La pandemia colpisce le aree più deboli
Per Confesercenti necessari investimenti, progetti di sostegno e sviluppo in particolare per la montagna
“La pandemia sta pesantemente mettendo in crisi il territorio dell’Appennino emiliano-romagnolo, che già subiva difficoltà e disagi, accentuando i problemi e le carenze ed esponendo questi territori al rischio di spopolamento”. È quanto si legge in una nota della Confesercenti Emilia Romagna che sta conducendo un’analisi in profondità sugli effetti che sta avendo l’attuale situazione sul territorio regionale.
“I settori del turismo, del commercio, della ristorazione e dei servizi alla persona – continua la nota – rischiano di vedere persi migliaia di imprese e di posti di lavoro e questa dinamica avrà effetti ancor più pesanti sull’Appennino, dove già centinaia di imprese di questi settori stanno pensando seriamente di non riaprire più i battenti”. Per cercare di limitare i danni, secondo Confesercenti, occorre dare prospettive concrete a chi abita su questi territori, con progetti in grado di generare posti di lavoro. Consentendo, infatti, alle persone di abitare e lavorare sul territorio si garantisce automaticamente anche il presidio e la salvaguardia ambientale di un ecosistema fondamentale anche per le città e la pianura.
In questa logica rientra, ad esempio, il collegamento fra il Corno alle Scale e Cutigliano, in Toscana, che aprirebbe prospettive di fruizione della montagna sia nel periodo invernale che estivo consentendo l’accesso anche alle persone più fragili.
“È un progetto praticamente già finanziato - affermano Elisabetta Pasquali e Tania Bernabei, titolari di due alberghi a Vidiciatico, nel comune di Lizzano in Belvedere – e di cui si parla da alcuni anni. Un progetto su cui chi abita in queste zone conta perché in grado di rivitalizzare un’economia che si sta spegnendo nonostante gli sforzi e gli investimenti prodotti di chi qua è nato e vorrebbe continuare a vivere. La salvaguardia del nostro ambiente è una priorità per chi lavora nel turismo e crediamo che, grazie alle moderne tecniche di realizzazione, oggi si possano realizzare impianti nel rispetto del territorio. È importante, però, che si proceda in fretta per non rischiare di trasformare le nostre montagne in musei disabitati.”