui inserire anche Kiev

In questo momento Biden sembra riuscito a risolvere una questione veramente spinosa, quella della mancanza dello speaker della Camera. Il portavoce repubblicano McCarthy era caduto tre settimane e il suo posto era rimasto vacante. Senza di lui, il lavoro legislativo del Congresso è di fatto paralizzato, dunque niente approvazioni di pacchetti di aiuti per nessun partner straniero. Oggi è stato votato il successore, ma rimane l’incertezza sul “super-pacchetto” proposto da Biden. Si tratta di una soluzione alla contrarietà di molti Congressmen rispetto agli aiuti ai Paesi stranieri o ad altre iniziative di Biden. Votando l’intero pacchetto, verrebbero approvate anche quelle misure che prese singolarmente potrebbero venir bocciate. Quella che oggi genera più dubbi è proprio la destinazione di altri miliardi di dollari all’Ucraina. Vi sono senatori e deputati che si sono detti contrari o che preferirebbero disporre di quei fondi per finalità interne americane. La battaglia politica di Biden continua.




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