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Comunicato Stampa

“Pedofilia, Chiesa d’Inghilterra: l’arcivescovo di York nella bufera” di Davide Romano

Cottrell si è difeso affermando che fino al 2019 non c’erano basi legali per agire diversamente. Tuttavia, queste dichiarazioni non hanno placato le critiche. La vescova di Newcastle, Helen-Ann Hartley, ha chiesto le sue dimissioni, dichiarando che l’arcivescovo non ha né la credibilità né l’autorità morale per guidare una Chiesa già devastata da ripetuti scandali di pedofilia.

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La Chiesa d’Inghilterra è nuovamente scossa da un terremoto interno che, stavolta, investe direttamente la figura di Stephen Cottrell, arcivescovo di York e prossimo reggente della Chiesa dopo le dimissioni di Justin Welby. Al centro delle polemiche, accuse di negligenza nella gestione di un grave caso di abusi sessuali, che si aggiungono a una serie di scandali analoghi che negli ultimi decenni hanno minato la credibilità dell’intera istituzione.
Lunedì 16 dicembre, un’inchiesta della BBC ha puntato i riflettori sul passato dell’arcivescovo Cottrell, accusandolo di non essere intervenuto con fermezza nei confronti di David Tudor, un sacerdote della diocesi di Chelmsford, allora sotto la sua responsabilità. Tudor, già bandito dal ministero per cinque anni nel 1989 per condotta sessuale inappropriata, era stato reintegrato nel 1993 e successivamente sospeso più volte, fino all’arresto del 2019. Solo quest’anno, però, gli è stato definitivamente proibito l’esercizio del ministero.
Cottrell si è difeso affermando che fino al 2019 non c’erano basi legali per agire diversamente. Tuttavia, queste dichiarazioni non hanno placato le critiche. La vescova di Newcastle, Helen-Ann Hartley, ha chiesto le sue dimissioni, dichiarando che l’arcivescovo non ha né la credibilità né l’autorità morale per guidare una Chiesa già devastata da ripetuti scandali di pedofilia.
Il caso di David Tudor non è isolato. Negli ultimi vent’anni, la Chiesa d’Inghilterra è stata al centro di molteplici inchieste su abusi sessuali. Nel 2019, l’Independent Inquiry into Child Sexual Abuse (IICSA) ha pubblicato un rapporto devastante, che ha rivelato come migliaia di bambini siano stati vittime di abusi sessuali all’interno della Chiesa anglicana dal dopoguerra a oggi.
Il rapporto sottolineava come le alte gerarchie ecclesiastiche abbiano spesso privilegiato la protezione dell’istituzione rispetto al sostegno delle vittime. Tra i casi più eclatanti, quello di Peter Ball, ex vescovo di Gloucester, che nel 2015 si dichiarò colpevole di abusi su giovani uomini e adolescenti, reati perpetrati per decenni con la complicità di silenzi e insabbiamenti da parte della Chiesa.
Ball, descritto come un manipolatore spietato, riuscì a evitare la prigione per molti anni, grazie anche all’intervento di figure di potere, inclusi membri della famiglia reale. Solo dopo un’ondata di testimonianze e denunce pubbliche fu arrestato e condannato.
Secondo l’IICSA, i meccanismi di tutela e protezione messi in atto dalla Chiesa d’Inghilterra sono stati sistematicamente inadeguati. Tra i problemi più gravi evidenziati: la riluttanza a denunciare i casi alla polizia; il reintegro di sacerdoti accusati o persino condannati; e, infine, la mancanza di supporto alle vittime, spesso ignorate o screditate.
Un altro scandalo riguarda l’ex vescovo di Lewes, Wallace Benn, accusato di non aver preso provvedimenti contro un sacerdote, Gordon Rideout, che abusò di decine di bambini per oltre quarant’anni. Rideout fu condannato solo nel 2013, dopo che decine di testimonianze erano state ignorate per decenni.
Negli ultimi anni, la Chiesa ha cercato di correre ai ripari, introducendo nuove politiche di tutela e istituendo un fondo per risarcire le vittime. Justin Welby, arcivescovo uscente di Canterbury, ha spesso parlato pubblicamente del “fallimento morale” della Chiesa, promettendo riforme e maggiore trasparenza.
Tuttavia, nonostante queste promesse, i casi come quello di Stephen Cottrell dimostrano quanto sia difficile cambiare una cultura radicata in decenni di silenzi e complicità.
Le accuse contro Cottrell, proprio mentre si prepara a diventare reggente della Chiesa, rappresentano un duro colpo per un’istituzione che cerca di riconquistare la fiducia dei fedeli. Come ha dichiarato la vescova Hartley, la questione non riguarda solo un singolo caso, ma l’intera capacità della Chiesa d’Inghilterra di affrontare con onestà e giustizia il proprio passato e di garantire un futuro più sicuro.
La crisi che attraversa oggi la Chiesa anglicana non è solo un problema di gestione, ma un banco di prova per la sua stessa credibilità morale. Riuscirà a superarlo?

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Davide Romano
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