Sostanze naturali che fanno abbassare la glicemia alta
Corretti stili di vita, attività fisica e una sana e controllata alimentazione aiutano a ridurre i livelli di glicemia. Per questo nella propria dieta si possono utilizzare anche rimedi naturali, come alcuni integratori per il controllo glicemico. In natura esistono infatti sostanze ipoglicemizzanti che aiutano a combattere i livelli di iperglicemia nel sangue.
Una vita sedentaria, ritmi di sonno irregolari, alti livelli di stress e un’alimentazione poco bilanciata , unite a una predisposizione genetica, possono essere le cause principali dell’insorgenza del diabete. Malattia cronica tra le più diffuse nel mondo occidentale, con una percentuale di incidenza in continua crescita anche tra le persone più giovani, il diabete è caratterizzato dalla resistenza dell’organismo all’assorbimento del glucosio con conseguente iperglicemia , ovvero l’accumulo di zuccheri nel sangue.
La MEDICINA OCCIDENTALE tratta i sintomi del diabete attraverso l’uso di farmaci come la metformina, in grado di abbassare i livelli di glicemia e aumentare la sensibilità dell’organismo all’insulina , ormone prodotto dal pancreas che facilita l’assorbimento degli zuccheri.
Ma in molti si chiedono anche come curare il diabete naturalmente. La terapia farmacologica non può essere sostituita, ma la Natura può venirci come sempre in aiuto nell’agevolare il nostro benessere. Partendo dagli usi consolidati, presso le diverse popolazioni, di piante medicinali (ma anche di rimedi di origine minerale e animale) vengono tracciati nuovi binari terapeutici: si parte dall’etnofarmacognosia (che studia il sapere medico-salutistico, tramandato nel corso della storia) per arrivare all’etnofarmacologia (finalizzata alla valutazione biofarmacologica dei rimedi tradizionali).
ORIENTE
Nell’antica tradizione dell’Ayurveda indiana possiamo trovare splendidi rimedi naturali che favoriscono il recupero delle corrette funzioni del nostro organismo. Le botaniche suggerite dall’Ayurveda, infatti, contribuiscono all’abbassamento dei livelli di glicemia nel sangue e a migliorare l’attività metabolica.
L’Ayurveda è un’antichissima pratica sorta in India nel 3000 a.C caratterizzata da un interesse olistico nei confronti della salute della persona. Si tratta di una vera e propria filosofia medica, interessata a garantire il giusto equilibrio tra le energie vitali che attraversano il nostro organismo, agendo sulla connessione che unisce il nostro corpo alla mente e alle emozioni. Il diabete, secondo la tradizione ayurvedica, deriva dallo squilibrio di Kapha, l’energia calda dominata dagli elementi Terra e Acqua. Questo squilibrio è provocato da abitudini poco salutari come sedentarietà, sonno eccessivo durante le ore diurne e il consumo sregolato di cibi riscaldanti ricchi di zuccheri, carboidrati e grassi.
L’eccesso di Kapha, per l’Ayurveda, è quanto determina i disturbi tipici del diabete: influenzando le attività di intestino, pancreas e cuore, questa energia provoca una ridotta capacità di assorbimento del glucosio e l’affaticamento del sistema cardiocircolatorio , aumentando così l’accumulo di zuccheri nel sangue. Poiché il corpo tenta di liberarsi dalla sovrabbondanza di glucosio attraverso le urine, l’Ayurveda definisce ancora oggi il diabete con il nome di Madhumeha. Composta da madhu (zucchero, miele) e meha (urina), questa parola si traduce letteralmente come “urine dolci” e descrive l’antico metodo utilizzato dalla medicina ayurvedica per diagnosticare il diabete valutando la concentrazione di zuccheri nelle urine dei pazienti. Per favorire l’abbassamento dei livelli di glicemia, i consigli dell’Ayurveda sono analoghi a quelli della medicina occidentale: praticare attività fisica regolarmente per almeno 30 minuti quattro volte a settimana e seguire una dieta bilanciata, facendo attenzione al consumo di alimenti ricchi di zuccheri e carboidrati complessi. Cibi caldi, secchi e leggeri, legumi come i fagioli e un ridotto consumo di carni rosse, latte e derivati consente il giusto bilanciamento di Kapha e aiuta a ridurre il rischio di complicazioni del diabete.
