SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Ora al D'Amore Hospital di Taranto si combatte il tumore al seno con la tecnica del 'linfonodo sentinella'

27/05/11

La struttura ospedaliera pugliese, che fa capo al Gruppo Villa Maria, si prepara ad effettuare circa 350 interventi chirurgici all’anno dedicati alle cure delle patologie della mammella, in convenzione con l'ASL di Taranto.

Da qualche settimana, grazie alla collaborazione ed alla disponibilità dell’ASL di Taranto, presso il D’Amore Hospital di Taranto il tumore al seno si combatte con la “tecnica del linfonodo sentinella”. Negli ultimi anni, infatti, l’approccio chirurgico contro il tumore alla mammella è radicalmente migliorato grazie ad un approccio “multidisciplinare” che consente, con tecniche meno invasive, nei tumori di piccole dimensioni di evitare lo svuotamento dei linfonodi ascellari. «Oggi al D’Amore Hospital siamo in grado di offrire il percorso completo di diagnosi e cura del tumore della mammella, dalla mammografia all’ecografia, dalla risonanza magnetica alla biopsia, dall’intervento chirurgico demolitivo o conservativo con rilevazione del linfonodo sentinella alla ricostruzione mammaria - dichiara l’avvocato Alberto Dimitri, Amministratore Delegato della struttura ospedaliera accreditata con il S.S.R. - La collaborazione avviata sin dal luglio 2010 con il dottor Pietro Fedele, cui è affidata la responsabilità dell’area chirurgica senologica, ci consente oggi di trattare circa 350 interventi chirurgici all’anno dedicati alle cure delle patologie della mammella. Accanto a ciò, l’Unità Operativa di Diagnostica per Immagini, la cui responsabilità è affidata al dottor Giuseppe Farchi e nella quale collabora il dottor Dario Boccuni, già referente del servizio di Senologia dell’Ospedale Perrino di Brindisi, in virtù del budget assegnato dall’ASL di Taranto, è oggi nella disponibilità di effettuare oltre cento mammografie ed ecografie mammarie al mese».
Ma cosa comporta la tecnica del linfonodo sentinella? Va innanzitutto premesso che lo svuotamento ascellare, considerato da sempre un intervento importante, può dare in molte pazienti delle complicanze, quali linfedema del braccio e parestesie. Negli anni si è notato che l’interessamento di mestastasi nei linfonodi ascellari è in relazione al diametro del tumore primitivo nella mammella e che almeno il 70 per cento dei casi di svuotamento ascellare nei tumori di piccole dimensioni risulta un intervento inutile, considerando che tali pazienti non presentano metastasi nei linfonodi. Il presupposto su cui si basa la metodica del linfonodo sentinella è che il drenaggio linfatico proveniente da una determinata regione anatomica della mammella segue una via di deflusso definita, che conduce sempre ad uno specifico linfonodo. Con il termine quindi di “linfonodo sentinella” si intende il primo linfonodo del primo livello che riceve la linfa proveniente dal tumore e quindi quello che potrebbe diffondere le cellule neoplastiche ai successivi linfonodi del primo, secondo e terzo livello. Dunque, identificando il primo linfonodo sede di drenaggio del tumore, e dalla sua analisi si ottengono esaurienti informazioni prognostiche e terapeutiche, evitando un’inutile linfectomia ascellare totale. La paziente che può essere sottoposta a tale tecnica è colei che presenta un tumore della mammella con un diametro inferiore ai tre centimetri. Alcune ore prima dell’intervento chirurgico le viene praticata un’iniezione di un marcatore quale il tecnezio; dopodiché una particolare apparecchiatura munita di gamma camera legge la presenza di tale marcatore a livello ascellare del linfonodo interessato. In sede operatoria, dopo aver asportato il tumore, viene praticata una piccola incisione cutanea nel cavo ascellare e una volta individuato il linfonodo sentinella viene asportato e mandato all’anatomopatologo per lo studio istologico. In caso di positività si procede allo svuotamento ascellare completo, altrimenti si evita tale procedura con evidenti benefici per la paziente.

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