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I viaggi incentive e il marketing interno: una proposta di TWT

21/01/09

Il percorso d’incentivazione può essere portato fuori dalle convenzioni della comunicazione aziendale, in una dimensione ludica o di simulazione attraverso la quale si creino nuovi stimoli legati all’emozione e all’esperienza.

Definiamo il viaggio incentive come un viaggio speciale che unisca ai significati romantici e quasi innati del viaggio, contenuti opportunistici aziendali di premiazione e gratificazione.
L’incentive si offre ai dipendenti, in una operazione di marketing interno oppure ai clienti più importanti e non è prerogativa solo della grandi imprese.
In Italia, purtroppo, il potere decisionale circa le opportunità dei viaggi incentive si è spostato dai massimi vertici strategici agli uffici acquisti, dove, senza togliere nulla alla professionalità dei purchasers, si tengono giustamente in considerazione soprattutto costi e sicurezza.
L’incentive, si fonda su un messaggio di tipo strategico e pertanto è legato a scelte tecniche non solo di alto valore qualitativo, ma anche di grande contenuto emozionale fatte per vendere di più e meglio.
A volte nell’incentive sono previste brevi riunioni in cui si presentano obiettivi aziendali oppure si tirano le somme su quanto è stato fatto. Ma le sale riunioni sono oggi troppo piccole per ospitare “l’ego” di coloro che hanno meritato tale gratificazione da parte dell’azienda.
Dall’esperienza dei Paesi anglosassoni, si tende a portare il percorso d’incentivazione fuori dalle convenzioni della comunicazione aziendale, in una dimensione ludica o di simulazione attraverso la quale si creino nuovi stimoli legati all’emozione e all’esperienza. Per esempio, ci è capitato di organizzare in Sud Africa un safari a piedi in una riserva privata con una prova di orienteering. In una attività dai toni avventurosi, come questa, si esalta il valore della metafora e si creano occasioni insolite per stimolare la creatività e lo spirito di adattamento dei partecipanti.
È pacifico che Incentivano la produttività quelle aziende che hanno una forte propensione commerciale ed un ampio portafoglio clienti.
A queste aziende che scelgono l’incentive come raffinato strumento di marketing, si chiede di esercitare l’arte della comunicazione con il “cuore” attraverso l’ascolto attivo dei desideri dei premiati.
Così non è importante dove si scelga di volare, ma cosa andremo a fare laggiù, cosa impareremo, cosa potremo essere per qualche giorno.
In Italia, secondo i dati disponibili dalle maggiori incentive house, si crede che l’incentive sia un gadget costoso, che l’azienda regala con gratitudine.
In realtà incentivare è un’occasione unica per comunicare e trasformare i propri clienti in partner affezionati ed i propri collaboratori in appartenenti orgogliosi al “sistema sociale ridotto” azienda.
Anche la necessità d’impiegare grosse risorse economiche non è aderente alla realtà dell’incentive, che, secondo i canoni della comunicazione emozionale, può essere realizzato anche dalle PMI con investimenti limitati.
Ci auguriamo che la voglia di sperimentare e le capacità d’innovazione delle imprese Italiane, non si spengano del tutto offuscate all’ombra del GOLEM della crisi economica che è sicuramente crisi di mercato, ma non è crisi delle idee che creano valore.

LEONARDO FRONTANI
www.twt-team.it

lfrontani@twt-team.it

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