Credito d’imposta 4.0: tutte le novità del 2021
Il Piano Nazionale di Transizione 4.0 prevede il cosiddetto credito d’imposta 4.0 2021 che include, per le industrie aventi diritto, delle agevolazioni finanziarie riguardanti i loro investimenti. Ma cos’è, di preciso, il credito d’imposta 4.0 2021 e come richiederlo? Nel nostro approfondimento rispondiamo proprio a queste domande scendendo nel dettaglio.
Credito d’imposta 4.0: tutte le novità del 2021
1. Il Piano Nazionale di Transizione 4.0
Il credito d’imposta industria 4.0 è previsto all’interno del Piano Nazionale di Transizione 4.0, una misura finalizzata a sostenere la ripresa dell’economia e delle imprese italiane, dopo le misure di contenimento della pandemia che le hanno tanto penalizzate. Ma da dove arrivano queste risorse finanziarie messe a disposizione delle imprese?
Il Piano Nazionale di Transazione 4.0 – come si evince dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico (link) – sfrutta risorse che l’Europa ha messo a disposizione tramite il Recovery Fund. Contiene, quindi, tutta una serie di agevolazioni fiscali che vanno a sostenere il bisogno di liquidità delle imprese e il loro sviluppo.
2. Cos’è il credito d’imposta 4.0?
Nel concreto, il credito d’imposta 4.0 è una agevolazione per le imprese che investono in beni strumentali materiali e immateriali. Si tratta di un vero e proprio “rimborso” pari a percentuali variabili (vedi paragrafo dedicato) del costo sostenuto per l’acquisto dei suddetti beni.
Questa agevolazione si configura come evoluzione del precedente Iperammortamento. Rispetto al passato, la normativa del 2021 cambia le percentuali di aliquota e rende i tempi di fruizione dei crediti più rapidi. In comune con le misure degli anni precedenti restano invece i presupposti: l’acquisto – rispetto al quale si può ottenere il credito – deve essere rivolto all’evoluzione tecnologica dell’azienda, alla interconnessione di strumenti, persone e reti in un dialogo digitale.
3. Credito d’imposta 4.0: a chi è rivolto
Il credito d’imposta 4.0 è rivolto a tutte le imprese cha hanno sede in Italia, incluse le organizzazioni di soggetti non residenti. In questa definizioni sono quindi incluse tutte le imprese, indipendentemente dal settore, dimensione, regime fiscale o forma giuridica, nonché tutti i professionisti (esercenti arti e professioni) che effettuino investimenti in beni strumentali (materiali e immateriali) e destinati a strutture anch’esse ubicate in Italia.
Per avere diritto al credito d’imposta 4.0, tuttavia, l’ordine per beni strumentali deve essere accettato dal fornitore o venditore entro il 31 Dicembre 2022, con un versamento di acconto da parte dell’acquirente pari ad almeno il 20% del costo totale del bene.
L’ulteriore parametro obbligatorio per avere diritti al credito d’imposta 4.0 è quello di essere in regola con tutte le normative e gli obblighi in materia di sicurezza sul lavoro, contributi previdenziali e assistenziali.
Quali beni si possono finanziare con il credito d’imposta 4.0?
Le agevolazioni previste prevedono agevolazioni sull’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali, ma cosa rientra, di preciso, in questa definizione?
Il Piano Nazionale di Transizione 4.0 ha come obiettivo ultimo la ripresa economica del paese e delle sue imprese, sì, ma in chiave digitale. Le agevolazioni previste intendono incentivare lo sviluppo verso il digitale e l’interconnessione, ambito nel quale l’Italia si trova indietro rispetto al resto d’Europa. Per questo, i “beni strumentali” per le quali le imprese possono ottenere agevolazioni sono strumentazioni e reti informatiche, nonché tutti quei beni acquistati dall’azienda al fine di interconnettere in chiave digitale le persone, i macchinari che operano in azienda, i sistemi informatici…
Beni strumentali materiali
Per beni strumentali materiali si intendono tutti quei beni materiali destinati allo sviluppo e al miglioramento tecnologico dell’azienda in ottica digitale – l’elenco dei beni strumentali materiali che rientrano nel piano di agevolazione credito d’imposta industria 4.0 si trova nell’allegato A relativo alla legge 232 dell’11 Dicembre 2016. Si tratta, comunque, di beni strumentali computerizzati, o il cui funzionamento è gestito da sensori e azionamenti, e quindi acquisti in ambito meccatronico, robotico, delle nanotecnologie, stampa 3D, sviluppo di materiali.
