COENZIMA Q10: mantenerne livelli ottimali è molto importante per il funzionamento del corpo
Nella costante ricerca per incrementare l’energia e la forza di un cuore sano, tutti i risultati conducono al Coenzima Q10. Questo nutriente presente in natura è il motore di ogni cellula del nostro corpo e delle reazioni che avvengono nei mitocondri.
Non è un caso che si chiami anche ubiquinone: il Coenzima Q10, infatti, è presente in tutte le cellule! È un elemento fondamentale per il funzionamento dei mitocondri, cioè gli organelli intracellulari direttamente coinvolti nella produzione di energia per l’organismo ed è presente in tutte le attività energetiche svolte da cuore, fegato, cervello e muscoli scheletrici.
Viene sintetizzato dal fegato, ma la sua produzione diminuisce progressivamente già a partire dai 20-25 anni. Altri fattori poi possono contribuire a diminuirne la concentrazione: per esempio, lo stress, l’esercizio fisico intenso o l’assunzione di alcuni farmaci (ad esempio, gli anti-ipertensivi o le statine per il controllo dei livelli di colesterolo). Per questo può essere utile integrarlo con prodotti specifici a base di Coenzima Q10.
È presente nelle cellule di tutti gli organismi viventi, dai batteri alle piante, a tutti gli animali e all’uomo e la sua integrazione diviene spesso indispensabile.
Adeguati livelli di CoQ10 sono essenziali per il nostro corpo al fine di produrre l’energia di cui necessita per funzionare in modo efficiente e mantenere i processi biologici vitali, come la rigenerazione delle cellule muscolari. Il CoQ10 è essenziale per la produzione di ATP che è il prodotto energetico più importante del nostro corpo. L’ATP è fondamentale per svariati processi come la contrazione muscolare (inclusa quella del cuore).
Il CoQ10 neutralizza i radicali liberi e può aiutare a proteggere le cellule dai danni: è l’unico antiossidante liposolubile prodotto dal nostro organismo. Oltre a combattere direttamente i radicali liberi, il Coenzima Q10 aiuta anche a rigenerare la vitamina E, un altro potente antiossidante di cui il corpo necessita.
Devi sapere che i radicali liberi sono molecole reattive che possono causare danni alle cellule sane. Sono formati dalle normali funzioni corporee come la respirazione e l’attività fisica e si formano anche in risposta a stress, fumo ed esposizione ai raggi UV del sole. Nello specifico, i radicali liberi attaccano parti vitali della cellula come proteine e membrane cellulari, impedendo alle cellule di svolgere il proprio lavoro. Possono anche attaccare il DNA della cellula, causando ulteriori problemi come mutazioni e morte cellulare (1).
Il CoQ10 viene utilizzato per promuovere il corretto funzionamento delle aree più importanti del nostro corpo, inclusi cuore e cervello, portando a miglioramenti delle funzioni cognitive e neurologiche.
Alcuni studi hanno identificato bassi livelli di Coenzima Q10 in persone con deficit di memoria legate all’età suggerendo che potrebbe essere uno dei nutrienti necessari al mantenimento di un cervello in salute. Inoltre il CoQ10 ha dimostrato la sua azione antiossidante proteggendo le cellule dallo stress ossidativo dimostrandosi un ottimo supporto per proteggere la nostra memoria.
Mantenere livelli sani di CoQ10 è dunque molto importante per il funzionamento del corpo.
E’ noto che il coenzima Q offre una protezione alle cellule cardiache durante gli interventi di cardiochirurgia e sussiste una buona evidenza che la somministrazione di coenzima Q sia un valido aiuto per le normali terapie dell’insufficienza cardiaca.
Dalla pubblicazione del primo studio clinico nel 1974 ad oggi sono stati realizzati i 6 studi clinici randomizzati verso gruppo controllo e 7 studi clinici aperti che hanno dimostrato come l’assunzione di 100 mg di coenzima Q al giorno offra ai soggetti cardiopatici (secondo la classificazione americana NYHA classe TI-TV) un miglioramento dei parametri emodinamici e della tolleranza allo sforzo.
Questi studi clinici comprendevano un totale di oltre 1000 soggetti con insufficienza cardiaca: i miglioramenti dei parametri cardiaci comprendevano un miglioramento dello stroke volume, dell’indice cardiaco e della frazione di eiezione ventricolare sinistra.
I soggetti che assumono coenzima Q in genere manifestano una diminuzione della dispnea e della fatica alle gambe in particolare dopo esercizio: va sottolineato come l’apporto del Coenzima Q all’esercizio fisico possa essere importante. Dopo l’inizio della terapia con ACE-inibitori l’aumento del tempo di esercizio fisico tollerato è generalmente di i minuto mentre con 100 mg di coenzima Q arriva a 3-6 minuti.
