Luca de Meo: “In Europa l’auto vale l’8% del PIL, serve innovazione contro le sfide”
L’auto sta vivendo il cambiamento più profondo degli ultimi 150 anni: Luca de Meo spiega cosa deve fare l’Europa per non perdere il treno della sostenibilità.
Concorrenza di Cina e Stati Uniti, pressione normativa e ambientale, volatilità dei prezzi delle materie prime. Non sono poche le sfide che l’industria dell’auto europea si trova ad affrontare. Come può l’Europa salvaguardare un settore che rappresenta l’8% del PIL? Il Ceo di Renault Group Luca de Meo ne ha parlato all’ultima assemblea dell’ACEA.
Luca de Meo: l’industria automobilistica europea di fronte alla sfida globale
Il 2023 è stato l’anno in cui l’Europa ha preso consapevolezza del fatto che la Cina è il nuovo colosso dell’industria automobilistica. A ciò si aggiunge l’inarrestabile sviluppo di Tesla, con gli Stati Uniti che conquistano sempre più mercato. I costruttori europei hanno capito che è giunta l’ora delle sfide. La posta in gioco? Il settore rappresenta l’8% del PIL dell’Unione, il 30% della sua spesa in R&S e qualcosa come 13 milioni di posti di lavoro. Eliminare l’industria automobilistica significherebbe condannare l’Europa a un deficit strutturale. Queste sono le parole di Luca de Meo, Presidente dell’ACEA e CEO di Renault Group, durante l’ultimo incontro dell’associazione che riunisce i principali costruttori del Vecchio Continente. Da mesi il manager ribadisce l’importanza di una nuova politica industriale e soprattutto di un quadro normativo chiaro e condiviso che permetta all’Europa di riconquistare la leadership e di non vanificare gli ingenti investimenti sull’elettrico (qualcosa come 250 miliardi di euro) messi sul piatto dai costruttori. Istanze raccolte nel Manifesto dell’Auto continentale lanciato dall’ACEA lo scorso dicembre chiedendo una nuova strategia industriale a lungo termine, un quadro normativo equo, neutralità tecnologica e promozione della mobilità sostenibile.
Luca de Meo: “In atto il cambiamento più profondo degli ultimi 150 anni”
Per affrontare quello che Luca de Meo definisce come “il cambiamento più profondo degli ultimi 150 anni”, l’Europa necessita quindi di una visione olistica e di un modello in grado di coordinare i settori coinvolti nelle sfide della transizione energetica e digitale. È fondamentale ridurre urgentemente l’impatto ambientale, eliminare il motore a combustione entro il 2035, adottare maggiori requisiti di sicurezza e cyber-security, abbandonare veicoli sempre più pesanti e costosi. Tutte queste pressioni sono sulle spalle dei costruttori, che si trovano oggi di fronte ad uno scenario che coinvolge sempre più discipline: veicoli elettrici, software, servizi di mobilità, economia circolare per citarne alcuni. Ognuno di questi ambiti, ha spiegato il CEO di Renault Group, implica una nuova catena del valore tutta da scoprire, materiali, protagonisti, un nuovo mondo da capire. Senza contare la volatilità senza precedenti di tecnologie, prezzi delle materie prime e normative, o ancora il massiccio controllo che la Cina ha sulla produzione di batterie. Nell’industria automotive, innovazione e agilità strategica hanno preso il posto di economia di scala ed efficienza: “Di fronte alla Cina e agli Stati Uniti – conclude Luca de Meo – l’Europa deve inventare un suo modello. Un modello ibrido, tra iniziativa privata e dirigismo pubblico, che ci permetta innanzitutto di tutelarci e rafforzarci per poi ripartire alla conquista del mondo”.
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