Silvia Elena Di Donato presenta la silloge poetica “Paradigmi della complessità”
È il mistero più grande, l’Amore, “Idea e causa di sé, necessità”: l’amare senza possedere, ma non solo, anche quello del felice possesso e dell’incandescenza desiderata o condivisa dei sensi, che fa nuova la vita ogni giorno e ti fa “infinito”. Quello che ti avvia a fare di tutto un’opportunità e a guardare più al come che al cosa, a guardare e curare di tutto soprattutto i dettagli: cogliendo lì la vera poesia, intesa come capacità di conoscere e vedere oltre la materia e la pelle, di guardare insomma “al di là della siepe”, nell’assoluta verità di se stessi e di tutto il visibile.
Silvia Elena Di Donato - “Paradigmi della complessità”
Silvia Elena Di Donato presenta una silloge poetica in cui si esplora la profondità del nostro sentire, e lo si mette in comunicazione con il mondo fisico e metafisico. Liriche eleganti e potenti, che scavano nella dura pietra restituendo rari frammenti di verità e di bellezza. Con una prefazione del poeta, traduttore, critico letterario e d'arte Vincenzo Guarracino.
Casa editrice: Di Felice Edizioni
Collana: Il gabbiere
Genere: Raccolta poetica
Pagine: 104
Prezzo: 10,00 €
«Sospesa sulle spalle di Atlante / la luce sferica di un sogno di carta / Parole. E mani / – ancelle e sassi – / – Esperidi d’oro all’estremo occidente – / Il mondo fuori dalle mie stanze / E respiri a picco sul mare lontano»
“Paradigmi della complessità” di Silvia Elena Di Donato è una raccolta di poesie suggestive e dall’alto potere evocativo; a volte risultano piacevolmente sibilline, spingendo il lettore a inoltrarsi nel labirinto dei pensieri dell’autrice, per comprendere ciò che si nasconde sotto la superficie delle parole. Dopo aver letto tutte le liriche, la mappa del viaggio appare più chiara: vi sono infatti delle immagini ricorrenti e soprattutto delle idee che ritornano, e che disegnano un percorso filosofico in cui l’autrice va alla ricerca del senso dell’essere qui in questo tempo, del vivere su questa Terra, di partecipare dell’eternità. La Natura ha un posto d’onore: la madre benigna che ci offre tramonti in cui perdersi, mari da solcare e vette da scalare; e poi c’è l’Amore, declinato nelle sue varie tonalità – vi è anche un componimento dedicato all’amato luogo in cui vive la poetessa. L’amore condiviso o non corrisposto, l’amore malato o sminuente, o ancora perduto e vagheggiato; l’amore che provoca sensazioni intense e l’amore che non fa sentire più niente: esso diviene, nel bene o nel male, un ponte di collegamento tra la realtà del mondo e l’essenza ineffabile dell’essere. E in ultimo, ma non per importanza, vi è la Poesia: interlocutrice privilegiata, salvifica svelatrice della verità più pura delle cose, e maestoso portale attraverso il quale si può accedere all’universo intimo del nostro sentire.
In queste liriche, ricche di citazioni colte e di richiami mitologici, sperimentiamo un forte attaccamento alla vita ma troviamo anche immagini che evocano acute sofferenze e perdite a cui trovare un senso; vi sono versi pieni di nostalgia e rimpianti, eppure la luce che emana da queste poesie è abbagliante, e ci parla di una consapevolezza esistenziale che cresce parola dopo parola, frase dopo frase, e che generosamente ci viene trasmessa. Sebbene l’autrice ammetta di aver perso delle opportunità, di aver lasciato andare dei treni che mai più passeranno, ci ricorda anche quanto la vita sia dispensatrice di promesse e di sogni audaci: è la complessità in cui siamo immersi, e che a volte ignoriamo. E allora riappropriamoci di questa complessità, andiamo oltre la semplice e limitata visione superficiale e cogliamo tutte le sfumature: vi sono stille di emozione e d’incanto ovunque.
Silvia Elena Di Donato si confronta con il senso del sé nel flusso continuo del vivere - «Non è altrove se non in noi l’eternità» (dalla poesia “Palingenesi”), e ci consegna un importante messaggio: «Producete pensiero, costruite bellezza».
SINOSSI DELL’OPERA. È il mistero più grande, l’Amore, “Idea e causa di sé, necessità”: l’amare senza possedere, ma non solo, anche quello del felice possesso e dell’incandescenza desiderata o condivisa dei sensi, che fa nuova la vita ogni giorno e ti fa “infinito”. Quello che ti avvia a fare di tutto un’opportunità e a guardare più al come che al cosa, a guardare e curare di tutto soprattutto i dettagli: cogliendo lì la vera poesia, intesa come capacità di conoscere e vedere oltre la materia e la pelle, di guardare insomma “al di là della siepe”, nell’assoluta verità di se stessi e di tutto il visibile.
BIOGRAFIA DELL’AUTRICE. Silvia Elena Di Donato (Pescara, 1976) vive a Manoppello. Laureata in Lettere classiche e in Filosofia, insegna presso il Liceo Classico “G.B. Vico” di Chieti e cura costantemente interventi di carattere storico e letterario sia su periodici locali sia nell’ambito di rassegne e manifestazioni culturali. Con la raccolta poetica “La maschera di Euridice” (2018) si aggiudica numerosi premi e riconoscimenti, guadagna diverse recensioni e viene segnalata anche su La Lettura del Corriere della sera; nel 2019 è invitata a presentare la silloge presso il Centro di cultura italiana “Dante Alighieri” di Bahía Blanca, in occasione della settimana della lingua italiana nel mondo, e nello Spazio arti della casa Alda Merini a Milano. Per la Di Felice Edizioni ha pubblicato nel 2024 “Paradigmi della complessità”.
Contatti
https://www.facebook.com/silviaelena.didonato/
Links di vendita online
https://www.edizionidifelice.it/pubblicazioni/ilgabbiere/paradigmi-della-complessita.html
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere