Uno strano Natale favola di Giovanna Fracassi tratta dal libro Nel magico mondo di nonna Amelia
Marco sta spiando il cielo, con il mento appoggiato sulle mani intrecciate sul davanzale della finestra della sua cameretta. Spera di veder cadere qualche fiocco di neve, almeno oggi che è la Vigilia di Natale. Vorrebbe tanto sentirsi allegro e felice, invece è ancora più triste degli altri giorni.
“Nel mondo magico di Nonna Amelia” è un libro di favole e filastrocche edito da Rupe Mutevole Edizioni nel 2021. L’autrice, Giovanna Fracassi, ha pensato di augurare Buon Natale a tutti i suoi lettori (adulti e piccini) con la pubblicazione della favola “Uno strano Natale”.
“Uno strano Natale” di Giovanna Fracassi
Oggi bambini, visto che ormai non manca più molto a Natale, vi voglio raccontare la storia di un bambino triste che però riceve un regalo straordinario.
Marco sta spiando il cielo, con il mento appoggiato sulle mani intrecciate sul davanzale della finestra della sua cameretta. Spera di veder cadere qualche fiocco di neve, almeno oggi che è la Vigilia di Natale. Vorrebbe tanto sentirsi allegro e felice, invece è ancora più triste degli altri giorni.
Quest’anno non ha chiesto nulla a Babbo Natale, non gli ha scritto nessuna letterina. L’anno prima gli aveva chiesto con tutto il cuore, un solo grande regalo: che i suoi genitori la smettessero di chiudersi in cucina a discutere e che tornassero ad essere allegri e scherzosi con lui.
Invece, proprio il fatidico giorno di Natale, suo padre lo svegliò la mattina presto per dirgli semplicemente che per qualche tempo se ne doveva andare via. Marco gli aveva subito chiesto dove sarebbe andato a lavorare questa volta, dato che era abituato ai lunghi viaggi del padre, ma lui gli rispose che non doveva fare nessun viaggio di lavoro. Si trattava di altro: non voleva più litigare con la mamma e l’unico modo per non farlo era andare a vivere in un’altra casa.
Marco ricorda molto bene quel giorno. I regali rimasero intatti sotto l’albero spento: né lui né la mamma avevano avuto voglia di aprirli. Se ne rimasero abbracciati, avvolti in un grande plaid sul divano, quasi fino a sera. Mamma piangeva e lui non sapeva più cosa dirle per farla smettere.
Adesso è a casa di suo padre, ma vorrebbe essere con sua madre. Quando è con lei però, vorrebbe essere con lui. In realtà sa molto bene cosa vuole: che loro tre tornino ad essere una famiglia. Senza quella Marta che fa sempre la carina con il papà “amore qui, amore là” e senza Enzo che arriva sempre per cena, dal venerdì alla domenica, con un mazzo di fiori freschi, tanto che il lunedì la casa sembra una fioreria.
Eh sì! Marco guarda il cielo e pensa: «Oh se almeno nevicasse! Potrebbe essere un bel Natale, nonostante tutto».
Ad un tratto vede qualcosa muoversi, proprio in fondo al giardino, sotto la panchina dove d’estate si mette a disegnare. Osservando con più attenzione scopre che si tratta di un grosso gatto arancione che, quatto quatto, perlustra tutto intorno il laghetto ghiacciato.
La tentazione ora è troppo forte.
Marco corre in corridoio, acchiappa veloce berretto e giaccone ed esce in giardino. S’impone di procedere piano per non spaventarlo, lo cerca dappertutto ma non riesce a trovarlo: sparito nel nulla!
Sta già tornando sui suoi passi, quando si sente chiamare: «Marco, ehi, sono qui!».
Si gira, si guarda attorno, chi mai può averlo chiamato? Non c’è nessuno! Ed eccolo lì, il gatto rosso! È seduto, tutto impettito, al centro della panchina, le orecchie aguzze sull’attenti e due enormi occhi verdi che splendono come fossero di giada e che lo stanno fissando impertinenti.
È una pazzia, eppure Marco ha la sensazione che a chiamarlo sia stato proprio il gatto. Gli si avvicina cauto, temendo di farlo scappare, ma quello invece sembra aspettarlo e appena gli è abbastanza vicino, strofina il suo grosso muso sulla sua mano, invitandolo quasi ad accarezzarlo e facendo immediatamente le fusa a mo’ di saluto, così alte e sonore che un uccellino, che sta beccando qualche briciola sul davanzale, se ne vola via spaventato.
«Non è possibile che tu sia un gatto parlante, vero? Ho le traveggole oppure la febbre alta!»
«No, affatto, io parlo e capisco tutto quello che dici, anzi, so anche cosa pensi. Ho saputo che quest’anno non hai scritto la letterina a Babbo Natale perché non vuoi nulla».
«Sì, è proprio così! L’anno scorso quello che gli avevo chiesto non è arrivato, ed era l’unica cosa che desideravo!»
«Quello che tu hai chiesto Marco, non te lo può regalare né Babbo Natale né nessun altro. So tutto e sono venuto a dirti che devi accettare di avere ormai due mamme e due papà. E poi, in fondo, se ci pensi bene, non è poi troppo male».
«Sarà, ma io ora mi sento molto solo e nulla, nella mia vita, è come prima!»
«Ecco perché sono venuto a cercarti! Mi chiamo Mischa e, se vuoi, posso diventare il tuo compagno di giochi. Starò sempre con te, finché lo vorrai. Poi quando avrai altri amici, sarai cresciuto e non avrai più bisogno di me, me ne andrò. Che ne dici?»
Marco emozionatissimo, prende in braccio Mischa e per la commozione lo stringe così forte al petto che il micione sospira un debole ma compiaciuto Miaooo!
Inutile dire che da quel giorno, quei due diventarono inseparabili.
Posso confidarvi che Marco è cresciuto, si è sposato e ha un bellissimo bambino: Eddy, ma non si è mai voluto separare dal suo amico micio e nulla lascia supporre che mai lo vorrà fare.
Chi trova un micio trova un tesoro!
Questa è la letterina che Eddy ha scritto, insieme al suo papà Marco, a Babbo Natale.
Caro Babbo Natale,
so che hai tanto da fare
perciò di tempo non te ne voglio rubare.
Nulla voglio farmi regalare
perché non credo
d’esser stato buono come dovevo.
Ti chiedo però un dono speciale
per il mondo intero:
vola con la tua slitta tutto intorno
e spargi un po’ d’affetto
della bontà senza difetto
tanta allegria senza dispetto
così che ogni cuore
sia sazio d’amore.
Con affetto
Eddy
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