SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

La natura può essere di aiuto in caso di fibromialgia

La fibromialgia, anche detta sindrome fibromialgica (FMS, dall’inglese fibromyalgia syndrome), è una patologia cronica caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso, disturbi del sonno, fatica cronica, alterazioni neurocognitive e molti altri sintomi, come la cefalea o la sindrome del colon irritabile.

FotoLa Fibromialgia è una forma comune di dolore muscoloscheletrico diffuso e di astenia che colpisce prevalentemente le donne. Il dolore è il sintomo predominante. si manifesta in tutto il corpo, sebbene possa iniziare in una sede localizzata, come il collo e le spalle, e successivamente diffondersi in altre sedi. Il dolore fibromialgico viene descritto in una varietà di modi comprendenti la sensazione di bruciore, rigidità, contrattura, tensione ecc.

La Fibromialgia è inoltre caratterizzata da intensa stanchezza, già presente al risveglio mattutino, che si associa ad un corteo di sintomi neurovegetativi che spesso portano il malato a consultare molteplici specialisti e ad eseguire innumerevoli indagini di laboratorio e strumentali, prima che la diagnosi venga definita. Tra questi sono assai frequenti: disturbi intestinali, disordini del ciclo mestruale, cefalea, tachicardia, dispnea, ansia e depressione del tono dell'umore.
Per tali motivi la Fibromialgia, così definita dal reumatologo, viene diversamente denominata da altri specialisti che affrontano aspetti diversi di un'unica sindrome: colon irritabile dal gastroenterologo, cefalea muscolotensiva dal neurologo, sindrome dismenorroica non classificabile dal ginecologo, sindrome da intolleranze multiple non allergiche dall'allergologo, dolore toracico idiopatico dal cardiologo, ecc.

La fibromialgia può manifestarsi in diverse forme, influenzando vari aspetti della vita quotidiana delle persone colpite. Sebbene non esistano classificazioni ufficiali, è possibile distinguere tra:
• Fibromialgia primaria: questa forma si sviluppa senza una causa apparente ed è la più comune. I pazienti con fibromialgia grave primaria sperimentano dolore muscolare diffuso, stanchezza cronica e disturbi del sonno, senza la presenza di altre patologie sottostanti. In alcuni casi la fibromialgia fa perdere peso, senza volontari cambiamenti nella dieta o nell’attività fisica. La Fibromialgia primaria è una condizione frequente (circa il 2% della popolazione) e colpisce preferenzialmente, senza esclusione di età, le donne (M/F = 1/9). Tra le affezioni muscoloscheletriche è seconda solo all'osteoartrosi.
• Fibromialgia secondaria: in questo caso insorge in concomitanza con altre malattie croniche, come l'artrite reumatoide, il lupus o altre condizioni autoimmuni. La presenza di queste patologie può aggravare i sintomi della fibromialgia, rendendo più difficile la gestione del dolore e della fatica.
• Fibromialgia localizzata: in questa variante, i sintomi sono concentrati in specifiche aree del corpo, come le gambe, causando sintomi intensi e localizzati. Ad esempio, i pazienti possono sperimentare bruciore della pelle, dolori muscolari intensi e rigidità limitata a particolari regioni corporee.

Riconoscere i vari tipi di fibromialgia è fondamentale per comprendere i sintomi e le cause specifiche, oltre a individuare le cure efficaci. Conoscere la distinzione tra queste forme può aiutare a scegliere le terapie più adatte, incluse le cure naturali, migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti.

Non è nota la causa della Fibromialgia e la patogenesi è ancora scarsamente chiarita. Sicuramente, come dimostrato in patologia comparata, è centrale (presente in ogni soggetto) un disturbo del sonno e del riposo notturno.
Tra le principali cause che possono contribuire allo sviluppo della fibromialgia troviamo:
• Genetica: la fibromialgia può avere una componente ereditaria, aumentando il rischio in chi ha familiari affetti.
• Infezioni: alcune infezioni virali o batteriche possono scatenare o aggravare i sintomi della fibromialgia.
• Traumi fisici o emotivi: eventi traumatici possono innescare la comparsa della fibromialgia.
• Anomalie del sistema nervoso centrale o squilibri chimici nel cervello: disturbi nella trasmissione del dolore o singolarità nei livelli di neurotrasmettitori possono influire sulla percezione del dolore stesso.

