IMPERO SOVRANO DI HALA’IB: l’impero tra i 2 deserti
L’Impero Sovrano di Hala’ib è una monarchia costituzionale fondata nel 2025 da Enrico I dei Lanza, con sede operativa in Italia. Il progetto rivendica la sovranità sul Triangolo di Hala’ib e su Bir Tawil, proponendo una soluzione neutrale e pacifica alle dispute territoriali tra Egitto e Sudan, nel rispetto della Convenzione di Montevideo.
L’Impero nasce con l’obiettivo di offrire una proposta geopolitica neutrale, strutturata e conforme al diritto internazionale, per la gestione di due aree oggi prive di una governance condivisa. A tal fine, è stata inviata una Proposta formale di riconoscimento alle Nazioni Unite, firmata dall’Imperatore Enrico I dei Lanza.
La fondazione dell’Impero Sovrano di Hala’ib si basa sui principi della Convenzione di Montevideo del 1933, che definisce i criteri per la statualità: territorio definito, popolazione permanente, governo organizzato e capacità di relazioni internazionali.
Nel dettaglio:
• Il Triangolo di Hala’ib, attualmente abitato e conteso tra Egitto e Sudan, viene unificato a Bir Tawil, territorio disabitato e non rivendicato (terra nullius), creando così un’entità coerente e continua.
• Il governo dell’Impero è strutturato come monarchia costituzionale, con una Costituzione sovrana, un sistema nobiliare regolamentato e una struttura giuridica indipendente, comprensiva di Corte Suprema, Altissima Assise e Tribunale Imperiale.
• La sede operativa si trova in Preganziol, Provincia di Treviso (Italia), a garanzia della neutralità geopolitica.
L’Impero è dotato di bandiera ufficiale, stemma imperiale e simboli di Stato, già presentati nelle sedi competenti. La cittadinanza è aperta a coloro che condividono i principi dell’Impero e agli abitanti delle terre rivendicate.
A differenza di molte iniziative simboliche o teoriche, l’Impero Sovrano di Hala’ib si distingue per serietà giuridica, coerenza istituzionale e visione diplomatica.
Il fondatore, Enrico I dei Lanza, ha dichiarato:
“Questa non è solo una proposta territoriale, ma un progetto per il dialogo, la neutralità e la cooperazione in una delle zone più ignorate dalla geopolitica internazionale.”