SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Patologie tiroidee, infertilità femminile e utilizzo dei funghi terapici

La funzione tiroidea esercita un ruolo molto importante nella vita riproduttiva della donna (1). A tal proposito esistono diversi studi in letteratura che attestano come spesso, i disturbi tiroidei, siano connessi ad alterazioni del ciclo mestruale nonché a storia di infertilità ed incremento di problematiche in corso di gravidanza.

FotoNegli ultimi anni è diventato sempre più chiaro quanto sia importante avere una funzionalità tiroidea nella norma per favorire una funzione ovulatoria regolare; del resto si è scoperto che la tiroide può influire sulla fertilità attraverso diversi meccanismi: per prima cosa c’è il fatto che gli ormoni tiroidei modulano la ciclicità mestruale, per esempio influenzando la prolattina, e se questo ormone, prodotto dall’ipofisi, viene rilasciato in modo anomalo, l’effetto può essere il blocco dell’ovulazione, oppure una minor ricettività dell’endometrio (la mucosa che riveste l’interno dell’utero) per l’impianto dell’embrione. Ma non solo: gli ormoni tiroidei regolano anche la fisiologia degli ovociti e una disfunzione a livello tiroideo può impattare anche direttamente a livello del follicolo ovarico.

La tiroide è una ghiandola situata nella parte anteriore del collo e la sua funzione è produrre due ormoni: la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4). Questi ormoni sono essenziali per il corretto funzionamento di diversi organi e sistemi del nostro corpo, poiché regolano il ritmo con cui avvengono vari processi e reazioni corporee. Inoltre, interagiscono con gli ormoni sessuali femminili; quindi, uno squilibrio alla tiroide influisce negativamente sull’equilibrio ormonale del sistema riproduttivo e può interferire nell’ovulazione e provocare cicli mestruali irregolari, rendendo così più difficile rimanere incinta.

Possono anche influire sulla qualità degli ovuli e aumentare il rischio di aborto spontaneo oppure di avere complicanze durante la gravidanza, come la preeclampsia, il parto prematuro, l’emorragia post-partum, il basso peso alla nascita, la morte intrauterina, la sindrome da distress respiratorio neonatale e le alterazioni nello sviluppo neurologico (basso coefficiente intellettuale). La tiroide svolge un ruolo essenziale nel regolare il sistema endocrino e gli ormoni nel corpo. I disordini tiroidei, come l'ipotiroidismo e l'ipertiroidismo, possono influenzare negativamente la fertilità. Nell'ipotiroidismo e nell’ipertiroidismo i livelli anomali di ormoni tiroidei possono alterare l'ovulazione e la regolarità del ciclo mestruale, rendendo più difficile il concepimento

L’IPOTIROIDISMO è una condizione dovuta ad un deficit della produzione e/o dell’attività degli ormoni tiroidei triiodotironina (T3) e tiroxina (T4). Si parla di ipotiroidismo primario, se si riscontra un deficit funzionale a carico della ghiandola stessa o di ipotiroidismo secondario e terziario nei casi in cui, alla base del disturbo vi sia un interessamento patologico a carico, rispettivamente, dell’ipofisi e dell’ipotalamo. L’ipotirodismo è caratterizzato da un lento e progressivo decadimento delle funzioni mentali e fisiche. La diagnosi definitiva ed eziologica di ipotiroidismo richiede la valutazione laboratoristica della funzionalità tiroidea, adiuvata da indagini anatomo-tissutali. Nei pazienti affetti da ipotiroidismo primitivo si riscontrano livelli di TSH al di sopra della norma e associati a livelli bassi di fT4 e fT3 (le frazioni libere di T4 e T3). La presenza di anticorpi anti-tireoperossidasi (anti-TPO) e anti-tireoglobulina(anti-hTG) è caratteristica della tiroidite autoimmune. L’ecografia potrà evidenziare la presenza di noduli e fornire eventuali indicazioni all’esecuzione di eventuali biopsie per esame istologico. Un’altra condizione patologica degna di nota è costituita dall’ipotiroidismo subclinico. Questo è caratterizzato da livelli di TSH elevati o ai limiti alti della norma e da livelli di ormoni tiroidei ai limiti bassi o al di sotto della stessa. Anche nelle pazienti affette da una condizione subclinica di ipotiroidismo si è riscontrata un’aumentata incidenza di disturbi endocrino-ginecologici e infertilità.