Questi malati sono inoltre accomunati dalla sensazione di stanchezza maggiore al risveglio mattutino, rispetto alla sera precedente. Al dolore si accompagnano contratture dolorose muscolari di entrambi i cingoli e paravertebrali, anch'esse più intense al risveglio. Questi malati hanno scarsa resistenza allo sforzo e alla concentrazione prolungata. Questa spesso viene imputata della cefalea.
La riduzione, dimostrata negli animali, di serotonina e di altri neurotrasmettitori, a livello encefalico è responsabile della riduzione della soglia del dolore e della amplificata percezione di stimoli dolorosi e neurovegetativi. Questa osservazione giustifica il largo impiego di anti-depressivi che viene fatto per la terapia di questi soggetti. Nei soggetti con sono stati riscontrati ridotti livelli serici di serotonina e incrementati livelli di sostanza P, rispetto ai soggetti sani.

Una disfunzione del sistema nervoso centrale potrebbe essere la causa alla base della fibromialgia. Ad affermarlo, è uno studio pubblicato su The Journal of Pain dai ricercatori della Louisiana State University, secondo cui il dolore fisico che affligge le pazienti affette da questa patologia potrebbe essere associato alla presenza di anomalie cerebrali in risposta ad esperienze stressanti.
L`ippocampo è una regione del cervello che può essere stimolata da una varietà di patologie legate agli effetti dello stress, tra cui proprio la fibromialgia, un disturbo che provoca l`insorgenza di un dolore diffuso in tutto l`organismo. Nonostante le cause della malattia siano ancora in parte sconosciute, molti studiosi ritengono che alla basa vi sia il coinvolgimento del sistema nervoso centrale.
Per confermare questa ipotesi, i ricercatori americani hanno analizzato le scansioni cerebrali di 16 pazienti affette da fibromialgia e di 8 donne sane della stessa età tramite la risonanza magnetica spettroscopica. Gli studiosi si proponevano di verificare il ruolo svolto dall`ippocampo in risposta ai sintomi della fibromialgia, in particolare la percezione del dolore, la cognizione e la modulazione della risposta del sistema nervoso centrale allo stress.
Dai risultati è emerso che l`esposizione cronica a eventi stressanti produce un aumento dell`attività ippocampale che, secondo gli esperti, potrebbe essere connessa all`intensa sensazione di dolore (o iperalgesia) sperimentata dalle pazienti affette da fibromialgia.

Secondo gli specialisti, dunque, la causa della fibromialgia potrebbe essere ricondotta ad alcune anomalie del sistema nervoso: la iperstimolazione dell`ippocampo inibirebbe l`attività cerebrale che regola le reazioni allo stress, e di conseguenza abbasserebbe la soglia della percezione del dolore, dando vita alla iperalgesia che caratterizza la fibromialgia.

Sintomi caratteristici presenti nella maggior parte dei pazienti
• disturbi del sonno (sonno notturno poco profondo e non ristoratore)
• cefalea muscolotensiva o emicranica
• sensazione di stanchezza (astenia)
• rigidità mattutina (specie al collo e alle spalle)
• colon irritabile (stipsi e/o diarrea)
• parestesie (costituite da formicolii e sensazioni simili a punture)
• bruciore a urinare
• sensazione di gonfiore alle mani
• dolori al torace
• perdita di memoria
• difficoltà di concentrazione
• disturbi della sfera affettiva (ansia e/o depressione)

FIBROMIALGIA E ALIMENTAZIONE
Numerosi pazienti affetti da FM hanno riferito un miglioramento dei sintomi nel corso di diete a basso contenuto di grassi che stavano seguendo per perdere peso. Non esiste una dieta specifica per la FM, ma certamente per una patologia che si esprime con dolore e stanchezza muscolare l'alimentazione ha un ruolo decisivo. Delle numerose proposte di regimi dietetici quella che più corrisponde alla esperienza di numerosi pazienti è quella del Dr. Thomas Weiss, il quale ha recentemente pubblicato un testo monografico sull'argomento (non disponibile però in italiano), del quale vengono riportate le indicazioni principali nel Sito dei Fibroamici.