A fronte di questi effetti il coenzima Q è estremamente ben tollerato: su oltre i 1000 pazienti l’incidenza di effetti avversi era paragonabile a quella del placebo e questi erano di tipo transitorio e minore: disturbi epigastrici (0.39%), diminuzione dell’appetito (0.23%) nausea(0, 12%).
Dai numerosi studi condotti a riguardo è emerso che non solo il CoQ10 supporta la richiesta energetica da parte del miocardio ma migliora la funzione endoteliale (1) e riduce la quota di LDL ossidate. Di conseguenza contrasta i danni dell’ipertensione e la formazione di placca aterosclerotica. Tra i trial più citati sull’argomento è opportuno riportare il Q-Symbio, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology (2). Questo studio dimostra le proprietà cardioprotettive delle forme biodisponibili di Coenzima Q10 e la capacità di ridurre i MACE (Most Adverse Cardiac Events) in pazienti affetti da scompenso cardiaco. In particolar modo è risultata notevole una riduzione del 43% della mortalità cardiovascolare. La sezione europea di Q-Symbio ha successivamente pubblicato dati interessanti che dimostrano anche un miglioramento della frazione di eiezione in questi pazienti (3). Tutti i partecipanti hanno assunto per circa 2 anni una dose giornaliera di 300 mg di ubichinone. Al tempo dello studio non esistevano formulazioni sicure in grado di mantenere intatte a lungo termine la qualità e le caratteristiche dell’ubichinolo, forma ridotta del CoQ10 che necessita di dosaggi più bassi. Altre conferme sul ruolo di questa supplementazione nello scompenso cardiaco giungono da studi in cui è stato misurata la concentrazione plasmatica di CoQ10 trovando la carenze maggiori in pazienti con malattia più avanzata (4).
COENZIMA Q10 e TERAPIA STATINICA
Sulla base della comune biosintesi tra coenzima Q e colesterolo, le statine, che sono potenti inibitori della sintesi di colesterolo provocano una diminuzione dei livelli di coenzima Q presenti nell’organismo. Questo è stato dimostrato sulla base dei livelli plasmatici di coenzima Q dei soggetti in corso di terapia statinica: alcuni effetti avversi delle statine (mialgia, fatica e la stessa rabdomiolisi) possono dipendere dalla deplezione di coenzima Q. Silver e coll (American Journal of Cardiology, 2004, vol 94: 1306-1310) hanno recentemente valutato la funzione ventricolare sistolica prima e dopo terapia con atorvastatina in un gruppo di 14 soggetti asintomatici.
Dieci dei 14 soggetti dimostravano un peggioramento della funzione ventricolare sinistra e nove di questi, che ricevettero una supplementazione di Coenzima Q (pari a i 00mg x 3 capsule al giorno) mentre continuavano l’atorvastatina recuperarono rapidamente una normale funzione ventricolare. La frazione di eiezione ventricolare è stata studiata in un gruppo di soggetti ipercolesterolemici asintomatici in terapia con simvastatina (Coiquhoun et al: European Journal of Clinical Investigation, 2005, 35:251-258).: essa diminuì in maniera significativa dopo un mese di terapia, alterazioni che perdurarono per oltre 3 ,6 mesi dopo la sospensione della terapia statinica.
COENZIMA Q10 e PRESSIONE ARTERIOSA
Circa il 25% della popolazione adulta italiana è affetta da ipertensione. Al giorno d’oggi i nutraceutici rappresentano un valido alleato, assieme alla modificazione dello stile di vita, primo suggerimento indicato dalle linee guida in questa categoria di pazienti. Tra le molecole con maggiore impatto sui valori di pressione arteriosa troviamo proprio il CoenzimaQ10. Un numero relativamente ampio di studi clinici supporta l’effetto antipertensivo di alti dosaggi di questo coenzima. Una meta-analisi di trial clinici randomizzati controllati ha concluso che il trattamento orale con 100 mg o più di CoQ10 nei soggetti con ipertensione arteriosa ha provocato una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica di 11 mmHg (CI 95% 8,14) e della pressione arteriosa diastolica di 7 mmHg (CI 95% 5,8) (5). Normalizzare la pressione arteriosa è solo uno dei tanti meccanismi con cui il CoQ10 contribuisce alla riduzione del rischio cardiovascolare ed alla prevenzione di patologie acute (2).