La prevalenza dell’ipotiroidismo nelle donne in età riproduttiva (20-40 anni d’età) si attesta intorno al 2-4%. L’ipotiroidismo in genere comporta effetti notevoli in ambito ginecologico. Nelle donne affette sono di comune riscontro disturbi del ciclo mestruale (oligomenorrea, amenorrea) o quadri di infertilità conclamata. Già a partire dagli anni ’50, era noto come l’ipotiroidismo esercitasse una significativa influenza sulla normale funzione endocrino-biologica dell’ovaio. Alcuni autori hanno anche evidenziato una correlazione positiva e significativa tra livelli sierici di TSH e incidenza di irregolarità del ciclo mestruale. La causa più frequente di ipotiroidismo in epoca riproduttiva, sembra essere la tiroidite autoimmune (autoimmune thyroid disease -AITD-). Questa evidenza assume una particolare rilevanza nella gestione della sterilità di coppia.

Molti studi dimostrano, infatti, come l’AIDT si associ ad un incremento statisticamente significativo del rischio di aborto nelle donne sottoposte a procreazione medicalmente assistita. Ulteriori studi hanno, inoltre, provato come la presenza di livelli sierici elevati di TSH rappresenti un fattore prognostico negativo nei confronti della prognosi di cicli di fecondazione “in vitro”. ln particolare, livelli elevati di ormone sono apparsi correlati in modo negativo e significativo ai tassi di fertilizzazione. Alla luce di quanto evidenziato, appare chiaro come una valutazione della funzionalità tiroidea vada considerata in tutte le pazienti con storia di infertilità e possibilmente prima d’intraprendere protocolli di procreazione medicalmente assistita. Un’ottimale terapia, infatti, può migliorare ed in alcuni casi risolvere eventuali problematiche riproduttivo-ginecologiche. Analogamente, il ripristino di uno stato di compenso potrebbe tradursi in un miglioramento della prognosi in caso di tecniche di riproduzione assistita.

L’IPERTIROIDISMO è una condizione ipermetabolica con elevati livelli sierici di ormoni tiroidei di derivazione endogena. Tra le cause più comuni di ipertiroidismo ricordiamo il morbo di Graves/Basedow, il gozzo multinodulare tossico (malattia di Plummer) e l’adenoma tossico, che da sole costituiscono oltre l’80% dei casi. Tra queste, il morbo di Graves/Basedow è la causa assoluto più frequente. Tale patologia di natura autoimmune, è dovuta all’immissione in circolo di anticorpi leganti il recettore del TSH e capaci d’incrementare significativamente la produzione ormonale della ghiandola tiroidea. L’espressione sintomatologica in tutte le forme di ipertiroidismo è abbastanza tipica e si manifesta, nei giovani, con ansietà, iperattività e tremore, mentre nella popolazione senile con un maggiore coinvolgimento cardiovascolare (palpitazioni, dispnea).

L’ipertiroidismo è una patologia caratterizzata da un’elevata immissione in circolo di ormoni tiroidei, con quadro sintomatologico che spazia da alterazioni psichiche a manifestazioni cardiache e metaboliche. Tale condizione è in grado di condizionare il ciclo mestruale e ridurre la capacità riproduttiva. Il preciso impatto dell’ipertiroidismo sulla sterilità non è ancora chiaramente definito. Tuttavia, la condizione va opportunamente valutata nelle donne con anomalie del ritmo e della quantità del ciclo. Infine, si è dimostrato che il controllo di questa patologia deve sempre essere eseguito prima di considerare un approccio terapeutico con tecniche di procreazione medicalmente assistita.

La TIROIDITE DI HASHIMOTO o tiroidite cronica autoimmune, descritta per la prima volta dallo specialista Hakaru Hashimoto nel 1912, è tra le più comuni e frequenti patologie tiroidee. Si stima infatti che colpisca circa il 5-15% delle donne, causando, quando non trattata, cicli mestruali irregolari e cicli anovulatori, interferendo così con la fertilità. Nella tiroidite di Hashimoto il difetto è nel sistema immunitario che non riconosce più la tiroide come parte dell'organismo e la attacca, producendo anticorpi contro quest'organo. La diretta conseguenza è che la tiroide si infiamma e viene compromessa la sua capacità di produrre ormoni.

