ECONOMIA e FINANZA
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I 7 strumenti della Qualità di Ishikawa

05/02/09

Kaoru Ishikawa, uno dei più noti "guru" della Qualità, è diventato famoso soprattutto per avere identificato un numero ristretto di strumenti utili per il Controllo della Qualità. Vediamo quali sono e come utilizzarli.

Il Controllo Qualità è una metodologia generale che riguarda i modelli, le procedure, le misurazioni della Qualità e la gestione di tutte queste cose insieme.

La sua applicazione è utile per scoprire un eventuale problema qualitativo e per trovare la soluzione più adatta a risolverlo.

Il Controllo Qualità invita, poi, ad utilizzare le tecniche giuste per fare le cose meglio, proprio come il Kaizen che ci impone di migliorarci quotidianamente.

Uno che sapeva certamente come fare le cose meglio degli altri era Kaoru Ishikawa, uno dei padri della Qualità.
Ishikawa insegnò e promosse la Qualità in Giappone per moltissimi anni e trasmise la convinzione che il 95% dei problemi di un’azienda si potessero risolvere grazie all’utilizzo di un numero selezionato di strumenti della Qualità.

Gli strumenti individuati da Ishikawa furono sette e oggi sono conosciuti con il nome di “The old seven” (I sette vecchi), “The first seven” (I primi sette) o “The basic seven” (I sette basilari).

Le procedure statistiche della Qualità e quelle di analisi dei dati raccolti possono essere divise in due grandi gruppi:

- tecniche quantitative
- tecniche grafiche

Le tecniche quantitative sono procedure statistiche che offrono come output numeri o tabelle di dati. Un esempio di questa tipologia di tecniche è l’analisi della varianza.

Le tecniche grafiche, invece, includono, ad esempio, gli istogrammi.

Nell’ambito dell’EDA (Exploratory data analysis) ci si basa moltissimo su tecniche in grado di mostrare graficamente un insieme di dati in modo da poterli analizzare facilmente.

Queste rappresentazioni grafiche, però, non vengono utilizzate solo in questo ambito ma anche per validare modelli statistici, fare delle stime, identificare eventuali relazioni tra diverse grandezze e determinare gli effetti di alcuni fattori.

Come se tutto questo non bastasse, una buona rappresentazione grafica dei dati aiuta a comunicare un messaggio in maniera più efficace e a visualizzare meglio ciò di cui si sta parlando.

L’istogramma è forse lo strumento più conosciuto tra quelli di rappresentazione visuale di dati. Si basa sulla presentazione in forma grafica di frequenze tabulate che vengono mostrate sotto forma di barre.

È utile perché mostra in un attimo quali sono i casi che vanno a cadere in determinate categorie e permette di agire di conseguenza.

Un istogramma differisce da un diagramma a barre perché in questo caso è l’area e non l’altezza della barra che ne denota il valore, differenza fondamentale soprattutto quando si raffrontano categorie che non sono uniformi.



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