L’Ayurveda indica anche diverse erbe in grado di contrastare l’iperglicemia grazie ai loro principi attivi disintossicanti e riequilibranti . Si tratta di piante ricche di antiossidanti e vitamina C, ottime per preparare infusi e tisane che facilitano il lavoro di fegato, reni e intestino migliorando la loro capacità di assorbimento degli zuccheri. Dalla Medicina Ayurvedica traiamo l’uso di Gymnema sylvestre (GS), i cui acidi gimnenici agiscono da inibitori reversibili sui recettori intestinali del glucosio, con sensibile riduzione della glicemia basale e postprandiale. Più recentemente, partendo da dieci composti bioattivi derivati dalla GS – valutati per la loro affinità di legame ai recettori insulinici e sotto il profilo farmacocinetico ADME (assorbimento, distribuzione, metabolismo, eliminazione) – attraverso uno studio di docking molecolare al computer è stata avviata la ricerca di terapie alternative alla somministrazione di insulina.
Dalla Medicina Tradizionale Vietnamita (o Thuoc Nam) un’erba locale attira la nostra attenzione: Gynostemma pentaphyllum (GP), o Giaocolam, ha evidenziato effetti antidiabetici con stimolazione di rilascio e migliore sensibilità insulinici; in un test condotto su 25 pazienti affetti da diabete di tipo 2, l’assunzione di estratto di GP in parallelo a una terapia con sulfoniluree ha mostrato una sinergia terapeutica nella normalizzazione dei valori di glicemia.
CENTRO AMERICA
Di uso ormai consolidato presso le popolazioni dell’America Centrale (Belize, Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica e Panama), alcune specie quali Momordica caranthia, Neurolaena lobata, Tecoma stans, Persea americana, Psidium guajava, Anacardium occidentale e Hamelia patens hanno mostrato una valenza terapeutica, non solo per la patologia diabetica, in sé ma persino per tutta quella sequela di condizioni a essa collaterali, che possono insorgere nel corso degli anni (in particolare malattie renali e problemi urinari).
BACINO DEL MEDITERRANEO
Al centro, da secoli, della produzione dell’olio extravergine di oliva, noto anche “l’oro verde del Mediterraneo”, Olea europea (il nostro comune olivo) riesce a stupirci una volta di più a seguito di uno studio recentemente condotto e pubblicato dai ricercatori dell’Università di Firenze. L’oeuropein – il polifenolo presente oltre che nei frutti anche e soprattutto nelle foglie (ne possono contenere fino al 10% in peso) – sulla base di chiare e indiscutibili evidenze sperimentali e cliniche, è stata brevettata come molecola per la cura del diabete e la normalizzazione del metabolismo glucidico. L'iperglicemia va trattata con i farmaci prescritti dal medico curante. Tuttavia, quando la forma è leggera, alcune piante officinali possono far ottenere un notevole beneficio al metabolismo glucidico. Ricordiamo che nel caso in cui l'iperglicemia sia elevata, occorre uno stretto controllo medico se si vogliono associare i medicinali convenzionali con gli effetti benefici di alcune piante che potrebbero interagire in maniera anomala.
Di seguito un breve cenno sulle piante e sostanze che possono aiutare a trattare il diabete in modo naturale.
BANABA (1)
L'estratto ricavato dalle foglie della Banaba (Lagerstroemia speciosa L.) sono un buon aiuto naturale per regolare i livelli di zuccheri nel sangue contribuendo a trattare il diabete di tipo 2, e costituendo un ottimo coadiuvante per il diabete di tipo 1. Tali estratti infatti contengono un composto triterpenoide noto come acido corosolico che, in modo del tutto simile all'insulina, facilita il trasporto di glucosio nel sangue, favorendone l'assorbimento e l'impiego a livello cellulare. L'acido corosolico è conosciuto anche come "fitoinsulina" proprio per via delle sue capacità ipoglicemizzanti.
