Billie Holiday: la sensualità del canto Jazz e Blues
Ricordo della grande cantante della Pennsylvania
Oggi è il 7 Aprile ed in questo giorno, nel 1915, a Filadelfia, in Pennsylvania (U.S.A.), nasceva la grande cantante Billie Holiday, nome d'arte di Eleanora Fagan. La madre, ballerina di fila, da adolescente rimase incinta dopo un rapporto occasionale con Clarence Holiday, suonatore di banjo, che la abbandonò quasi subito dopo la nascita di Billie per seguire le orchestre itineranti nelle quali suonava. Non ricevendo alcun aiuto economico, la madre si trasferì a New York per fare la domestica, lasciando la piccola ai genitori e ad una cugina. Dopo poco tempo, Billie, ancora bambina, volle raggiungere la madre a New York e per mantenersi si prostituì in un bordello clandestino di Harlem, ed inoltre, per guadagnare qualche soldo in più, lavava gli ingressi di varie case del quartiere. Nel bordello ascoltava con grande interesse i dischi di Bessie Smith e Louis Armstrong, appassionandosi alla musica. Fu arrestata per prostituzione e condannata a 4 mesi di riformatorio. Appena uscita cercò lavoro come ballerina, ma non sapendo ballare, nessuno la assumeva, fino a quando, sentendola cantare, a 15 anni la assunsero come cantante nei club di Harlem. Scoperta nel 1933 dal produttore John Hammond, ebbe l'occasione di incidere a fianco di Benny Goodman (cognato di Hammond) e sempre nel 1933 incise i suoi primi due dischi con l'orchestra dello stesso Benny Goodman. Nel 1935 incise con il pianista Teddy Wilson, iniziando ad avere successo. Dal 1936 iniziò ad incidere da leader, con il proprio nome e da quel momento lavorò con grandi nomi del Jazz come Count Basie, Artie Shaw e Lester Young (quest'ultimo, divenuto suo grande amico, inventò per lei il soprannome di “Lady Lay”). Cantando una canzone contro il razzismo, attirò l'avversità di un agente razzista del Federal Bureau of Narcotics, che la fece pedinare per poterla cogliere durante l'acquisto di stupefacenti e fu arrestata ed imprigionata per 18 mesi per consumo di marijuana ed eroina. Nel 1947 partecipò al film-musical “La Città del Jazz” accanto a Louis Armstrong e collaborò con altri grandi del Jazz mondiale come Oscar Peterson, Benny Carter, Ben Webster, Coleman Hawkins, Buck Clayton, Tony Scott e Mal Waldrom. Fece tournee in Europa e suonò anche in Italia, ma a Milano, fatta suonare in un piccolo teatro di avanspettacolo, non ebbe successo perchè il pubblico, non abituato al Jazz, non gradì lo spettacolo, ed addirittura solo dopo il quinto pezzo fu fatta rientrare in camerino e fu interrotto il concerto. Solo l'ultimo giorno di permanenza a Milano, un gruppo di intenditori ed appassionati italiani di Jazz le organizzò una sorta di “concerto riparatore” al Teatro Gerolamo, in Piazza Beccaria, ed accompagnata da Mal Waldrom al piano, ricevette una grande ovazione dal pubblico. Nel 1959 le fu diagnosticata la cirrosi epatica e lo stesso anno fu ritrovata incosciente nel suo appartamento di New York. Fu ricoverata in ospedale ma contemporaneamente anche arrestata per possesso di droga dallo stesso agente che l'aveva presa di mira nel '39, il quale le fece interrompere la terapia di metadone, la fece togliere dalla lista dei pazienti critici, le poibì le visite e la fece addirittura ammanettare al letto. Morì il 17 luglio del 1959 con il referto di edema polmonare ed insufficienza cardiaca. Per la sua intensità e drammaticità vocale e per le sue sensibili interpretazioni viene considerata tra le più grandi cantanti di tutti i tempi nei linguaggi del Jazz e del Blues. Questa mia opera ad acquerello, che è stata esposta in mie mostre personali presso il Festival Blues “Bluesacco” di Ponsacco (PI) nel 2016, presso il Festival “Lucca Jazz Donna” nel 2018 e presso il “Museo della Grafica” di Pisa, nel 2021 e' in suo omaggio e memoria.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa