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Comunicato Stampa

Finlandia, si ragiona sui rischi dell’ampliamento della UE

Le riflessioni dell’Istituto di Politica Estera sui probabili effetti dell'allargamento UE ad est e sulla posizione della Finlandia. Rischi e vantaggi, necessità e considerazioni politiche per Helsinki.

TASS/Valentin EgorshinIn Finlandia è uscita una relazione di Tyyne Karjalainen dell’Istituto di Politica Estera a proposito dei rischi e dei benifici di un eventuale allargamento dell’Unione Europea nei prossimi anni. Si fa particolarmente riferimento alla Moldavia e all’Ucraina, due Paesi che hanno ricevuto lo status di candidati nonostante vi siano forti dubbi sui loro requisiti. Come fa notare il documento, vi sono situazioni di forte sbilanciamento che potrebbero avere conseguenze nefaste sulla tenuta dell’Unione.

Rinnovare la UE per inserire nuovi membri

Per accogliere nuovi Stati membri bisognerebbe prima compiere alcuni passi importanti, dice la Karjalainen. Rinnovare l’Unione per renderla adatta alle prossime sfide: in primo luogo bisogna armonizzare le legislazioni, opera più semplice a dirsi che a farsi. E prima ancora di ragionare sui meccanismi decisionali di Bruxelles, bisognerebbe che i Paesi candidati fossero al livello di quelli membri per quanto riguarda la libertà di stampa, l’influenza dei poteri economici e la lotta alla corruzione. Anche qui parla più che altro dell’Ucraina, la principale candidata di oggi ma ancora succube dei suoi oligarchi e della corruzione diffusa nelle strutture statali.

Cambiare i meccanismi di funzionamento

Avere un consesso europo con ancora più membri significa che ci saranno più punti di vista e più interessi da considerare. In che modo modifcare i meccanismi decisionali per adeguarli alla nuova situazione? Soprattutto Helsinki dovrà riflettere bene su cosa comporterà l’avere altri Paesi con cui condividere le decisioni politiche e soprattutto il budget. Basteranno i soldi? Quasi certamente no. E allora prima che le conseguenze la travolgano, la Finlandia deve pensare bene se essere favorevole all’allargamento ad est oppure ritardarlo ancora.

Tre scenari

Potrebbero accadere tre cose. I nuovi Paesi potrebbero rinunciare al percorso di adesione, se Bruxelles andrà troppo per le lunghe nell’accettarli. Se invece affretta i tempi, la UE rischia di diventare un club molto ampio ma farraginoso, tale da bloccare i i processi decisionali o da perdere di senso. Potrebbe però anche avere successo nell’assorbire i candidati aiutandoli a rafforzare le loro democrazie e le loro economie. Al momento attuale, i rischi sono più immediati e più evidenti, dunque occorre inventare alternative e altri percorsi, se davvero Bruxelles vuole prendere a bordo Ucraina, Moldavia, magari anche la Georgia.



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