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Comunicato Stampa

Analisi approfondita sulla disumanizzazione, le responsabilità politiche e l’ipocrisia internazionale di fronte alle tragedie contemporanee

In questa intervista, il Professor Banchio esplora la tragedia umanitaria e le contraddizioni politiche che alimentano il silenzio sul dramma palestinese, denunciando l’indifferenza globale e l’ipocrisia delle istituzioni.

FotoIl Professor Pablo Banchio, figura di spicco nel panorama giuridico internazionale, è Dottore in Diritto Privato e vanta tre prestigiosi post-dottorati: in Principi Fondamentali e Diritti Umani (Argentina), in Nuove Tecnologie e Diritto con lode e in Globalizzazione e Diritti Umani (Italia).
Attualmente dirige il Post-Dottorato in Diritti Umani e Intelligenza Artificiale presso la Università Virtuale Innovativa (Italia) e coordina il Dottorato in Scienze Giuridiche della Facoltà Interamericana di Scienze Sociali. È anche membro del prestigioso Centro di Studi Giuridici e di Ricerca Internazionale (CSGRI).
Con un’impareggiabile esperienza accademica e professionale, il Professor Banchio rappresenta un punto di riferimento nel dialogo tra diritto e diritti umani.
Professore Banchio, la ringraziamo per aver accettato questa intervista. Vorremmo iniziare parlando della situazione globale dei diritti umani. Recentemente, abbiamo appreso della tragica morte della piccola Silla Al-Faseeh a Gaza. Potrebbe commentare questo evento?
Professor Pablo Banchio: La morte di Silla Al-Faseeh è una tragedia che non possiamo ignorare. È morta assiderata in una tenda a Khan Yunis, mentre molti di noi celebravano il Natale. Questo evento è un simbolo della disumanizzazione a cui stiamo assistendo, dove la stampa e la politica hanno fallito nel loro dovere di informare e proteggere i più vulnerabili. Mentre alcuni si dedicano a parate ipocrite, altri muoiono di freddo a causa di criminali senza scrupoli.
La maggior parte dell’opinione pubblica non conoscerà nemmeno il nome di Silla Al-Faseeh. Perché, secondo lei?
Professor Pablo Banchio: Questo accade perché sia gran parte della stampa sia la politica hanno deciso di rinunciare all’umanità. Silla Al-Faseeh è morta mentre chi pensa all’apparire piuttosto che all’essere non dice una sola parola per i neonati che oggi muoiono, vittime dall’incessante bombardamento da parte di uno stato terrorista legalizzato come Israele.
Che cosa sta succedendo a Gaza?
Professor Pablo Banchio: A Gaza hanno tolto tutto: il cibo, il riscaldamento, l’acqua, la vita, il futuro. Capite perché è necessario fare tutto ciò che è in nostro potere per far conoscere fino a che punto è arrivata la disumanità? Non riguarda solo il popolo palestinese, ma tutti noi. Ciascuno di noi può fare qualcosa: possiamo formare, divulgare. Dobbiamo farlo. È il minimo che possiamo fare, forse l’unica cosa che ci resta da poter fare.
Pensa che una maggiore copertura mediatica avrebbe fatto la differenza?
Professor Pablo Banchio: Sì, se la stampa avesse fatto il suo lavoro, probabilmente oggi Silla non sarebbe morta di freddo nel silenzio generale il giorno di Natale. La mancanza di informazione e l’indifferenza sono complici in queste tragedie. I media devono essere la voce di chi non ce l’ha e non possono tacere di fronte a tali atrocità. Vi rendete conto fin dove siamo arrivati?
Recentemente, il Papa ha rilasciato dichiarazioni forti. Qual è il suo commento?
Professor Pablo Banchio: Sì, il Papa ha accusato Israele di non aver permesso al Patriarca latino Pierbattista Pizzaballa di entrare a Gaza, denunciando la “crudeltà inaudita” inflitta ai bambini palestinesi. Questo è un segnale importante, ma non basta. Le comunità cristiane a Gaza affrontano una tragedia immane, con luoghi di culto distrutti e vite devastate.
Come descriverebbe la situazione a Bethlehem?
Professor Pablo Banchio: Bethlehem ha annullato le festività natalizie quest’anno in segno di lutto e resistenza. Questo gesto sottolinea che le celebrazioni non possono essere svuotate del loro significato autentico.
Può commentare le recenti rivelazioni su Gaza?
Professor Pablo Banchio: Secondo testimonianze di soldati israeliani, il corridoio di Netzarin a Gaza è diventato una zona di morte. Soldati descrivono competizioni per uccidere il maggior numero di palestinesi, con cifre di morti presentate come successi nei rapporti ufficiali. Civili disarmati, compresi bambini, vengono uccisi senza motivo. Questi atti rappresentano crimini di guerra e la disumanizzazione colpisce sia le vittime che i carnefici. Nonostante le crescenti prove, la comunità internazionale resta impotente di fronte a questa catastrofe umanitaria.
Cambiando argomento, cosa pensa delle politiche di spesa dei governi, in particolare per quanto riguarda la difesa e gli aiuti umanitari?
