Irpef 2025: chi rischia di pagare più tasse e perché
La nuova riforma Irpef introduce tre aliquote, ma rischia di penalizzare il ceto medio e i redditi medio-alti: ecco chi pagherà di più e perché.
Con l’introduzione delle nuove aliquote Irpef previste per il 2025, molti contribuenti italiani potrebbero trovarsi a pagare più tasse. Questo cambiamento, frutto della riforma fiscale approvata dal governo, mira a semplificare il sistema, ma potrebbe generare effetti collaterali significativi per alcune fasce di reddito.
Le nuove aliquote Irpef
La riforma ridurrà il numero delle aliquote da quattro a tre, con le seguenti fasce:
23% per i redditi fino a 15.000 euro, invariata rispetto al passato.
27% per i redditi compresi tra 15.001 e 50.000 euro.
43% per i redditi superiori ai 50.000 euro.
La fascia intermedia rappresenta la novità principale: un’aliquota unica al 27% sostituirà le precedenti aliquote del 25% (15.001-28.000 euro) e del 35% (28.001-50.000 euro).
Chi pagherà di più?
La rimodulazione potrebbe favorire i redditi più bassi e quelli più alti, ma penalizzare i contribuenti con redditi tra 28.000 e 50.000 euro. Questi ultimi, che in passato erano soggetti a un’aliquota del 35%, pagheranno di meno solo per redditi vicini ai 28.000 euro. Tuttavia, chi si avvicina ai 50.000 euro vedrà un incremento netto della pressione fiscale, dovuto al salto al 43% oltre tale soglia.
Un esempio di simulazione:
Un reddito di 35.000 euro avrà un beneficio marginale, ma per chi guadagna 45.000 euro, il peso delle tasse sarà leggermente più elevato rispetto al sistema attuale.
Per i redditi superiori ai 50.000 euro, l’impatto sarà più significativo, con il 43% applicato sull’intera parte eccedente.
Gli obiettivi della riforma
L’intento dichiarato del governo è quello di incentivare la produttività, riducendo il cuneo fiscale e semplificando il sistema. Tuttavia, gli esperti sottolineano che l’effetto redistributivo potrebbe essere insufficiente per ridurre significativamente le disuguaglianze.
Critiche e dubbi
Sindacati e associazioni di categoria temono che questa riforma possa colpire il ceto medio, già gravato dall’aumento del costo della vita e dall’inflazione. Allo stesso tempo, i lavoratori autonomi e i professionisti rischiano di affrontare una pressione fiscale meno equa rispetto ai dipendenti.
L’effetto delle nuove aliquote Irpef dipenderà fortemente dalle condizioni economiche e dall’efficacia delle misure di accompagnamento, come deduzioni e agevolazioni. Tuttavia, è chiaro che i contribuenti con redditi medio-alti dovranno prepararsi a possibili aumenti delle imposte, con un impatto potenzialmente negativo sul potere d’acquisto. Il dibattito è appena iniziato e sarà cruciale osservare come il governo gestirà le reazioni sociali e politiche a questa riforma.