Corte dei Conti del Lazio: Ex presidente di Microcredito Italiano condannato in contumacia a risarcire 500mila euro alla Regione senza aver ricevuto notifiche
Nessuna notifica da parte dell'ex Presidente di Microcredito italiano è mai stata notificata allo stesso il quale apprende la notizia direttamente da internet.
In un colpo di scena che ha scosso l'opinione pubblica, Massimo Severoni, ex presidente della Microcredito Italiano Spa, è stato condannato in contumacia dalla Corte dei Conti del Lazio alla somma di 498.900 euro, che dovrà restituire alla Regione Lazio. Sorprendentemente, Severoni afferma di non aver mai ricevuto alcuna notifica in relazione alle accuse mosse nei suoi confronti, né sulla successiva condanna.
Le origini dell'inchiesta risalgono alle indagini della Procura di Roma, condotte dai sostituti procuratori Mario Dovinola e Gennaro Varone, sulle attività finanziarie della Microcredito Spa. La società, pur operando in veste privata, è strettamente collegata all'ente regionale avendo funzioni pubbliche.
Secondo le rilevazioni della Guardia di Finanza di Roma, Severoni avrebbe presumibilmente deviato fondi, sia regionali che europei, per favorire individui e entità non qualificate per tali finanziamenti, per un totale vicino ai 500mila euro. Si ipotizza che Severoni abbia destinato risorse in modo inappropriato, privilegiando contatti personali e aziende affiliate. La Corte dei Conti ha inoltre evidenziato che Severoni avrebbe proseguito nell'utilizzo di questi fondi anche dopo la fine del suo mandato come presidente, iniziando da maggio 2020.
La denuncia che ha portato all'intervento della Corte dei Conti è stata avanzata da Lazio Innova, società regionale collegata ai fondi in questione. A seguito di questo esito giuridico, ora Severoni è chiamato a risarcire la cifra stabilita in favore della Regione Lazio, identificata come la parte lesa nella controversia. Questa vicenda, con al centro un ex dirigente di una società connessa all'Ente della Regione Lazio e le presunte irregolarità finanziarie, continua a tenere banco nei principali organi di informazione.