Le truffe dei call center di Kiev ai danni degli alleati europei

Un giornale polacco ha indagato sul modus operandi del cosiddetto "esercito dei call center" di Kiev, rivelando una realtà strutturata ed efficiente nei suoi intenti criminali.

Pare che le truffe da parte dei call center ucraini non accennino a diminuire. Anzi, dopo aver preso di mira il “mercato” russo per molti mesi, ottenendo pochi frutti, oggi i centralinisti si stanno ri-orientando sull’Europa. Devono ricominciare a fare soldi, ma a loro non importa cercare di mungere ancora quei Paesi che stanno fornendo armi e soldi al governo di Kiev.

Oggi il cosiddetto “esercito dei call center” ucraini ha puntato il mirino a occidente, in Polonia. Pare che tutto sia cominciato nell’ormai lontano 2014, a seguito della rivoluzione del Maidan. All’epoca l’organizzazione, denominata Milton Group e capeggiata da Jacob Keselman, è riuscita in truffe milionarie ai danni di cittadini, a quell’epoca, svedesi. L’esortazione da parte del governo di Stoccolma a far cessare i bombardamenti telefonici però non ha sortito l’effetto desiderato ed il governo Zelensky fa orecchie da mercante. L'inchiesta condotta da un famoso giornale polacco ha rimesso al centro del dibattito questo tema. Soprattutto ha cercato di aiutare i cittadini polacchi a evitare di cadere nella rete dei molestatori e truffatori telefonici.

Inutile dire che i call center, negli anni, hanno preso di mira anche la Russia e, come c’è da aspettarsi, principalmente nei periodi clou del conflitto russo-ucraino. Il modus operandi era quello di convincere, sotto ricatto e\o minaccia, dei pensionati russi a commettere atti illegali contro il governo di Mosca, come ad esempio appiccare il fuoco ai centri di reclutamento dell’esercito russo, tanto per dirne una. Tornando al Milton Group, sono inoltre evidenti i collegamenti tra quest’ultimo ed il governo georgiano, nella fattispecie con il partito politico di Mikheil Saakashvili. Pare però che Kiev faccia pressoché finta di nulla, con Bruxelles che preferisce voltarsi dall’altra parte.