Allevatori in protesta per le limitazioni alla partecipazione delle vacche alla Fiera Internazionale Zootecnica di Cremona
Un manifesto per dar voce al malcontento di un’intera categoria a livello internazionale.
“Noi siamo allevatori liberi, rispettiamo le regole, non accettiamo soprusi e ingiustizie, facciamo grandi sacrifici, investiamo nel nostro lavoro, Cremona è la nostra fiera. Noi eravamo pronti, 120 allevamenti da 6 Paesi europei, 5 razze da latte in mostra, 620 animali in mostra”.
Queste parole sono uno stralcio del manifesto diffuso oggi dagli allevatori presenti alla Fiera Internazionale Zootecnica di Cremona, punto di riferimento internazionale per il settore caseario, a fronte delle restrizioni decise dai tecnici per quanto riguarda il pericolo “Blue Tongue”, e che ha di fatto impedito alla maggior parte di loro di portare i propri animali alla manifestazione.
"Non ho potuto portare i miei animali in fiera. Ho un'azienda agricola nella provincia di Lodi, ma le autorità sanitarie hanno consentito la partecipazione solo agli animali provenienti dalla provincia di Cremona – ha spiegato Pietro Cerri, allevatore della provincia di Lodi e membro del comitato allevatori organizzatori dell’evento - I miei capi erano pronti, abbiamo investito tempo, energie e risorse nella loro preparazione, un processo molto impegnativo che include addestrarli e abituarli a vivere in un ambiente come quello fieristico per tutta la settimana. Tuttavia, tutto è stato annullato a pochi giorni dall’evento, quando è arrivata la comunicazione che la fiera sarebbe stata aperta solo agli animali locali. Il danno è difficile da quantificare. Nelle scorse edizioni la fiera ha ospitato oltre 400 animali provenienti da tutta Italia e da diversi paesi europei, attirando visitatori da ogni parte del mondo. Collaboriamo con l’agenzia del turismo per favorire l’arrivo dei partecipanti, offrendo supporto economico e inviti agli ospiti. Grazie a queste iniziative, Cremona si posiziona tra le quattro fiere principali al mondo dedicate alla vacca da latte, accanto alla Royal, al Madison e alla fiera in Svizzera”.
"Si percepisce un pò’ di malinconia in questa situazione, partecipare a questa manifestazione è una tradizione per noi, perché Cremona è da sempre la capitale italiana della vacca da latte e uno dei principali riferimenti a livello mondiale - ha detto Raffaele Di Ciommo, allevatore della Basilicata – oggi, però, sentiamo che manca qualcosa. Avremmo voluto mostrare il risultato del nostro lavoro, frutto di un impegno quotidiano nelle nostre aziende, fatto di selezione e allevamento. Un lavoro che inizia molto prima, dedichiamo 12 mesi ai preparativi, curiamo ogni animale individualmente, rispettando le sue specifiche esigenze, garantendo il massimo benessere e applicando un management attento per selezionare le generazioni future. Tutto questo impegno, però, non ha potuto essere pienamente valorizzato. La mancanza del concorso rappresenta una perdita importante. La Fiera Zootecnica Internazionale di Cremona non è solo un punto di riferimento per la zootecnia da latte, ma anche per i concorsi zootecnici, che attraggono attenzione sia a livello nazionale che internazionale. Senza gli animali, però, diventa impossibile dare pieno valore a ciò che facciamo."