SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Due premi per il Gruppo Villa Maria al Congresso Europeo di Circolazione Extracorporea

28/06/11

A Dubrovnik, in Croazia, riconoscimenti ai lavori scientifici presentati dalla dott.ssa Seanne Azzolina (Maria Beatrice Hospital di Firenze) e dal dott. Alberto Tripodi (Maria Cecilia Hospital di Cotignola).

Nei giorni 15-18 giugno si è svolto a Dubrovnik (Croazia) il 14° European Congress on Exracorporeal Circulation Technology. L’evento, organizzato a cadenza biennale dalla Foundation European Congress on Extracrporeal Circulation, raccoglie i massimi esperti nel settore della circolazione extracorporea cardiopolmonare, una metodica in grado di sostituire temporaneamente le funzioni meccaniche del cuore e dei polmoni del paziente, attuata attraverso una complessa apparecchiatura denominata macchina cuore polmone. Questa apparecchiatura garantisce pertanto le funzioni vitali quali l’ossigenazione del sangue e la portata cardiaca e consente al cardiochirurgo di poter intervenire direttamente sul cuore ed effettuare le correzioni necessarie. Il primo intervento cardiochirurgico effettuato con successo grazie a questa metodica risale al 1953, anno in cui il chirurgo americano John Gibbon intervenne sul cuore di una ragazza di 18 anni affetta da difetto inter-atriale.
Il Gruppo Villa Maria, da sempre impegnato nel settore cardochirurgico, ha sviluppato un importante know-how nel settore della circolazione extracorporea in cardiochirurgia: attualmente gestisce sul territorio nazionale nove strutture, nelle quali vengono effettuati circa 4500 interventi su un totale di 40.000 procedure chirurgiche a cuore aperto. A Dubrovnik sono stati premiati due lavori scientifici presentati da due relatori del Gruppo Villa Maria: la dott.ssa Seanne Azzolina e il dott. Alberto Tripodi. Selezionate fra un gruppo di circa 40 lavori, le due relazioni riguardano metodiche di circolazione extracorporea ritenute innovative e migliorative per il paziente. Alla dott.ssa Azzolina, responsabile del Servizio di Perfusione Cardiopolmonare presso il Maria Beatrice Hospital di Firenze, è stato attribuito il premio “Best Perfusionist Paper Award” per il lavoro scientifico “Multicentric Study on a new Extracorporeal Vacuum-Assisted Device to Optimize Cardiopulmonary By-pass”. Lo studio effettuato si riferiva ad una nuova tecnica di condotta della circolazione extracorporea estremamente meno traumatica, che prevede una ridotta emodiluizione e traumatismo sul sangue. Al dott. Tripodi, cardiochirurgo presso il Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna) è stato attribuito il premio “Best Paper Award” per il lavoro scientifico “55 days ecmo support for post-cardiotomy bi-ventricular failure: a case report”. Il lavoro presentato riguarda le metodiche di assistenza ECMO (Extra Corporeal Membrane Ossigenation) attuate nei pazienti affetti da insufficienza respiratoria o cardiorespiratoria che non trovano giovamento ai vari trattamenti farmacologici e alla ventilazione polmonare artificiale. In questo caso a una paziente di 24 anni affetta da endocardite batterica era stata applicato un particolare device in grado di supportare il lavoro del cuore e di ossigenare artificialmente il sangue, consentendo di mettere parzialmente a riposo il cuore e il polmone in attesa della possibile ripresa, che in questo caso è avvenuto dopo 55 giorni di assistenza.
«Ricevere due premi in un unico Congresso è da considerarsi un risultato eccezionale - dice il dott. Antonio Petralia, responsabile del Servizio di Perfusione Cardiovascolare del Gruppo Villa Maria - E’ il coronamento di un sogno che premia anni di lavoro e l’impegno di tutti gli operatori sanitari, nel migliorare la qualità del servizio offerto e delle prestazioni in un settore estremamente delicato. Sapevamo di aver presentato lavori di buon livello scientifico, al limite potevamo sperare ad una vittoria, ma non avremmo mai pensato di vincere due dei tre premi messi a disposizione dal comitato scientifico del Congresso, che era presieduto da esperti provenienti da tutta Europa. Questi riconoscimenti sono una chiara spinta a continuare in questa direzione, nel processo continuo di ottimizzazione delle tecniche di perfusione, con l’obiettivo di migliorare continuamente l’outcome del paziente».

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