Barbiere abusivo scoperto a Cetraro: concorrenza sleale e rischi per la salute
La Guardia di Finanza scopre un barbiere senza licenza a Cetraro, segnalato per violazioni fiscali e igieniche. Sanzioni in arrivo per concorrenza sleale e attività illegale.
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Cosenza, nel quadro delle attività di controllo del territorio, hanno individuato a Cetraro un barbiere che esercitava la propria professione in maniera del tutto irregolare. Il titolare, infatti, era completamente sconosciuto al fisco, gestendo un vero e proprio salone da barba in un seminterrato allestito con tutti gli strumenti necessari per la professione, ma privo di qualsiasi autorizzazione.
L'attività, condotta abusivamente, attirava clienti abituali grazie ai prezzi ribassati, decisamente inferiori rispetto ai saloni regolari. Questo, oltre a rappresentare un esempio evidente di concorrenza sleale, poneva potenziali rischi per la salute dei clienti, dal momento che il locale operava senza i controlli igienico-sanitari previsti dalle normative.
Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza hanno portato all’identificazione del responsabile, a cui sono state contestate diverse violazioni amministrative per l’esercizio abusivo dell’attività di barbiere. Le autorità competenti sono state coinvolte per procedere con l’irrogazione delle sanzioni pecuniarie. L’acconciatore è stato inoltre segnalato all’Agenzia delle Entrate per l’omessa installazione del registratore telematico e la mancata memorizzazione dei corrispettivi incassati.
Questo intervento rientra nelle operazioni di controllo a contrasto delle attività sommerse, con l'obiettivo di tutelare la correttezza fiscale e difendere gli operatori regolari dalla concorrenza sleale. Infatti, le attività che operano al di fuori della legge non solo danneggiano il sistema economico e finanziario, ma possono anche rappresentare un rischio per la salute pubblica, non essendo sottoposte ai controlli obbligatori.
L’evasione fiscale associata a queste pratiche riduce illegalmente i costi di gestione (fiscali, organizzativi e del lavoro), permettendo agli operatori abusivi di ottenere profitti maggiori rispetto ai professionisti che rispettano le normative. Questa disparità crea un evidente squilibrio nel mercato, danneggiando chi segue le regole e mettendo a rischio la sicurezza economica e la salute dei cittadini.
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