Rosario Rito presenta il saggio “Labirinti 1. Funzione e destrezza soggettiva tra scontato e cogito”
Rosario Rito accompagna il lettore in un viaggio che affonda le sue radici in tempi antichi, epoche nelle quali, addirittura, si rinunciava ai bambini "diversi" senza pensarci due volte. L'autore, che convive con la disabilità sin dalla nascita, unisce notizie storiche, considerazioni filosofiche, testimonianze, fino alla sua personale esperienza di vita, rendendo partecipe il lettore dei suoi sentimenti, emozioni, sensazioni, dubbi e paure. Il risultato è una confessione a cuore aperto, un volersi mettere in gioco, dimostrando quanto sia importante per chiunque raggiungere i propri scopi.
Rosario Rito - “Labirinti 1. Funzione e destrezza soggettiva tra scontato e cogito”
Rosario Rito presenta un’opera intima e coinvolgente in cui, da diversamente abile, parla senza filtri del complesso tema della disabilità. È il racconto di chi ha provato ad andare oltre, lottando contro i pregiudizi e rivendicando, così, la propria identità di persona quanto più possibile integrata nella società, anche se, da quest'ultimo punto di vista, la strada da percorrere è ancora molto lunga. La testimonianza dell’autore è un invito a guardare oltre le apparenze e ad abbracciare la diversità come ricchezza, nella speranza di contribuire a un cambiamento sociale verso una maggiore inclusione.
Genere: Saggistica/Disabilità
Pagine: 104
Prezzo: 9,99 €
Codice ISBN: 979-1223010389
«Solo chi crede di sapere senza concedersi la possibilità dell’ascoltare, può, non solo essere promotore dei propri pregiudizi, ma chiudere, sia sé stesso sia gli altri, in quei dolorosi e tormentati labirinti che, oltre a non aver via d’uscita, ci conducono automaticamente a quelle atroci e pericolose sensazioni d’angoscia di non essere alla pari dei propri simili»
“Labirinti 1. Funzione e destrezza soggettiva tra scontato e cogito” dello scrittore e poeta Rosario Rito è un saggio ad ampio spettro sulla disabilità, in cui si affrontano questioni storiche, culturali e sociali, oltre che intimamente personali. L’autore è infatti affetto sin dalla nascita da paresi spastica, e ha deciso di raccontare alcuni episodi del suo percorso di vita che l’hanno condotto a costruirsi una sua identità e una sua autonomia. Nell’opera si riflette sulla realtà di tutti quelli che, a causa di crudeli pregiudizi, vengono esclusi dalla società perché considerati inadatti a parteciparne a pieno; l’autore pone come giustamente problematiche quelle indifferenze morali che spingono a confondere “limitazione” con “anormalità” e “possibilità del fare” con “destrezza soggettiva”.
Rosario Rito si rivolge al lettore come se fosse un suo amico, creando all’interno dell’opera un ambiente confortevole, quasi come se ci si trovasse allo stesso tavolo con lui a scambiarsi confidenze ed opinioni. Oltre a riflessioni di natura filosofica e al racconto delle sue esperienze personali, nel testo sono anche riportate delle storie di disabili che hanno superato i loro limiti, e che hanno trovato la forza di volontà di credere in loro stessi, come l’artista Luca Bucchi e la sportiva Giusy Versace - «L’autonomia del soggetto persona non è dovuta all’efficienza dei o nei suoi movimenti, bensì nella capacità e volontà di voler trovare il giusto modo di come essa può essere raggiunta». La disabilità si educa, è questo il più importante messaggio trasmesso dall’autore.
“Labirinti 1. Funzione e destrezza soggettiva tra scontato e cogito” si rivolge a un pubblico molto ampio: persone con disabilità, le loro famiglie, educatori e chiunque sia interessato a storie vere di resilienza e determinazione e che abbia il desiderio di togliere quel velo che separa i cosiddetti “normali” da chi è diversamente abile. Siamo infatti tutti parte di una stessa anima, siamo tutti “persone” uniche e irripetibili; la normalità non esiste così come non esiste un individuo inferiore o superiore ad un altro – «Nessuno è migliore dell’altro. Siamo vele al vento, non pilastri in cemento». Esistono solo infiniti modi di declinare l’umanità secondo le proprie possibilità, i propri limiti, la propria determinazione.
SINOSSI DELL’OPERA. Rosario Rito accompagna il lettore in un viaggio che affonda le sue radici in tempi antichi, epoche nelle quali, addirittura, si rinunciava ai bambini "diversi" senza pensarci due volte. L'autore, che convive con la disabilità sin dalla nascita, unisce notizie storiche, considerazioni filosofiche, testimonianze, fino alla sua personale esperienza di vita, rendendo partecipe il lettore dei suoi sentimenti, emozioni, sensazioni, dubbi e paure. Il risultato è una confessione a cuore aperto, un volersi mettere in gioco, dimostrando quanto sia importante per chiunque raggiungere i propri scopi.
BIOGRAFIA DELL’AUTORE. Rosario Rito (Vibo Valentia, 1958) è affetto da paresi spastica, per complicazioni con il forcipe avvenute durante il parto. Inizia a scrivere da giovanissimo; tra i suoi lavori si ricordano: le raccolte di poesie “Fratello” (1981), “Momenti” (1983), “Ciao Amico” (1999), “Fratello, ti confido i miei momenti” (1999) e “L’isola misteriosa” (2023), la commedia teatrale in tre atti “Sete di uguaglianza” (1994) e i saggi “Gesù il Pescatore” (Luigi Pellegrini, 2010), “Educarsi alla disabilità” (2021) e “Labirinti 1. Funzione e destrezza soggettiva tra scontato e cogito” (2024).
Contatti
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