FIENO GRECO (2)
Diversi studi, tra cui uno pubblicato nel 2001 sul The Journal of the Association of Physicians of India, affermano che i semi di fieno greco (Trigonella foenum-graecum) sono efficaci nel controllare i livelli di glucosio nel sangue, aumentare la sensibilità all'insulina, e diminuire il colesterolo cattivo. Molto probabilmente gli effetti positivi di quest'erba sono dovuti al suo alto apporto di fibre e alla presenza di un aminoacido conosciuto come 4-idrossi-isoleucina (3), particolarmente utile per stimolare la secrezione d'insulina.
OPUNTIA (4)
Gli estratti di opuntia (Opuntia streptacantha), una pianta succulenta originaria del Messico, possono rallentare l'assorbimento di glucidi e di lipidi alimentari, dimostrandosi un buon rimedio naturale per coloro che soffrono di diabete e obesità. Tuttavia, l'assunzione di tale erba deve essere ben monitorata dal proprio medico perché i diabetici possono incorrere in picchi ipoglicemici.
GYMNEMA SYLVESTRE (5)
Il nome indiano di questa pianta è Gumar, traducibile in italiano con l'espressione "distruttore/eliminatore di zuccheri". In India infatti le foglie di Gymnema silvestre vengono utilizzate da secoli per contribuire a tenere a bada il livello di zuccheri nel sangue. Il principio attivo di questa pianta è l'acido gymnemico, che svolge un'azione ipoglicemizzante andando ad accrescere il metabolismo del glucosio a livello cellulare, e inibendo l'assorbimento di zuccheri nell'intestino.
ENOTERA O ENAGRA COMUNE (6)
L'olio ottenuto dai semi di enotera (Oenothera biennis) contiene circa il 10 per cento di acido gamma-linolenico (GLA). Secondo alcune ricerche, tra cui uno studio inglese pubblicato sulla rivista Diabetes Care, l'acido gamma linoleico è capace di ridurre e prevenire i disturbi causati dalla neuropatia diabetica.
GINSENG (7)
Sul ginseng si hanno molti pareri contrastanti, ma diversi studi hanno dimostrato che può avere un significativo effetto ipoglicemico. Quest'erba cinese può rallentare l'assorbimento dei carboidrati, favorire l'utilizzo di glucosio nelle cellule, e accrescere la secrezione di insulina da parte del pancreas.
MIRTILLI (8)
Ricchi di polifenoli con potente effetto antiossidante e antinfiammatorio, i mirtilli stanno catturando l’attenzione dei ricercatori in diversi ambiti clinici. Quello del diabete è sicuramente tra i più gettonati, al punto che di recente, un gruppo di scienziati dell’Università di Pelotas, nel sud est brasiliano, ha preso in esame, in una review pubblicata su Nutrition, metabolism and cardiovascular diseases, tutte le evidenze oggi disponibili per comprendere gli effetti di un consumo di mirtilli e mirtilli rossi su alcuni parametri glicemici in soggetti diabetici e non.
Nello specifico, si tratta di una revisione sistematica e metanalisi effettuata attingendo alle sette principali banche dati della letteratura (PubMed, Lilacs, Scielo, Scopus, Web of science, Cochrane ed Embase), arrivando a comprendere pubblicazioni fino a maggio 2021. I criteri di inclusione prevedevano studi clinici randomizzati e controllati che indagavano gli effetti di mirtillo o mirtillo rosso su alcuni parametri caratteristici del diabete di tipo 2, quali glicemia a digiuno, insulino-resistenza ed emoglobina glicata. Dei 2.034 studi identificati nella fase iniziale, 22 sono stati selezionati e inclusi nella metanalisi.
Le conclusioni finali, indicano come nei diabetici il consumo di mirtillo o mirtillo rosso abbia dimostrato di ridurre significativamente la glicemia a digiuno (-17,72 mg/dl) e l’emoglobina glicata (-0,32%) rispetto al placebo, mentre per l'insulino-resistenza gli effetti sono risultati nulli. I risultati non sono stati confermati, invece, nelle persone sane.
BERBERINA (9)
«La berberina può migliorare la sensibilità all'insulina e aumentare la captazione di glucosio da parte delle cellule. Inoltre, può ridurre la produzione di glucosio nel fegato - spiega De Nobili - È utile per persone con resistenza all'insulina, prediabete o diabete di tipo 2. Non è invece raccomandata in gravidanza, allattamento o per chi assume farmaci per il diabete senza il controllo del medico, poiché può potenziare l'effetto ipoglicemizzante».