In realtà per essere certi che i beni materiali, ovvero le macchine, acquistati siano eleggibili per l’ottenimento delle agevolazioni, devono essere dotati di:
Controllo per mezzo di PLC (Programmable Logic Controller) e/o CNC (Computer Numerical Control);
Interconnessione agli altri sistemi informatici della fabbrica;
Integrazione automatica con il sistema logistico della rete di fornitura o della fabbrica stessa e/o con le altre macchine del ciclo di produzione della fabbrica;
Avere un’interfaccia semplice e intuitiva;
Rispondere ai parametri di sicurezza, salute e igiene sul lavoro.
Ma non finisce qui, perchè le macchine devono essere anche dotate di almeno due tra le seguenti caratteristiche:
Sistemi di controllo remoto (telemanutenzione e/o telediagnosi);
Monitoraggio continuo dei parametri mediante sensori;
Integrazione tra macchina/impianto fisico come la modellizzazione e/o simulazione del proprio comportamento;
Dispositivi e componenti intelligenti per l’integrazione;
Filtri e sistemi di recupero acqua, aria, olio, polveri, sostanze chimiche con sistemi di segnalazione di inefficienza;
Integrazione con il sistema di fabbrica con sistema di avvisi o stop.
Beni strumentali immateriali
Anche per i beni immateriali vige il principio che essi devono essere destinati al miglioramento tecnologico dell’impresa in ottica digitale. Nei beni strumentali immateriali rientrano quindi software, sistemi, piattaforme, applicazioni… L’elenco dettagliato dei beni strumentali immateriali il cui acquisto dà diritto alle agevolazioni previste dal credito d’imposta 4.0 è consultabile nell’allegato B della legge che regola in materia, ovvero la 232 dell’11 Dicembre del 2016.
È importante notare che dai beni strumentali immateriali non sono esclusi investimenti per progetti formativi o investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e design.
4. Credito d’imposta 4.0: quali agevolazioni prevede
Per ogni categoria di investimento sono previste diverse agevolazioni e diversi scaglioni. Esaminiamoli nel dettaglio.
Credito d’imposta beni materiali 4.0
Per gli investimenti avvenuti dal 16/11/2020 e entro il 2021 è previsto un credito d’imposta al:
50% per quote d’investimento fino a 2,5 milioni di euro;
30% per quote d’investimento comprese tra 2,5 e 10 milioni di euro;
10% per quote d’investimento comprese tra 10 e 20 milioni di euro.
Sono eleggibili per il credito d’imposta 4.0 con queste percentuali anche gli investimenti effettuati entro la fine di giugno 2022 purché l’ordine sia stato accettato dal venditore e si sia pagato un acconto di almeno il 20% entro il 31 Dicembre 2021.
Per gli investimenti effettuati nel corso del 2022 gli scaglioni rimangono gli stessi, ma le percentuali relative al credito d’imposta diventano:
40% per quote fino a 2,5 milioni;
20% per quote comprese tra 2,5 e 10 milioni;
10% per quote comprese tra 10 e 20 milioni.
Sono eleggibili per il credito d’imposta 4.0 con queste percentuali di aliquota anche gli investimenti effettuati entro il 30 Giugno 2023, purché entro la fine del 2022 l’ordine sia stato accettato dal venditore e sia stato pagato un acconto pari ad almeno il 20% del totale.
Credito d’imposta beni immateriali o software 4.0
Per gli investimenti in beni strumentali immateriali o software effettuati tra il 16 Novembre 2020 e il 31 Dicembre 2022, le imprese hanno diritto a un credito d’imposta del 20% (limite massimo di costi ammissibili di 1 milione di euro).
Sono eleggibili per queste agevolazioni anche gli investimenti effettuati entro il 30 Giugno 2023, purché l’ordine sia stato accettato- e sia stato pagato un acconto pari ad almeno il 20% – entro il 31 Dicembre 2022.
Credito d’imposta formazione 4.0
Tra i beni strumentali immateriali sono riconosciute anche tutte le spese e gli investimenti delle imprese dedicati alla formazione del personale circa le materie e le competenze rilevanti per la trasformazione digitale e tecnologica delle aziende.
SI riconosce quindi alle aziende, relativamente alle spese relative alla formazione del personale dipendente, un credito di imposta formazione 4.0 del:
50% per piccole imprese (massimo annuale 3000.000 €);
40% per le medie imprese (massimo annuale 250.000 €);
30% per la grandi imprese (massimo annuale di 250.000€);
il credito d’imposta formazione 4.0 può inoltre arrivare a coprire fino al 60% delle spese sostenute nel caso in cui la formazione coinvolga lavoratori dipendenti svantaggiati.
Credito d’imposta 4.0 investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e design
Per stimolare la spesa privata in ricerca, sviluppo, innovazione e design, la normativa prevede le seguenti agevolazioni:
12% del credito d’imposta (limite massimo 3 milioni di euro) per le spese relative ad attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale;
6% del credito d’imposta (limite massimo 1,5 milioni di euro) per le spese relative ad attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione dei prodotti o di nuovi processi di produzione.
10% del credito di imposta (limite massimo 1,5 milioni di euro) per le spese relative ad attività di innovazione finalizzate alla transizione ecologica o digitale delle imprese.
6% del credito di imposta (limite massimo 1,5 milioni di euro) per le spese relative ad attività di design per la realizzazione di nuovi prodotti nel settore tessile, dell’arredo, della ceramica, e della moda.
5. Credito d’imposta 4.0: vantaggi rispetto alla precedente normativa
Analizzando le percentuali si evince un significativo aumento delle aliquote rispetto alla normativa precedente (Iperammortamento e poi credito d’imposta del 2020). Tuttavia i vantaggi della nuova normativa non finiscono qui: grande vantaggio per le aziende sarà dato da un accorciamento dei tempi di riscossione del proprio credito.
Tempi di fruizione
I tempi per la fruizione del credito al quale si aveva diritto erano di 8 anni nel caso dell’Iperammortamento, erano scesi a 5 con la legge del 2020, ma con il credito d’imposta industria 4.0 del 2021 si stabilisce che il credito maturato possa essere fruito dall’azienda che ne ha diritto in tre aliquote annuali di pari importo.
Tuttavia, le tre aliquote annuali non partono dall’anno dell’avvenuto investimento, ma da quello del “avvenuta interconnessione dei beni” ovvero dalla loro messa in funzione. Anche in questo caso, con la legge 2021 i tempi di fruizione sono stati accelerati: con la precedente normativa, infatti, il credito poteva essere fruito a partire dall’anno successivo a quello dell’interconnessione.
6. Credito d’imposta industria 4.0: i documenti necessari
Una volta chiarito chi può avere diritto al credito d’imposta 4.0 e quali sono gli acquisti per i quali si possono ottenere le agevolazioni, andiamo adesso nel dettaglio di come ottenere tali agevolazioni.
Innanzitutto, il credito d’impresa 4.0 rappresenta un contributo che si matura nel momento della presentazione della dichiarazione dei redditi, e diviene utilizzabile a partire dall’anno del “avvenuta interconnessione dei beni”.
Per riassumere, le agevolazioni si fruiscono:
in compensazione;
in tre aliquote;
a partire dall’anno dell’avvenuta interconnessione dei beni.
Specifichiamo adesso qual è la documentazione necessaria – e che si è tenuti a conservare – per avvalersi del credito d’imposta e determinare l’effettivo diritto alle agevolazioni.
1. Fatture e altri documenti d’acquisto
Tutte le fatture e i documenti di acquisto relativi ai beni strumentali acquistati devono essere conservate al fine di ottenere il credito d’imposta 4.0. E’ importante ricordare che tutta la documentazione dovrà essere debitamente conservata, pena l’esclusione dal beneficio.
Le fatture devono riportare il riferimento alle disposizione agevolative, in particolare:
Fatture cartacee: il riferimento alle disposizioni agevolative deve essere riportato dall’acquirente sulla copia originale della fattura – sia quella dell’acconto che quella di saldo – con scrittura indelebile;
Fatture elettroniche: stampare il documento di spesa e apporre la scritta indelebile (riferimento alle agevolazioni) e conservare quindi la copia stampata.
2. Attestazione di conformità rilasciata dal venditore
L’attestazione di conformità rilasciata dal venditore o costruttore è un documento che ha valore legale e attesta che le attrezzature acquistate rispondono alle caratteristiche (obbligatorie e facoltative) che rendono il bene strumentale eleggibile per le agevolazioni.
3. Attestato di avvenuta interconnessione
L’attestato di avvenuta interconnessione deve essere predisposto dall’acquirente o utilizzatore del bene strumentale. Questa pratica deve essere correlata da analisi o perizia tecnica.
4. Perizia tecnica
La perizia tecnica è obbligatoria per alcuni beni e non per altri, ma in ogni caso è sempre consigliata in quanto costituisce una sorta di garanzia aggiuntiva per il riconoscimento dell’agevolazione.
Quando è obbligatoria la perizia tecnica?
La discriminante sull’obbligatorietà è costituita dal valore del bene acquistato: per beni strumentali il cui valore supera i 300.000 euro, l’analisi tecnica diventa condizione sine qua non per ottenere il riconoscimento del credito d’imposta 4.0.
Nei casi in cui la perizia tecnica non sia obbligatoria, la normativa richiede una autodichiarazione redatta dal legale rappresentante dell’impresa che indichi l’aderenza alla normativa e la corrispondenza delle caratteristiche del bene acquistato a quelle indicate per l’ottenimento dell’agevolazione.
Perizia tecnica: chi la redige e cosa deve contenere
La perizia tecnica deve essere redatta da un ingegnere o perito industriale iscritti agli albi professionali. Il documente deve contenere:
La descrizione del bene strumentale acquistato e delle sue componenti e accessori, compresa l’indicazione del costo come indicato in fattura, o nei documenti di leasing;
Descrizione delle caratteristiche che soddisfano i requisiti per il riconoscimento dell’agevolazione (quelle indicate nel paragrafo “bene materiali 4.0”, vedi sopra);
Verifica dell’interconnessione con allegata la documentazione che dimostra la presenza e il funzionamento del dialogo continuo tra macchine e sistema informativa;
Documentazione relativa ai flussi di dati riferiti all’integrazione della macchina con il sistema produttivo.
La documentazione dovrà essere fornita e consegnata al Ministero dello Sviluppo Economico. Sarà il MISE ad effettuare le opportune verifiche e autorizzare la fruizione del credito d’imposta.
7. Credito d’imposta 4.0: indicare gli investimenti
Nella dichiarazione dei redditi 2021, le imprese dovranno indicare i crediti d’imposta per i loro investimenti in beni strumentali materiali e immateriali, sia quelli previsti dalla legge del 2020 (Legge di Bilancio) che da quella del 2021.
I modelli dichiarativi Redditi 2021 sono stati quindi aggiornati per il debutto dei nuovi crediti d’imposta e approvati a gennaio 2021.
Nel nuovo quadro RU 2021 vanno quindi dichiarati i crediti d’imposta maturati fino al 31 Dicembre 2020. Vanno quindi compilate le seguenti sezioni.
Sezione I
La sezione I è quella riservata all’indicazione di tutti i crediti d’imposta che devono essere riportati nella dichiarazione dei redditi. Va compilato un distinto modulo della Sezione I per ciascuna fattispecie agevolabile.
Sezione IV
La sezione IV è riservata ai soli crediti d’imposta previsti dal Piano Nazionale 4.0
Credito d’imposta formazione 4.0
Il credito d’imposta formazione 4.0 – codice id F7 – è considerato come “aiuto di Stato” e richiede pertanto la compilazione del quadro RS e del rigo dedicato RU110.
I dati da indicare sono i seguenti:
il numero di lavoratori coinvolti nella formazione (docenti e discenti);
il numero di ore impiegate nella formazione da docenti e discenti.
Al termine di questo paragrafo occorre anche precisare che il credito d’imposta 4.0 non concorre alla formazione del reddito, e quindi non viene conteggiato nella base imponibile sulle attività produttive.
8. Credito d’imposta industria 4.0 e cumulo con altre agevolazioni
Il credito d’imposta 4.0 è cumulabile con altre agevolazioni, anche se esse hanno come oggetto gli stessi costi, a condizione che il cumulo dei crediti non sia superiore al costo sostenuto.
Questo significa che più agevolazioni possono essere ottenuto rispetto all’acquisto dello stesso bene, aspetto che si può tramutare in un grande vantaggio per l’impresa, che può trovarsi a ricevere un credito pari al 100% – ma non superiore – del costo sostenuto, recuperando quindi tutte le spese.
In particolare, le altre misure disposte dallo Stato e con le quali il credito d’imposta 4.0 risulta cumulabile, anche quando applicato allo stesso bene, sono:
Fondo Centrale di Garanzia;
Nuova Sabatini;
Patent Box;
Credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo;
Incentivi agli investimenti Start Up e PMI innovative;
incentivi alla patrimonializzazione delle imprese.
9. Come richiedere il credito d’imposta 4.0?
Per le percentuali di aliquota previste, e per la cumulabilità delle agevolazioni, il credito d’imposta 4.0 2021 si configura come un’opportunità importantissima per la crescita delle imprese, che possono recuperare fino al 100% dell’investimento effettuato.
La misura pone l’accento anche sull’importanza che lo Stato sta dando allo sviluppo digitale dei diversi apparati da cui le aziende private non vengono escluse. Con queste misure le imprese sono spinte a diventare sempre più smart.
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