C'era una volta il CHE
In Italia non è politicamente corretto pubblicare un libro come quello di Leonardo Facco che, documenti alla mano, racconta una serie di scomode verità su Guevara. E la critica preferisce il silenzio al dibattito.
Solo chi celebra Che Guevara ha diritto di ottenere la luce dei riflettori della stampa italiana?
E’ approdato sugli schermi italiani il “Che Guevara”di Soderbergh, un’opera importante che prende forma cinematografica, in maniera asciutta e quasi documentaristica. Che - L’Argentino, è il primo capitolo della ricostruzione biografica guevariana. (Il secondo, Guerriglia, uscirà a metà maggio).
In Italia, però, da oltre un anno è in circolazione un libro scomodo, alternativo all’apologia guevarista, capace di raccontare l’altra faccia dell’idolo di Rosario: «C’era una volta il Che» di Leonardo Facco (Simonelli Editore).
Il film di Soderbergh ha il merito di apportare un ulteriore contributo originale all’approfondimento di alcuni fatti storici: dall’esperienza dell’intervento all’ONU dell’allora Ministro dell’Industria di Cuba, all’esposizione delle fasi di avvicinamento a La Habana dei gruppi militari castristi nel corso della rivoluzione, che culminerà il primo gennaio del 1959.
Il libro di Facco, invece, racconta, parola per parola, cosa disse il Che all’ONU e di come si avvicinò il guerrigliero a La Habana. Con tanto di testimonianze e documenti ciò che emerge dalle pagine di questo volume è tutta un’altra storia rispetto a quella che si è abituati a sentire sul gran guerrigliero infallibile.
Già, perché Ernesto Guevara de la Serna (argentino o cubano poco importa) è stato anche un sanguinario, un vendicativo, un governante incapace, un carceriere spietato. Non tollerava chi non la pensava come lui. E da combattente (vedasi la sua esperienza africana e quella boliviana) è stato capace di risultati tutt’altro strabilianti.
Ma guai osare pubblicare queste verità in Italia.
Nonostante siano supportate da documenti e testimonianze inequivocabili, nonostante che siano il risultato di una lunga quanto seria ricerca, meglio chiudere gli occhi.
Se la storia deve essere raccontata nel rispetto delle verità di tutti, forse è giunto il momento che si cominci ad osservare anche l’altra faccia di Che Guevara.
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