SOCIETA
Comunicato Stampa

Premio nobel per la pace all’unione europea

LA NOSTRA EUROPA E’ QUELLA FONDATA SULLE SUE RADICI CRISTIANE

(di Fernando Crociani Baglioni)

Invitato dalla Rappresentanza in Italia delle Istituzioni Europee (Commissione Europea e Parlamento Europeo), a motivo del mio impegno nell’area estero coordinamento iniziative internazionali di una grande confederazione economica italiana, al ricevimento per la Cerimonia in diretta di conferimento del Premio Nobel per la Pace all’Unione Europea, svoltasi ad Oslo il 10 dicembre 2012, ho avuto l’onore di parteciparvi nella sede romana della Rappresentanza, presente l’intera dirigenza e numerosi esponenti del Corpo diplomatico accreditato a Roma (Quirinale, Santa Sede, FAO-ONU e S.M.O. di Malta), del mondo politico, parlamentare, di governo e di colleghi della stampa.

Mezzo miliardo di cittadini europei, così come tutto il mondo in mondovisione, ha potuto assistere ad uno degli eventi più straordinari di questa prima parte del XXI secolo e del Terzo Millennio. La Fondazione Nobel, presenti le LL.MM. i Reali di Svezia e i Sovrani, Capi di stato o di governo dei 28 stati componenti l’Unione, ha conferito all’Unione stessa la sua alta onorificenza di prestigio mondiale, per quel che è stato definito il merito più straordinario in 60 anni di attività: contribuire ad assicurare con la riconciliazione dei popoli europei occidentali, usciti lacerati dalla seconda guerra mondiale, e sotto le perduranti minacce della guerra fredda sul versante europeo orientale, e delle molteplici crisi nel mondo, la pace, la stabilità, la collaborazione e solidarietà, la sicurezza, la diffusione della democrazia, la risoluzione di gravi crisi e molteplici controversie internazionali, sempre nell’ottica del bene supremo, irrinunciabile della pace. Molti i sentimenti che dinanzi a tale eccezionale evento di portata storica, si sono affastellati anche nel mio animo.

Ciò alla luce di un percorso di vita vissuta ed esperienze culturali e politiche accumulate, coevo al periodo storico considerato per l’esistenza ed evoluzione dell’Unione stessa e per la vita dello stesso nostro continente.

Di fronte alle obiezioni degli euroscettici, che ancòra paradossalmente allignano massime nei paesi nord-occidentali fondatori, ‘primari’ e più opulenti dell’Unione, piuttosto che nei paesi orientali più depressi e di più recente ingresso, ho sempre ribadito i miei convincimenti.

Mai confondere gli ideali con le contingenze e le situazioni transeunti (euroburocrazia e relative critiche). L’Europa resta l’ideale di mezzo miliardo di Europei; un ideale di civiltà, umanità, di collaborazione e solidarietà. Il Premio Nobel è stato conferito per la Pace, cioè il valore supremo cui ambiscono i posteri di un secolo che fu il più tragico della storia umana, senza precedenti per proporzioni ed entità sterminata di vittime; con due guerre mondiali, l’una conseguenza dell’altra; il XX° che dilaniò il Continente, per gli odi e le sfrenate ambizioni, megalomanie bellicistiche e revanchismi, voglie di rivalsa e vendetta che si trascinavano dal XIX°.

Sessant’ anni di pace sono un merito altissimo per quell’unione che nacque come comunità del carbone e dell’acciaio. Cioè per mettere insieme in collaborazione quelle materie prime che in passato erano servite principalmente per alimentare con le industrie pesanti, il bellicismo degli stati i più guerrafondai dell’uno e dell’altro schieramento…

Noi siamo figli di quel passato, posteri di quelle generazioni che soffrirono e si sacrificarono, compiendo pur eroicamente e con onore per le rispettive patrie, i loro doveri di cittadini e di soldati. Sperando poi in un mondo migliore, in un’Europa pacificata, riconciliata, impegnata a ritrovare la sua missione di Civiltà nel mondo. Per questo la vogliamo fondata sulle sue radici cristiane, fedele alla sua storia, alle sue culture e peculiarità nazionali.

Sarà vieppiù l’Europa dei popoli, l’Europa Nazione com’è nella nostra ispirazione fin dal dopoguerra, come fu vagheggiata nell’atto fondativo a Roma nel 1957, o non sarà ! … l’Europa delle Patrie, anche delle piccole patrie, delle culture locali, nel quadro dei grandi ideali di libertà, democrazia, tolleranza, e pacifica convivenza, conciliazione di ogni possibile crisi e controversia che possa ancòra minacciare la pace, la stabilità, la laboriosità delle genti.

Per questo la desideriamo senza interferenze e ingerenze, senza egemonie: né politiche, né economiche, né finanziarie, né militari, né culturali, né bancarie, né lobbistiche. Senza omologazioni, senza appiattimenti sugli stili di vita degli individui o dei gruppi. Senza mondialismi e soffocanti globalizzazioni.

Che sia l’Europa delle anime, del retaggio, della nostra tradizione di alta e nobile Civiltà Cristiana.



Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni
Roma, 12/12/2012



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