I consigli alimentari utili ai pazienti affetti da FM possono quindi essere così riassunti:
1. ridurre il più possibile lo zucchero, specie se bianco e raffinato, dunque anche i dolci, merendine, marmellate industriali; impiegare di preferenza lo zucchero di canna non raffinato;
2. una dieta vegetariana (con l'adeguato apporto di proteine vegetali) o comunque con pochissima carne rossa è più favorevole, data la scarsa capacità di drenaggio delle tossine dai tessuti, propria del fibromialgico. Fonti di proteine animali da preferire: pesce, pollame, coniglio, uova, latticini e formaggi se non si hanno intolleranze al lattosio o colesterolo alto;
3. mangiare molta frutta e verdura fresca di stagione, meglio se da agricoltura biologica, per l'azione antiossidante delle vitamine e per l'apporto di sali minerali ottimo l'impiego di cereali integrali (pasta integrale, riso, farro ecc.) ben cotti; in presenza di disturbi gastrointestinali, questi andranno introdotti nella dieta poco a poco, all'inizio con tempi di cottura ancora più lunghi. Meglio condirli con olio d'oliva (per la presenza di vitamine e acidi grassi insaturi) e ci si può sbizzarrire nell'uso di tutte le erbe aromatiche. Da limitare l'impiego delle solanacee (pomodori, melanzane, patate, peperoni) perchè facilmente scatenanti reazioni di intolleranza alimentare con manifestazioni a livello muscolare
4. ridurre l'apporto di sale per evitare i ristagni e gli edemi, frequenti nella FM;
5. per la stessa ragione, bere molto: non bevande zuccherine (Coca Cola, aranciata ecc.) né succhi di frutta ma preferibilmente acqua, infusi, tisane. Limitare l'uso di caffé e tè, preferire il tè verde e l'orzo o il malto. Non ha controindicazioni un bicchiere di vino ai pasti, meglio se rosso (ha proprietà antiossidanti); evitare invece i superalcolici. Per supplire alla mancanza del caffé è possibile utilizzare altre sostanze che diano più tono senza eccitare il sistema nervoso: complessi vitaminici, la pappa reale, l'alga spirulina (quest'ultima a condizione che il fegato sia in buone condizioni, e non per lungo tempo). Poco indicato invece il Ginseng: è un tonico efficace, in genere, ma nella FM può aumentare la contrattilità muscolare e il livello di dolore, ed eventualmente le difficoltà a riposare la notte;

COSA FARE SE SI È IN GRAVIDANZA
Non esistono molti studi che spieghino con precisione che tipo di relazione possa stabilirsi tra gravidanza e malattia fibromialgica, ma si può affermare che, nella maggior parte dei casi, la maternità provochi un'acutizzarsi dei sintomi della malattia, soprattutto nell'ultimo trimestre. Le testimonianze di molte donne smentiscono, invece, queste 'credenze' descrivendo anzi il periodo della gravidanza come un momento in cui si sentivano meglio. Sicuramente, a influenzare la sintomatologia fisica, influisce l'umore della paziente e l'aumentata produzione di un ormone, la relaxina, che migliora i sintomi muscolari.

LA FIBROMIALGIA RICHIEDE UN APPROCCIO INTEGRATO PER LA GESTIONE DEI SINTOMI
Tra le cure naturali per la fibromialgia troviamo:
• Rimedi naturali per i dolori muscolari o articolari: come per esempio curcuma, boswellia e artiglio del diavolo, magnesio, coenzima Q10, noti per alleviare l’infiammazione e il dolore.
• Rimedi naturali per la stanchezza fisica e mentale: ginkgo biloba o eleuterococco per la mente o carnitina e creatina, per la stanchezza fisica.
• Rimedi naturali per l'umore e lo stress: integratori di melatonina e rhodiola rosea aiutano a migliorare sonno umore e a gestire lo stress. Se soffri di disturbi del sonno, qui puoi trovare tutti gli integratori utili per migliorare il riposo: Integratori per il sonno.
• Rimedi topici naturali: come gel o creme a base di arnica e artiglio del diavolo per un'azione lenitiva e antinfiammatoria.
STUDIO CELLFOOD E FIBROMIALGIA
Gli integratori multifunzionali antiossidanti Cellfood® possono essere un ottimo aiuto contro la fibromialgia.

