Alimentazione e infiammazione: un legame profondo per la nostra salute
L’alimentazione è uno dei fattori che incide fortemente sulla probabilità di insorgenza di malattie croniche che hanno origine da una concomitanza di fattori naturali (c.d. non trasmissibili). I fattori e le malattie più rilevanti correlate a stili nutrizionali errati sono l’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari, i tumori, la steatosi epatica non alcolica, le malattie croniche intestinali, le malattie neuropsichiatriche e le malattie neurodegenerative.
Il ruolo dell’infiammazione come fattore di rischio per diverse patologie croniche, come quelle cardiovascolari e neoplastiche, è stato studiato in relazione ai fattori dietetici. A tal riguardo, un problema di primaria importanza è rappresentato dall’obesità. In particolare, l’obesità addominale è associata all’infiammazione cronica di basso grado. Il tessuto adiposo è metabolicamente attivo e produce una varietà di molecole bioattive (adipochine), che comprendono ormoni, proteine, fattori di crescita, citochine e macrofagi.
Questi ultimi – che in condizioni fisiologiche aiutano a combattere le infezioni, a riparare le cellule danneggiate e a ripristinare l’omeostasi – sono in grado, in condizioni di flogosi cronica, di esercitare un’attività incontrollata, coinvolta nello sviluppo di forme neoplastiche. Le molecole di ossigeno e azoto, altamente reattive, rilasciate dai macrofagi durante il processo di guarigione possono produrre sostanze nocive in grado di mutare il DNA.
Le citochine pro-infiammatorie, invece, bloccano la riparazione del DNA e promuovono la crescita tumorale e la metastatizzazione. I nutrienti, quindi, svolgono un ruolo fondamentale sia nella promozione che nella lotta ai processi infiammatori. Tra i fattori alimentari pro- infiammatori si annoverano: l’apporto calorico eccessivo, in quanto stimola la crescita e la proliferazione delle cellule adipose e promuove l’obesità addominale, aumentando il rischio di diabete, la sindrome metabolica e altre malattie croniche; l’eccesso di carboidrati; gli acidi grassi trans, saturi e polinsaturi omega-6. Un’azione opposta (effetto anti-infiammatorio), invece, è svolta da acidi grassi polinsaturi omega-3, vitamina C, vitamina E, polifenoli, pre e probiotici.
ALIMENTI ANTINFIAMMATORI E SCHEMI DIETETICI
Schemi dietetici specifici sono necessari per ridurre i processi infiammatori, responsabili delle malattie croniche. Un’alimentazione ricca di frutta e verdura può essere una delle migliori difese contro l’infiammazione cronica, essendo questa fonte altamente biodisponibile di vitamine, minerali, fibre e polifenoli con attività antinfiammatoria: il consumo quotidiano di due o più porzioni di frutta e tre di verdura abbassano i livelli plasmatici di sostanze pro-infiammatorie. La dieta mediterranea è caratterizzata da un cospicuo consumo di cereali, verdura, frutta, legumi e noci; adeguato consumo di pesce; minimo apporto di carne rossa e latticini; moderata assunzione di vino (soprattutto rosso); impiego costante di olio d’oliva.
Rispetto alle diete occidentali, la mediterranea è abbondante di fibre, polifenoli, antiossidanti e acidi grassi omega-3 e povera di grassi saturi e carboidrati raffinati. Studi epidemiologici e clinici hanno documentato che uno schema alimentare del tipo «mediterraneo» riduce i livelli plasmatici di biomarcatori pro infiammatori. Nell’ambito di questo schema alimentare, i cibi integrali come avena, orzo e riso sono essenziali per ridurre il rischio di flogosi e, quindi, di malattie cronico-degenerative.
Le prove a sostegno del ruolo della dieta sia nel promuovere che nell'ostacolare i processi infiammatori aumentano costantemente. A tal proposito crescono in maniera proporzionale la produzione e il consumo di integratori, che potenziano l’effetto di quantità modeste di alcuni nutrienti. Ulteriori ricerche, però, sono necessarie per valutare il ruolo protettivo mirato di tali supporti dietetici; in realtà, bisogna sempre tener conto dell’individualità della persona e dello stile di vita. Non esistono, infatti, sostanze biologicamente attive che funzionano allo stesso modo per tutti. Ogni individuo è un caso a sé: ogni azione e/o pensiero possono modificare la biochimica cellulare sia in senso positivo che negativo.
