Stromae incanta il pubblico italiano a Sanremo e conquista immediatamente il primo posto su iTunes
Dopo la sua applauditissima partecipazione a Sanremo 2014, in qualità di ospite internazionale, il cantautore belga Stromae conquista il primo posto su iTunes ed entra nella Top Ten dei dischi più venduti con “Racine Carée”, il suo nuovo disco appena pubblicato anche in Italia.
Dopo la sua applauditissima partecipazione a Sanremo 2014, in qualità di ospite internazionale, il cantautore belga Stromae conquista il primo posto su iTunes ed entra nella Top Ten dei dischi più venduti con “Racine Carée”, il suo nuovo disco appena pubblicato anche in Italia.
L’album, che all’estero ha già venduto oltre 2 milioni di copie, include brani interessanti con forti influenze nord africane come “Ave cesaria” (dedicato alla cantante capoverdiana Cesária Évora), canzoni politiche di protesta come l’inequivocabile “Bâtard”, altri baciati già dal successo come “Formidable” che insieme a “Papaoutai” hanno totalizzato oltre 900 mila download senza lasciare mai la Top 10 della classifica di vendita francese.
Sul palco dell’Ariston, Paul Van Haver (questo il vero nome di Stromae) ha incantato la platea e i telespettatori, grazie anche alla sua abilità di comunicare i suoi messaggi attraverso le immagini e il linguaggio del corpo. Questa sua capacità di interpretare i suoi brani, recitandoli, sembra fare presa su chi ha modo di vederlo, e non solo ascoltarlo, confermato dai suoi video che hanno superato la soglia delle 280 milioni di visualizzazioni, facendolo diventare una superstar di you tube, attraverso pure l'originale realizzazione delle sue “lezioni”, in cui racconta, mediante piccoli sketch comici come nascono le idee delle sue canzoni.
In “Tous les memes” indossa abiti da donna per difendere i diritti degli omosessuali, balla come gli zombie in “Thriller”. In “Formidable” si fa riprendere mentre va in giro per la città da ‘sbronzo’ con le reazioni naturali dei passanti, dall’indifferenza alla solidarietà.
‘Molta gente in Francia ed in Belgio, rivela Stromae, pensava che lo fossi davvero. Ma è una canzone sulla solitudine, sull’essere emarginati. Voglio che la gente rida di me, ma con un po’ di rimpianto, perché rappresento un uomo che vuole essere aiutato’.
Si considera un artigiano della musica, un fonico appassionato di suono, di immagini, quando compone pensa contemporaneamente alla musica, al testo e al video. Crea una meravigliosa alchimia nel fondere insieme la chanson Française, il suono dell’hip hop e dell’electrodance, le percussioni africane e le melodie più romantiche. I suoi testi , molto curati, narrano storie di migliaia di meticci della sua città (Bruxelles), storie d’emigrazione, povertà, colonie, differenze, storie di ieri e di oggi, utilizzando un linguaggio sempre curato e lontano da certe esagerazioni hip-hop. Si ispira al gruppo Daft Punk, a Charles Aznavour e Jacques Brel, ma anche a Bizet e a Miriam Makeba, dandogli un’impronta smaccatamente personale ed originale.
E prosegue nel raccontarsi: ‘Il mio lavoro è patchwork di cose diverse: cerco di essere il più onesto che posso. Ho avuto fortuna al primo disco, ma la peggior domanda che ci si può fare è
Poi spiega la scelta di cantare una lingua poco internazionale: ‘Noi francesi ascoltiamo musica che non capiamo, la balliamo, la compriamo… Per cui credo che possa succedere lo stesso per la nostra musica quando va all’estero: canto in francese perché mi sento a mio agio. Non credo che qualcuno mi voglia sentire imitare l’accento inglese: credo che sia più interessante avere uno che arriva da Bruxelles e ha una sua visione. Non voglio sentir dire che l’inglese è più internazionale: ogni lingua è internazionale. Quindi, perché no?’.
Un artista sincero, un portavoce della nuova generazione, che esprime in pieno le emozioni di chi ha conosciuto la sofferenza legata ad una esistenza difficile, fatta di stenti con un background familiare drammatico: orfano di padre assassinato nel genocidio ruandese e cresciuto ai bordi di una periferia angusta e povera di Bruxelles. Lui canta, nonostante e malgrado tutto, la speranza dei cosiddetti vinti che possa realizzarsi un mondo migliore. Forse è anche questo uno dei motivi per cui in Francia è stato eletto, nel 2013, artista dell’anno.
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