Di notevole valenza scientifica lo studio condotto su pazienti affetti da Fibromialgia presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Scienze Immunologiche, sezione di Reumatologia, dell’Università di Siena. Tale studio ha valutato l’efficacia di CELLFOOD come coadiuvante nel trattamento della sindrome fibromialgica. I risultati sono stati sorprendenti: dopo 12 settimane di trattamento, si è osservata un’attenuazione statisticamente significativa, rispetto al placebo, della sintomatologia dolorosa, della debolezza muscolare, della stanchezza al risveglio e ad un miglioramento generale dei disturbi associati alla riduzione del tono dell’umore.

Efficacia di Cellfood nel trattamento della fibromialgia
Le più recenti ricerche scientifiche hanno ribaltato la comprensione delle cause di malattie infiammatorie croniche come l’artrite reumatoide, le miopatie, la fibromialgia. Ormai è chiaro che queste malattie non sono più ad eziologia ignota, ma sono l’espressione di un segnale di risposta alterato a stimoli ambientali, siano essi alimentari, psichici o tossici. La recente comprensione della azione delle adipochine sulla induzione della artrite reumatoide è altamente esemplificativa. Nella stessa linea è da inserire la azione di Cellfood (il nome della sostanza è lo stesso del “brand name”) che da anni viene utilizzato come complemento alimentare antiossidante a supporto di patologie infiammatorie croniche come appunto l’artrite o la fibromialgia. Da pochissimo questa sua utilità, fino ad ora basata sull’esperienza degli utilizzatori e su lavori osservazionali, ha raggiunto il livello di documentazione scientifica grazie a un lavoro universitario effettuato in cieco, e con confronto con placebo, su donne fibromialgiche insensibili ad altri tipi di trattamento.

Il lavoro, pubblicato alla fine del 2007 su Reumatismo (Nieddu ME et al, Reumatismo 2007 Oct-Dec;59(4):316-21) è stato portato a termine dal gruppo di lavoro del prof. Marcolongo dell’Università di Siena.
Un gruppo di 40 donne fibromialgiche, di età compresa tra i 37 e i 45 anni, ha confrontato l’effetto di Cellfood nei confronti del placebo per un periodo di 6 mesi, su alcune delle tipiche caratteristiche della fibromialgia. Dolore soggettivo, dolorabilità ai tender points, e sullo stato generale di salute correlato a un questionario validato.

I risultati sono stati oltremodo positivi e Cellfood ha documentato una azione netta e significativa dal punto di vista statistico su ansia, stanchezza, dolore, stato generale.
La sostanza agisce grazie alla sua potente azione antiossidante sui sistemi biologici, integrandola con l’apporto di oligoelementi indispensabili, a basso dosaggio, per il corretto riequilibrio di molte funzioni organiche. L’aspetto fondamentale è che in una patologia multifattoriale come quella fibromialgica, una sostanza come Cellfood arriva ad agire su più componenti eziologiche, aiutando ad esempio sia la componente di astenia e stanchezza, sia quella connessa alla componente depressiva spesso presente, sia quella legata alla attivazione metabolica connessa al miglioramento della respirazione cellulare.
Considerata la diffusione di forme patologiche intermedie, simili alla fibromialgia, l’impiego di Cellfood, che rimane un integratore alimentare, apre la possibilità di un supporto efficace e semplice per una grande parte delle patologie croniche di tipo reumatologico.
Ricerca scientifica pubblicata: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/?term=cellfood
Fonte: https://www.cfuitalia.it/studio-cellfood-e-fibromialgia/

BIBLIOGRAFIA:
1. Fibromyalgia (https://medlineplus.gov/fibromyalgia.html)
2. New insights into the genetics of fibromyalgia (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29056037/)
3. Fibromyalgia: Pathogenesis, Mechanisms, Diagnosis and Treatment Options Update (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33918736/)




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