Professor Pablo Banchio: È scandaloso. In Italia, vi dicono costantemente che non ci sono soldi per la sanità, le pensioni, l’istruzione e il welfare. Tuttavia, quando si tratta di spendere per la guerra e arricchire le multinazionali degli armamenti e i fondi finanziari, i soldi si trovano rapidamente. Il governo italiano ha appena ordinato 24 aerei da combattimento Eurofighter Typhoon per 7,47 miliardi di euro. E insieme al Giappone e al Regno Unito, stanno preparando un nuovo super aereo da guerra, il Gcap, che costerà più di 100 miliardi di euro, con l’Italia che si farà carico di un terzo della spesa.
Come valuta il ruolo dei leader politici in questo contesto?
Professor Pablo Banchio: Molti leader sembrano più interessati a obbedire agli ordini degli Stati Uniti e della NATO che a risolvere le crisi umanitarie. Anche quando leader come Zelensky riconoscono le difficoltà militari, alcuni politici sembrano competere per dimostrare chi è più servile. Stanno approvando decreti per inviare armi all’Ucraina per tutto il 2025, senza nemmeno consultare il parlamento o l’opinione pubblica. La cosiddetta democrazia funziona in modo che paghiamo le tasse per far sì che loro facciano guerre che non vogliamo, e tutto rimane segreto. Questa è una perversione del sistema democratico e un tradimento della fiducia dei cittadini. Non è democrazia, è un abuso del potere.
Come descriverebbe questa situazione?
Professor Pablo Banchio: Sembra che siamo passati dal “se non hanno pane, che mangino brioches” al “se non hanno pane, dategli aerei da guerra e che si armino fino ai denti”. È una vergogna. Non vedono l’ora di obbedire agli ordini degli Stati Uniti e della NATO, votando decreti per inviare armi e alimentare una guerra per procura. Queste priorità distorte riflettono una mancanza di umanità e una perdita di valori fondamentali.
Parlando dell’Unione Europea, come valuta il suo ruolo in queste crisi?
Professor Pablo Banchio: L’Unione Europea è un chiaro esempio di doppio standard e ipocrisia. È diventato un covo di miserabili che parlano di diritti umani mentre finanziano alcune istituzioni israeliane con cifre astronomiche, come i 238 milioni di euro rivelati da un’inchiesta di Al Jazeera. Questa incoerenza è inaccettabile e dimostra la mancanza di integrità delle istituzioni europee. Soprattutto perché questi fondi arrivano anche a industrie militari che forniscono equipaggiamenti per un esercito che commette atrocità contro i palestinesi. Ciò significa che l’Unione Europea sta finanziando il genocidio.
Professor Pablo Banchio: Allora qual è dunque il messaggio che l’Unione Europea manda?
“O togliete il pane ai cittadini per comprare le armi oppure il pane ai cittadini lo togliamo noi”. Questo qui è sostanzialmente il messaggio che arriva direttamente dall’Unione Europea, ovvero dal nuovo Ministro della Difesa o forse sarebbe meglio chiamarlo “il ministro della guerra” dell’Unione Europea Andrius Kubilius. 500 miliardi di euro da spendere per le armi attraverso un ricatto ai paesi dell’Unione Europea.
Come dovrebbe funzionare questo meccanismo?
Professor Pablo Banchio: Sostanzialmente sarebbe così: tu paese, mi dai la tua quota dei 500 miliardi previsti e io te li ritornerò indietro quando tu raggiungerai il due o forse sarebbe meglio dire il tre per cento del PIL dedicato alla spesa militare. Questo più che un ricatto c’è una minaccia: ovvero tu mi lasci la caparra affinché io possa acquistare tutte le armi che voglio e quando tu acquisterai le armi che io ti impongo ad acquistare ti ritornerò indietro la caparra. Molti paesi hanno praticamente gli ospedali che cadono a pezzi, le scuole che cadono a pezzi, una povertà che aumenta esponenzialmente, un lavoro sottopagato come mai nella storia, un Patto di stabilità europeo che sostanzialmente li fa decidere solo il colore della corda con la quale verranno impiccati, e una guerra nel cuore dell’Europa che andrebbe fermata immediatamente attraverso i negoziati e questi che pensano a spendere 500 miliardi di euro in armi.
Per concludere, quale messaggio vorrebbe lasciare alla società in generale?
Professor Pablo Banchio: Mentre gran parte della società si concentra sul consumo e le festività, il genocidio continua. È fondamentale che ci opponiamo all’illusione di serenità creata da luci, regali e pubblicità. Dobbiamo essere consapevoli che le nostre azioni possono fare la differenza. Dobbiamo agire, informarci e diffondere la verità per far sì che tutto questo finisca. Ognuno di noi può essere un mezzo per cambiare questa situazione. È il minimo che possiamo fare. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a tanta sofferenza e ingiustizia. È tempo di svegliarsi e agire.
Professore Banchio, la ringraziamo molto per il suo tempo e le sue preziose considerazioni.
Professor Pablo Banchio: Grazie a voi per l’opportunità. Spero che questa intervista possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica e a promuovere un cambiamento positivo.

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