Dodici studi clinici per un totale di 362 pazienti (Rosenfeld e coll. Journal ofHypertension, 2007, 21: 297-306), costituiti da tre studi clinici randomizzati, uno studio crossover e otto studi clinici aperti, hanno dimostrato che l’assunzione di i 00 mg al giorno di coenzima Q per un mese è in grado di diminuire in maniera significativa la pressione arteriosa. Gli studi clinici randomizzati dimostrano una diminuzione media di 16.6 mmHg (12.6-20.6 mmHg) della pressione sistolica (pressione sistolica iniziale pretrattamento: 167.7 mmHg ( valori compresi tra 163.7-171.1 mmHg); pressione sistolica media dopo trattamento: 151.1 mmHg (valori compresi tra 147.1 -155.1 mmHg). La pressione diastolica diminuisce invece mediamente di 8.2 mmHg (6.2-10.2 mmHg): valori iniziali medi della pressione diastolica di 103 mmHg (valori compresi tra 101 . 105 mmHg) e valori medi diastolici dopo trattamento di 94.8 mmHg (valori compresi tra 92.8-96.8 mmHg). In particolare nello studio crossover i valori della pressione sistolica arteriosa diminuivano di 11 mmHg e quelli della pressione diastolica arteriosa di 8 mmHg. . Gli studi clinici aperti dimostrano una diminuzione della pressione sistolica di 13.5 mmHg ( 9.9-17.1 mmHg) con una pressione sistolica media prima delì trattamento di i 62 mmHg (valori compresi tra i 5 8 .4-165 .7 mmHg) e una pressione sistolica media dopo il trattamento di 148.6 mmHg (145-152.2 mmllg). La pressione diastolica diminuiva di 10.3 mmHg (8.4-12.3 mmHg): valori medi inziali della pressione diastolica prima del trattamento di 97.1 mmHg (valori compresi tra 95.2-99. 1 mmHg) e dopo il trattamento di 86.8 mmHg (valori compresi tra 8.4- 12.3 mmHg).
COENZIMA Q10 e ATEROSCLEROSI
L’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL) è ritenuta fondamentale per l’accumulo e la rottura della placca aterosclerotica nel lume delle coronarie indipendentemente dalla quantità di lipoproteine circolanti. I moderni screening di prevenzione cardiologica primaria non prevedono più solo la misurazione sierica di LDL-c per il calcolo della massa di colesterolo trasportata da ogni lipoproteina. Un dato più importante, infatti, è quello rappresentato da LDL-p e dalla quota di LDL ossidate, che ci informano sulla presenza di particelle piccole e maggiormente aterogene, ritenute responsabili di quelle placche aterosclerotiche con maggiore probabilità di andare incontro a rottura. In questo contesto, una supplementazione con ubichinolo si è dimostrata efficace nell’inibizione del processo di ossidazione di LDL. Un altro step importante nella patogenesi dell’aterosclerosi è rappresentato dal reclutamento di cellule del sistema immunitario come i monociti. L’assunzione per 10 settimane di ubichinolo ha causato la riduzione dell’espressione delle integrine sulla superficie dei monociti confermando le spiccate proprietà antiaterogeniche del Coenzima Q10 (6).
FONTE: https://www.fitosofia.com/coenzima-q10-benefici-cuore/
BIBLOGRAFIA
1. Gao L, Mao Q, Cao J, Wang Y, Zhou X, Fan L. Effects of coenzyme Q10 on vascular endothelial function in humans: a meta-analysis of randomized controlled trials. Atherosclerosis. 2012;221(2):311-316.7. Mortensen, S. A., Rosenfeldt, F., Kumar, A., Dolliner, P., Filipiak, K. J., Pella, D., & Littarru, G. P. (2014). The effect of Coenzyme Q10 on morbidity and mortality in chronic heart failure: results from Q-SYMBIO: a randomized double blind trial. JACC. Heart Failure, 2(6), 641-649
2. Langsjoen PH, Langsjoen AM. Overview of the use of CoQ10 in cardiovascular disease. Biofactors. 1999; 9: 273-284.
3. Mortensen, A.L.; Rosenfeldt, F.; Filipiak, K.J. (March 5, 2019). “Effect of Coenzyme Q10 in Europeans with Chronic Heart Failure: A Sub-Group Analysis of the Q-SYMBIO Randomized Double-Blind Trial”. Cardiology Journal. 26 (2): 147–156.
4. McMurray JJ, Dunselman P, Wedel H, et al. Coenzyme Q10, rosuvastatin, and clinical outcomes in heart failure: a pre-specified substudy of CORONA (controlled rosuvastatin multinational study in heart failure). J Am Coll Cardiol. 2010;56(15):1196-1204.
5. Ho MJ, Bellusci A, Wright JM. Blood pressure lowering efficacy of coenzyme Q10 for primary hypertension. Cochrane Database Syst Rev. 2009; 4: CD007435.
6. Turunen M, Wehlin L, Sjoberg M, et al. beta2-Integrin and lipid modifications indicate a non-antioxidant mechanism for the anti-atherogenic effect of dietary coenzyme Q10. Biochem Biophys Res Commun. 2002;296(2):255-260.
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