ACIDO ALFA-LIPOICO (ALA) (10)
«L’acido Alfa-lipoico è un composto che può migliorare la sensibilità all'insulina e aiutare a ridurre i sintomi della neuropatia diabetica, essendo anche un potente antiossidante. Benefico per le persone con diabete tipo 2 e per chi soffre di complicanze diabetiche come la neuropatia, è invece sconsigliato a chi assume farmaci per la regolazione della glicemia poiché l'ALA può potenziare i loro effetti».
BARDANA radice (11) e GALEGA (12)
La radice di bardana ha un alto contenuto di inulina, che aiuta a purificare il sangue e favorisce la diuresi con conseguente eliminazione di tossine. Ottimo anche il decotto di Galega officinalis che, grazie alla presenza di sali di cromo e galegina, contribuisce a ridurre il tasso di zucchero nel sangue.
MAGNESIO (13)
«L’assunzione di magnesio gioca un ruolo nella regolazione dell'insulina e può aiutare a migliorare la sensibilità all'insulina. È particolarmente utile per le persone con diabete tipo 2, in quanto queste tendono ad avere livelli più bassi di magnesio - spiega l’esperto - In natura i cibi che ne contengono maggiori quantità sono le verdure a foglia verde (bietole, spinaci, cavolo), noci e mandorle, semi oleaginosi, i legumi, alcuni tipi di frutta come banane e lamponi e il cioccolato extra fondente (da mangiare con moderazione). I supplementi a base di magnesio dovrebbero invece essere evitati senza il consiglio di un medico per chi ha problemi renali».
CROMO (14)
«Il cromo aiuta a potenziare l'azione dell'insulina, il che può migliorare la tolleranza al glucosio e ridurre i livelli di glicemia. Agisce facilitando il legame dell'insulina ai suoi recettori sulle cellule e aumentando l'efficienza con cui il glucosio viene trasportato all'interno delle cellule. Si trova anche nei vegetali (broccoli, verdure a foglia verde), nelle noci, nei cereali integrali e in alcuni frutti (banana, mele, arance). È particolarmente utile per le persone con resistenza all'insulina, prediabete, o diabete di tipo 2. Anche se il cromo è generalmente considerato sicuro, può interagire con alcuni farmaci, come quelli per il diabete, potenziandone l'effetto e aumentando il rischio di ipoglicemia. Non è raccomandato inoltre per persone con malattie renali croniche».
VITAMINA C (15)
Diffusamente utilizzata per sostenere la salute del sistema immunitario, la vitamina C è meno conosciuta per il potenziale ruolo benefico nel controllo della glicemia e del diabete di tipo 2. I ricercatori hanno scoperto che l'assunzione di vitamina C dai 100 ai 660 mg al dì può aiutare a regolare i livelli di zucchero nel sangue in meno di un mese. Un’elevata concentrazione di vitamina C nel sangue è risultata fortemente associata a un ridotto rischio di diabete e a una riduzione dell’insulina e dell’emoglobina glicata.
COPRINUS COMATUS (16)
Ha un’azione ipoglicemizzante applicabile sia al diabete di tipo I che di tipo II e abbassa la glicemia, senza produrre effetti collaterali. Controlla il metabolismo degli zuccheri e previene l’arteriosclerosi, grazie all’elevata quantità di sostanze nutritive oltre ad essere di sostegno alle arterie; ha effetti digestivi, è un ottimo coadiuvante del trattamento per le emorroidi e la sua elevata disponibilità di vitamine del gruppo B, C ed E ne fa un ottimo antiossidante.
MOMORDICA CHARANTIA (17)
Momordica è particolarmente nota per il suo effetto sulla regolazione del glucosio nel sangue. Oltre al metabolismo degli zuccheri, la momordica risulta utile nel metabolismo dei grassi, difatti abbassa i livelli di LDL e Trigliceridi nel sangue. Particolarmente indicata in tutti quei casi di sindrome metabolica, dove un’alterato metabolismo degli zuccheri e dei grassi è associato una problematica di peso e di problemi a livelli del sistema cardiocircolatorio.