DALLA INFIAMMA/IONE AL CANCRO: ANELLO DI CONGIUNZIONE CATASTROFICO
Se un’alimentazione è sbagliata, specie quando associata a stress ed errato stile di vita, porta al processo infiammatorio: se eccessivo e persistente nel tempo, conduce a un tragico epilogo, il cancro. La relazione tra infiammazione e cancro è insidiosa: l’infiammazione porta al cancro e quest’ultimo, a sua volta, scatena una risposta infiammatoria, che alimenta l’aggressività del processo neoplastico e la diffusione delle metastasi. Il protagonista di questo processo, che si autoalimenta e autosostiene è la proteina p53, nota per essere definita «guardiano del genoma», in quanto in condizioni normali protegge le cellule da eventuali aggressioni (nella maggior parte dei tumori è mutata).
In uno studio, si mette in evidenza che le varianti anomali di p53 non solo vengono meno al proprio ruolo di «guardia», ma si comportano addirittura da acceleratori della trasformazione e della progressione tumorale. Un’altra evidenza della relazione tra infiammazione e neoplasie riguarda una proteina nucleare secreta dalle cellule in seguito a uno stress e/o a un danno; essa rappresenta, quindi, una molecola d’allarme, che richiama le cellule del sistema immunitario nel sito danneggiato. La fase d’infiammazione che segue al loro arrivo è fondamentale per pulire il tessuto da agenti patogeni e sostanze tossiche. A questa deve però seguire una seconda fase (rigenerazione), in cui le cellule staminali ristrutturano il tessuto. È stato dimostrato che tale proteina nucleare, a seconda dello stato in cui si trova, è in grado d’influenzare la transizione tra le due fasi: quando è in forma ossidata, la proteina promuove l’infiammazione; viceversa, la forma ridotta funziona come segnale di richiamo per le cellule coinvolte nella riparazione tissutale.
IL PERFETTO ALLEATO DELL’ALIMENTAZIONE ERRATA: LO STRESS
Come riportato, una cattiva alimentazione innesca lo stato infiammatorio, dal quale, attraverso il processo di cronicizzazione, si può arrivare al processo neoplastico. Ma concentrare l’attenzione solo sull’alimentazione è sbagliato, in quanto il contesto in cui ciascun individuo vive è cruciale: un ritmo di vita stressante, condizione che caratterizza la società contemporanea, espone a un’alterazione dei processi biochimici e immunologici, diventando così un alleato «speciale» della cattiva alimentazione. Spesso, l’idea smodata di uno stile alimentare che ci preservi da ogni forma di male diventa un’ulteriore fonte di stress con compromissione dello stato generale di salute.
RELAZIONE TRA STRESS, IMMUNITÀ E NEOPLASIE
Le neoplasie possono dipendere da diversi fattori e la loro origine passa attraverso più fasi. Tre le sue cause, oltre a geni-ambiente-alimentazione, rientra l’eccessiva e persistente condizione di stress. Sul rapporto tra stress e insorgenza di neoplasie ci sono solide evidenze sperimentali sugli animali; più deboli, invece, quelle sugli esseri umani, anche se nel corso degli ultimi anni vengono consolidate sempre più. Un incremento della produzione di neurotrasmettitori e ormoni dello stress può causare, da un lato, un aumento della segnalazione di proliferazione, mediata dall’incremento dei fattori di crescita e, dall’altro, provocare un’alterazione del sistema immunitario.
SUGGERIMENTI PER UN’INTEGRAZIONE UTILE CONTRO L’INFIAMMAZIONE
In alcuni casi, soprattutto quando l’alimentazione non è sufficiente o ci sono condizioni specifiche (stress, malattie croniche, carenze nutrizionali), può essere utile ricorrere a integratori naturali ad azione antinfiammatoria. Ecco alcune delle opzioni più studiate:
1. OMEGA-3 (EPA E DHA)
Azione: potenti antinfiammatori naturali, contrastano la produzione di citochine infiammatorie.
• Fonti naturali: pesce azzurro, semi di lino, olio di pesce.
• Indicazione: utile per chi consuma poco pesce o ha malattie infiammatorie croniche.
2. CURCUMINA
Azione: principio attivo della curcuma, noto per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
• per essere assorbita meglio, va assunta insieme alla piperina (estratto del pepe nero).
• Indicazione: utile in caso di dolori articolari, infiammazioni intestinali, artrite.