Se sono presenti anticorpi anti-tiroide, come nel caso della TIROIDITE DI HASHIMOTO, la situazione infiammatoria che si genera potrebbe interferire con i meccanismi di impianto dell’embrione e formazione della placenta. Per questo alcuni specialisti ritengono che le malattie tiroidee possano essere implicate in un maggior rischio di aborto. Ma attenzione, non significa che tutte le donne che hanno qualche disfunzione tiroidea andranno incontro a poliabortività: molte di loro riusciranno ad avere comunque gravidanze normali. E’ vero però che alcuni studi mettono in relazione l’aborto con la presenza di questi anticorpi nelle prime fasi della gravidanza. Infine, un altro meccanismo per cui la donna con disturbi della tiroide potrebbe avere problemi di fertilità riguarda l’invecchiamento precoce delle ovaie. “Anche in questo caso, non significa che tutte le donne con disfunzioni tiroidee vanno in menopausa precoce, anche perché l’età della menopausa dipende molto da fattori genetici ed ereditari. Allo stesso tempo, però, è vero che nelle donne che vanno incontro ad una perdita precoce della fertilità fino alla menopausa anticipata, o hanno difficoltà a produrre un buon numero di ovociti in seguito a stimolazione ovarica, è più frequente trovare problemi alla tiroide rispetto a donne che non hanno segni di invecchiamento precoce delle ovaie.

L’IMPORTANZA DEGLI ORMONI TIROIDEI IN CASO DI GRAVIDANZA
Non solo fertilità: gli ormoni tiroidei sono fondamentali per la maturazione del sistema nervoso centrale del feto, soprattutto durante i primi tre mesi della gravidanza. Se non opportunamente controllati, i disturbi della tiroide possono avere effetto anche sull’andamento della gravidanza. In particolare, ipotiroidismo e presenza di anticorpi anti-TPO potrebbero essere implicati, oltre che nel rischio di aborto, in anomalie dello sviluppo e della funzionalità della placenta, il che potrebbe esporre le donne che ne soffrono a un maggior rischio di eventi come pre-eclampsia e ritardo di crescita fetale.

In caso di ipertirodismo, un problema potrebbe essere legato all’assunzione di farmaci betabloccanti, utili per tenere sotto controllo la tachicardia dovuta al disturbo. Questi farmaci potrebbero comportare un ritardo di crescita fetale, per cui è necessario tenere sotto controllo la crescita con frequenti ecografie. Un altro problema può riguardare la presenza di particolari anticorpi chiamati TRAb. Queste molecole possono passare la placenta e raggiungere il feto, interferendo con lo sviluppo del cuore. In questi casi, quindi, si tiene sotto controllo anche lo sviluppo cardiaco del bambino in utero, anche con ecocardiografie fetali.

FUNGHI MEDICINALI PER LE MALATTIE DELLA TIROIDE (9)
I funghi medicinali rappresentano una cura efficace per le malattie della tiroide. In particolare si utilizzano Shiitake, Reishi e Agaricus per riportare il sistema immunitario in salute. L’associazione di questi tre funghi costituisce un vero e proprio protocollo, chiamato “Immunità e Pelle”, che da dieci anni garantisce risultati positivi in tutte le malattie dovute alle alterazioni del sistema immunitario come pure nelle dermatiti.

Al tempo stesso la vitamina C è importante per aumentare l’assorbimento dei tanti principi attivi presenti nei funghi medicinali. Nelle malattie autoimmuni questo protocollo di cura, contrasta in maniera efficace e a volte elimina del tutto l’auto-aggressione del sistema immunitario sull’organo aggredito, sulla tiroide o sugli altri organi colpiti riducendo e anche eliminando la produzione di auto-anticorpi patologici aggressivi.

Nella tiroidite di Hashimoto, infatti, riduce gradualmente gli auto-anticorpi (Ab-anti-TPO e Ab-anti-TG), che tendono a rientrare nella norma. Semplici esami di laboratorio ci permettono di monitorare tale diminuzione. Venendo meno l’auto-aggressione, viene meno l’inibizione della cellula tiroidea, che progressivamente torna a produrre normali quantità di ormoni tiroidei T4 e T3. In maniera graduale si assiste dunque a un ripristino delle funzioni tiroidee precedenti la malattia e lo stesso ipotiroidismo si risolve. È importante sottolineare che persino nei casi più compromessi perché di lunga durata, anche se non si raggiunge una vera e propria remissione della malattia, si ottengono comunque cospicui benefici, perché di fatto i sintomi della malattia si alleggeriscono. Similmente, Shiitake, Reishi e Agaricus riducono gli auto-anticorpi (Ab-anti-TSHR) anche nel morbo di Basedow, i quali tendono di conseguenza a normalizzarsi. Ottenuto questo importante risultato, la cellula tiroidea torna a produrre quantità normali di T4 e T3 e l’ipertiroidismo si risolve. Altre volte la patologia si alleggerisce, soprattutto quando la malattia va avanti da parecchi anni.

