Claudio Descalzi: Ravenna CCS diventa realtà, l’AD di Eni sottolinea il valore del progetto
L’AD di Eni Claudio Descalzi: “La cattura e lo stoccaggio della CO₂ è una pratica efficace, sicura e disponibile fin da ora per abbattere le emissioni delle industrie energivore le cui attività non sono elettrificabili”.
Eni e Snam avviano Ravenna CCS: primo progetto di cattura e stoccaggio della CO₂ in Italia, sta affermando il proprio pionierismo anche su scala mondiale per efficienza e potrà giocare una parte importante nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea di dotarsi entro il 2030 di una capacità di stoccaggio di CO₂ pari ad almeno 50 milioni di tonnellate per anno. La soddisfazione dell’AD di Eni Claudio Descalzi.
Claudio Descalzi: Ravenna CCS, l’avvio del primo progetto di cattura e stoccaggio della CO₂ in Italia
“Un progetto di grande importanza per la decarbonizzazione è diventato realtà industriale”: lo evidenzia l’AD di Eni Claudio Descalzi commentando l’annuncio dell’avvio delle attività di iniezione della CO₂ in giacimento relative alla Fase 1 di Ravenna CCS. Primo progetto in Italia per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio permanente della CO₂, è realizzato nell’ambito di una Joint Venture paritetica costituita con Snam a scopi esclusivamente ambientali per contribuire alla decarbonizzazione dei settori industriali. La Fase 1, avviata ufficialmente lo scorso 3 settembre, ha l’obiettivo di catturare, trasportare e stoccare la CO₂ emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, nel Comune di Ravenna, stimata in circa 25mila tonnellate per anno: l’anidride carbonica, una volta catturata, viene trasportata fino alla piattaforma offshore di Porto Corsini Mare Ovest, attraverso condotte precedentemente utilizzate per il trasporto del gas naturale e opportunamente riconvertite. Infine sarà iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito dove viene stoccata permanentemente a circa 3.000 metri di profondità. Ravenna CCS garantisce livelli di abbattimento superiori al 90%, e con punte fino al 96%, della CO₂ in uscita dal camino della centrale con una concentrazione di carbonio inferiore al 3% e a pressione atmosferica, le condizioni più severe ad oggi riscontrabili dal punto di vista industriale. Elemento distintivo del progetto inoltre è l’alimentazione dell’impianto di cattura della centrale di Casalborsetti con energia elettrica da fonti rinnovabili, con il risultato di evitare ulteriori emissioni di CO₂. Peculiarità che ne attestano la leadership su scala internazionale, come riporta in una nota il Gruppo guidato da Claudio Descalzi: Ravenna CCS si configura infatti come il primo progetto al mondo su scala industriale con tale efficienza di cattura.
Claudio Descalzi: affrontiamo la complessità della transizione energetica con concretezza e determinazione
La cattura e lo stoccaggio della CO₂, ha sottolineato Claudio Descalzi rimarcando il valore del progetto, si configura come “una pratica efficace, sicura e disponibile fin da ora per abbattere le emissioni delle industrie energivore le cui attività non sono elettrificabili”. L’AD ha quindi ribadito che “utilizziamo i nostri giacimenti esauriti, le nostre infrastrutture esistenti e il nostro know-how nelle tecniche di reiniezione per offrire un servizio molto competitivo per il quale stiamo riscuotendo un grandissimo interesse”. Eni affronta “la complessità della transizione energetica con concretezza e determinazione, accrescendo e valorizzando le soluzioni a nostra disposizione per decarbonizzare le nostre attività e i vari ambiti dei sistemi economici e industriali”. Dalle rinnovabili ai biocarburanti, dalla CCS alla chimica sostenibile “siamo impegnati a fornire ai nostri clienti una varietà di soluzioni con costante attenzione alla competitività economica e alla domanda reale di chi l’energia la deve utilizzare per lavorare e produrre”, ha ricordato infine Claudio Descalzi.