Tra i componenti più importanti presenti all’interno della pianta c’è sicuramente la quercetina, flavonoide importantissimo e conosciuto per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Inoltre, ha un potente effetto diuretico e la sua azione contrastante nei confronti di allergie, artriti, psoriasi e altri disturbi. Tutto questo è possibile grazie al suo potente potere antiossidante che permette di ridurre lo stress ossidativo e contrastare attivamente i radicali liberi, responsabili di molti disturbi e dell’invecchiamento precoce. Grazie al suo contenuto, la momordica presenta proprietà ipoglicemizzanti, sarebbe dunque in grado di ridurre la concentrazione di zucchero nel sangue. Si pensa, infatti, che riesca a promuovere la secrezione dell’insulina, ovvero l’ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue. Momordica charantia esprime al meglio il suo potenziale terapeutico grazie a un particolare fitonutriente: il polipeptide-P, una sorta di insulina vegetale in grado di ridurre la glicemia nel diabete di tipo 2.
Il diabete è una malattia metabolica complessa e cronica che va tenuta sotto stretto controllo ma che può essere curata associando la normale farmacopea a dei rimedi naturali.
Fonti:
• https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2772632022000320
• https://www.farmacianews.it/viaggio-intorno-al-mondo-letnofarmacia/
BIBLIOGRAFIA
1. Un estratto di Lagerstroemia speciosa L. ha attività stimolanti l'assorbimento del glucosio insulino-simili e inibitorie della differenziazione degli adipociti nelle cellule 3T3-L1 (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11533261/)
2. Effetto dei semi di Trigonella foenum-graecum (fieno greco) sul controllo glicemico e sulla resistenza all'insulina nel diabete mellito di tipo 2: uno studio in doppio cieco controllato con placebo (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11868855/)
3. 4-idrossiisoleucina: un nuovo aminoacido potenziatore della secrezione di insulina (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/9519714/)
4. Effetti del consumo di fico d'india ( Opuntia spp. ) e dei suoi prodotti sui livelli di glucosio nel sangue e di insulina: una revisione sistematica (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31096667/)
5. L'effetto dell'integrazione di Gymnema sylvestre sul controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2: una revisione sistematica e una meta-analisi (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34467577/)
6. Semi sgrassati di Oenothera biennis come potenziale ingrediente alimentare funzionale per il diabete (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33807644/)
7. L'effetto del ginseng (genere panax) sul controllo glicemico: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi clinici randomizzati controllati (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25265315/)
8. Effetti del mirtillo e del mirtillo rosso sui parametri del diabete di tipo 2 in individui con o senza diabete: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi clinici randomizzati (https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0939475322000837)
9. Effetto ipoglicemizzante della berberina sul diabete di tipo 2: una revisione sistematica e una meta-analisi (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36467075/)
10. Diabete e acido alfa lipoico (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22125537/)
11. Approfondimenti meccanicistici sugli effetti dell'estratto di bardana ( Arctium lappa L.) sul diabete mellito (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35873376/)
12. L'estratto di Galega officinalis regola le violazioni della proliferazione, delle funzioni e dell'apoptosi dei leucociti legate al diabete mellito (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29310643/)
13. Magnesio e diabete mellito di tipo 2: meccanismi clinici e molecolari (https://www.piuvivi.com/salute/diabete-mellito-1-2-cause-rimedi-cure-naturali.html)
14. Effetti dell'integrazione di cromo sul controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi clinici randomizzati (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32730903/)
15. Livello plasmatico di vitamina C, consumo di frutta e verdura e rischio di diabete mellito di tipo 2 di nuova insorgenza: studio prospettico europeo sul cancro - Norfolk prospective study (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18663161/)
16. https://www.erboristeriarcobaleno.it/micoterapia/glicemia-e-funghi-terapici/
17. https://www.comunicati-stampa.net/com/momordica-charantia-utile-in-caso-di-diabete-2.html
18. BioMed Research International; Vol. 2016; Article ID 3187647
19. Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine; Vol. 2012; Article ID 452313
20. Journal of Ethnopharmacology;Vol. 184; 26 May 2016, Pages 58–71
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