Come la stampa 3D può cambiare il commercio globale e i dazi
La stampa 3D può cambiare radicalmente il commercio mondiale. Scopri scenari futuri, settori coinvolti e potenziali impatti macroeconomici
E se la stampa 3D fosse la tecnologia che rende vano ogni sforzo di Trump? Dopo l’entrata in vigore dei dazi di Trump i media si sono sbizzarriti pubblicando teorie ed opinioni di vari esperti. Una di quelle che ha attirato particolarmente la mia attenzione è quella di Jeremy Rifkin che fu il primo a profetizzare l’avvento della Sharing Economy a fine anni ’90. Secondo Rifkin, la politica dei dazi fallirà con la rivoluzione della stampa 3D.
Avete presente quando le varie piattaforme di condivisione hanno fatto la loro comparsa? E più indietro ancora, avete presente quando internet ha fatto la sua comparsa? Pochi immaginavano il terremoto che avrebbero scatenato. Ebbene, la stampa 3D potrebbe rappresentare una rivoluzione di portata simile nel mondo della produzione.
Per capire meglio le potenzialità della Stampa 3D mi sono imbattuto in uno studio del 2017 di ING BANK. Ammetto che quando l’ho letto, per un attimo, ho creduto di trovarmi dentro nel romanzo di fantascienza “L’era del Diamante” di Neal Stephenson, dove l’autore immagina un mondo dove la produzione era demandata a delle stampanti 3D, o meglio a degli assemblatori molecolari.
Le tecnologie e i settori industriali che adottano la stampa 3D
La stampa 3D, o produzione additiva, crea oggetti strato dopo strato da materie prime come polimeri e metalli. Elimina l’assemblaggio e permette alta personalizzazione a basso costo aggiuntivo. Attualmente, viene usata in diverse fasi produttive, con un terzo del tempo dedicato alla produzione di “parti funzionali” e un sesto sia per “montaggio e assemblaggio” che per la creazione di “modelli per prototipazione“.
Le principali industrie utilizzatrici sono:
macchinari industriali (19% delle vendite di stampanti 3D)
aerospaziale (18%)
automotive (15%)
prodotti di consumo (13%)
dispositivi medici e dentali (11%)
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I progressi tecnologici indicano un futuro con produzione di massa tramite stampa 3D. Ad esempio la sinterizzazione ad alta velocità è capace di produrre fino a 100.000 componenti al giorno. Gli esperti concordano sul notevole potenziale, con alcuni che prevedono che circa la metà della produzione manifatturiera sarà 3D-stampata nei prossimi 1-2 decenni. Tuttavia, l’adozione dipende dalla consapevolezza aziendale e dai tempi di integrazione.
Cosa spinge e cosa frena l’adozione della stampa 3D?
Diversi fattori favoriscono la crescita della stampa 3D:
• Personalizzazione: La stampa 3D facilita la creazione di prodotti su misura, per i quali i consumatori sono disposti a pagare un prezzo maggiore.
• Flessibilità produttiva e tempi di consegna ridotti: La produzione più vicina al consumatore diminuisce i tempi di attesa.
• Riduzione dei costi: Minore necessità di manodopera, minor spreco di materie prime, riduzione dei costi di inventario e di trasporto.
• Prototipazione più economica: La creazione di prototipi con la stampa 3D è meno costosa e più rapida rispetto ai metodi tradizionali.
Tuttavia, ci sono anche degli ostacoli alla sua diffusione:
• Produzione ad alta velocità ancora limitata: Per molti prodotti, la produzione di massa tradizionale rimane più economica.
• Costi elevati delle materie prime: Il mercato delle materie prime per la stampa 3D è ancora dominato da pochi fornitori.
• Qualità non sempre all’altezza: In alcuni casi, la qualità dei prodotti stampati in 3D non raggiunge ancora gli standard della produzione tradizionale, soprattutto in termini di precisione e proprietà meccaniche.
• Mancanza di competenze specializzate: È necessaria la presenza di progettisti qualificati per creare i file di stampa.
Domanda: La Fine del Commercio Transfrontaliero?
Risposta: Una caratteristica fondamentale della produzione con stampanti 3D è la riduzione dell’input di lavoro . Di conseguenza, le differenze geografiche nei costi del lavoro diventano meno rilevanti nella decisione sulla localizzazione della produzione. Questo potrebbe portare a un “re-bundling” delle fasi produttive più vicino al cliente, riducendo significativamente il commercio transfrontaliero di beni intermedi e finali. Secondo ING Bank, la stampa 3D potrebbe innescare un ritorno della produzione nei paesi sviluppati e una diminuzione delle importazioni anche nei paesi emergenti, considerando i notevoli investimenti in stampa 3D anche in Asia. Anche i flussi transfrontalieri di materie prime diminuiranno, poiché la stampa 3D comporta meno sprechi.
• Scenario I
Si stima che, se l’attuale tasso di crescita degli investimenti in stampanti 3D continuerà, metà dei prodotti manifatturieri mondiali sarà stampata nel 2060, portando a una riduzione di quasi un quarto (18%) del commercio mondiale entro il 2060.
• Scenario II
In uno scenario più accelerato, in cui gli investimenti raddoppiano ogni cinque anni, questa quota del 50% potrebbe essere raggiunta già nel 2040, con una conseguente contrazione del commercio mondiale di circa i due quinti (38%).
Quali settori potrebbero rallentare?
Considerando anche l’impatto sui servizi legati al commercio di beni manifatturieri (come trasporti e finanza commerciale), si stima che nel complesso il commercio mondiale di beni e servizi potrebbe essere inferiore del 22% nel 2060 nello scenario I e del 41% nel 2040 nello scenario II. Questo implicherebbe una crescita annua del commercio mondiale inferiore rispetto alle previsioni attuali.
Secondo ING Bank, i settori che guideranno questo rallentamento del commercio mondiale sono principalmente i macchinari industriali, l’automotive e i prodotti di consumo, che rappresentano i maggiori investitori in stampa 3D e hanno una quota significativa nel commercio transfrontaliero. I flussi bilaterali più colpiti nell’automotive saranno le esportazioni verso gli Stati Uniti da Messico, Giappone, Germania e Canada. Per i prodotti di consumo, i flussi dai paesi asiatici verso gli Stati Uniti saranno i più interessati. Per i macchinari industriali, le esportazioni dalla Cina verso gli Stati Uniti e i flussi tra Messico e Stati Uniti saranno particolarmente vulnerabili.
Esempio: Bilancia Commerciale USA
Ad esempio, gli Stati Uniti potrebbero beneficiare particolarmente dalla stampa 3D, dato che i settori all’avanguardia rappresentano una quota maggiore delle loro importazioni (58% contro il 43% globale). Ciò offre un elevato potenziale per la sostituzione delle importazioni con produzione locale, con conseguente riduzione dei deficit commerciali con paesi come Cina, Germania e Messico. Sebbene anche le esportazioni diminuiranno, il deficit commerciale statunitense complessivo dovrebbe ridursi.
Cosa aspettarci. Un futuro di produzione più locale?
Attualmente, l’impatto della stampa 3D sul commercio internazionale è ancora marginale. Tuttavia, la rapida crescita degli investimenti in questo settore suggerisce un futuro in cui la produzione locale, “local for local”, potrebbe diventare sempre più diffusa, a scapito delle importazioni. Sebbene permangano incertezze sulla velocità e l’entità di questa trasformazione, è chiaro che la stampa 3D ha il potenziale per rimodellare profondamente il panorama del commercio globale.
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