3. VITAMINA D
Azione: contribuisce alla regolazione del sistema immunitario e alla riduzione dei processi infiammatori.
• Fonti naturali: sole, pesce grasso, uova.
• Indicazione: utile soprattutto in caso di carenza (molto diffusa nei mesi invernali o in chi vive poco all’aperto).
4. MAGNESIO
Azione: ha un effetto rilassante sul sistema nervoso e contribuisce alla regolazione del cortisolo, riducendo l’infiammazione da stress.
• Fonti naturali: frutta secca, semi, legumi.
• Indicazione: utile in periodi di stanchezza, stress o tensione muscolare cronica.
5. PROBIOTICI
Azione: migliorano l’equilibrio del microbiota intestinale, che gioca un ruolo centrale nel controllo dell’infiammazione sistemica.
• Indicazione: utili in caso di gonfiore, digestione difficile, infiammazioni intestinali (es. colon irritabile, disbiosi).
6. POLIFENOLI (es. resveratrolo, quercetina, EGCG del tè verde)
Azione: potenti antiossidanti naturali, aiutano a proteggere le cellule dai danni infiammatori.
• Fonti naturali: uva rossa, cipolla, mele, tè verde.
• Indicazione: supporto generale al benessere e prevenzione dell’invecchiamento cellulare.
7. FUNGHI MEDICINALI UTILI CONTRO L'INFIAMMAZIONE CRONICA
L'utilizzo dei funghi terapeutici (micoterapia) per contrastare l'infiammazione cronica è un approccio sempre più riconosciuto nell'ambito della medicina integrativa. Questi funghi contengono composti bioattivi, come β-glucani, triterpeni e polisaccaridi, che modulano il sistema immunitario e riducono i processi infiammatori.
- REISHI (Ganoderma lucidum)
• Proprietà: effetto antinfiammatorio simile ai corticosteroidi, senza gli effetti collaterali di questi ultimi.
• Utilizzo: impiegato per ridurre l'infiammazione sistemica e migliorare la risposta immunitaria.
- CORDYCEPS SINENSIS
• Proprietà: azione antinfiammatoria e immunomodulante.
• Utilizzo: utile in caso di infiammazioni croniche e per sostenere la funzione epatica.
- AGARICUS BLAZEI MURRILL (ABM)
• Proprietà: stimola la produzione di citochine antinfiammatorie.
• Utilizzo: adatto per supportare il sistema immunitario in condizioni infiammatorie croniche.
- CHAGA (INONOTUS OBLIQUUS)
• Proprietà: ricco di antiossidanti e β-glucani, con effetti antinfiammatori.
• Utilizzo: impiegato per ridurre l'infiammazione e proteggere i tessuti.
- SHIITAKE (LENTINULA EDODES)
• Proprietà: modula la risposta immunitaria e ha effetti antinfiammatori.
• Utilizzo: utilizzato per sostenere il sistema immunitario e ridurre l'infiammazione
8. FICOCIANINE DA ALGA KLAMATH
Le ficocianine sono pigmenti antiossidanti appartenenti alla famiglia delle fitoalessine e sono responsabili del colore blu-verde delle alghe cianobatteriche, tra cui la famosa alga Klamath (Aphanizomenon flos-aquae, o AFA). Questo pigmento è oggetto di crescente interesse per le sue proprietà antinfiammatorie, immunomodulanti e neuroprotettive. Le ficocianine contenute nella Klamath (diversa da spirulina e clorella) sono considerate tra le più potenti molecole naturali antiossidanti. Si legano alle proteine formando i ficobilisomi, strutture che la cellula algale usa per captare la luce. L'alga Klamath, che cresce in modo spontaneo e incontaminato nel lago Upper Klamath (Oregon, USA), è una delle fonti naturali più pure e concentrate di ficocianine.
Le ficocianine estratte da Klamath possono essere particolarmente utili:
• in presenza di infiammazione cronica di basso grado (sindrome metabolica, dolori articolari, infiammazioni intestinali),
• nei casi di stress ossidativo elevato (stress cronico, sport intensi, inquinamento),
• per supporto immunitario durante i cambi di stagione o periodi di convalescenza,
• per prevenzione neurodegenerativa in soggetti a rischio (familiari con Parkinson, Alzheimer, ecc.).
Angelo Pio Taronna PhD in Biochemistry, Molecular Biology and Biotechnology in Alimenti Funzionali, Anno 14, n.41
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