COME AGISCONO
Shiitake, Reishi e Agaricus riportano le difese immunitarie al top della loro efficienza, esercitando un’azione benefica non solo sul sintomo ma anche sulla causa stessa della patologia immunitaria. In particolare, Shiitake risana l’immunità intestinale (GALT: tessuto linfatico associato all’intestino), mentre Reishi e Agaricus rafforzano l’immunità periferica generale (MALT: tessuto linfatico associato a mucose e pelle), che presidia il resto dell’organismo.

NEL DETTAGLIO:
•lo SHIITAKE nutre i fermenti lattici, ricostruisce la flora batterica intestinale sana, che è la base, da un lato del sistema immunitario intestinale (GALT) e dall’altro lato della salute dell’intestino;
•il REISHI contrasta la produzione degli auto-anticorpi patologici, potenzia il sistema immunitario generale (MALT) ed esercita una potente azione antinfiammatoria cortison-like. Inoltre, riduce lo stress e l’ansia, che spesso accompagnano le malattie della tiroide. Contrasta il nervosismo e la tachicardia, assai frequenti nell’ipertiroidismo (morbo di Basedow)
•l’AGARICUS contrasta la produzione degli auto-anticorpi patologici e potenzia il sistema immunitario generale (MALT).

SHIITAKE, REISHI E AGARICUS: EFFETTI MULTIPLI
Questi tre funghi medicinali producono risultati eccellenti non solo nella tiroidite di Hashimoto e nel morbo di Basedow, ma, più in generale, nelle malattie autoimmuni, che – come abbiamo già sottolineato in apertura – sono accomunate da un identico meccanismo auto-aggressivo. Non solo. Anche nelle patologie su base immunitaria e infiammatoria, il rafforzamento del sistema immunitario permette di contrastare un gran numero di patologie che insorgono nel nostro organismo semplicemente perché le difese immunitarie sono troppo basse. Shiitake, Reishi e Agaricus riescono quindi a contrastare malattie influenzali, infiammatorie, infettive, allergiche, riportando il sistema immunitario alla sua piena efficienza.

Il “Protocollo Immunità e pelle” è molto utile nelle malattie allergiche, dove produce risultati eccellenti, ma anche nelle dermatiti. I benefici prodotti da questi funghi curativi sono molteplici, e non riguardano solo immunità e pelle, perché ogni fungo esercita azioni su diversi organi e apparati dell’organismo. Reishi per esempio agisce in maniera positiva su fegato, cuore, cervello, aumenta l’energia personale, è antidepressivo, ansiolitico e utile per le irregolarità mestruali. L’Agaricus aumenta l’energia personale, è antidepressivo, rimette in salute il fegato, è utile nel diabete, nel morbo di Parkinson ed è un brucia-grassi. Lo Shiitake ripristina le funzioni dell’intestino rinvigorendo la flora intestinale, elimina il gonfiore, rafforza moltissimo i denti (contrasta la placca dentale e il tartaro) e le ossa.

Un’ultima, fondamentale considerazione: questi funghi medicinali possono essere associati tranquillamente ai farmaci con notevoli benefici. Aggiunti alla terapia farmacologica convenzionale, infatti, non solo riducono gli effetti collaterali dei farmaci, ma migliorano i risultati della cura.

FONTI:
1. https://www.alessandragraziottin.it/it/articoli.php/Tiroide-e-infertilita-una-correlazione-poco-conosciuta?EW_FATHER=23325&ART_TYPE=VODOM
2. https://criagyn.com/tiroide-e-infertilita-femminile/
3. Impatto della malattia della tiroide sulla fertilità e sul concepimento assistito (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1521690X20300051)
4. Istituto Superiore di Sanità, tiroiditi;
5. Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, Tiroide e Gravidanza, Linee guida nazionali di riferimento;
6. Società Italiana di Endocrinologia, Ipotiroidismo e gravidanza;
7. Impact of thyroid disease on fertility and assisted conception, Clinical Endocrinology and Metabolism, 2020;
8. American Thyroid Association, Guidelines for the Diagnosis and Management of Thyroid Disease During Pregnancy and the Postpartum, 2017
9. https://dottorardigo.it/malattie-della-tiroide-funghi-medicinali-latticini/




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