Shale gas, secondo Scaroni (Eni) rappresenta la via prioritaria per l’Europa
Scaroni Washington, sviluppo giacimenti shale gas via prioritaria per l’Europa
Shale gas, Paolo Scaroni, secondo il numero uno di Eni la rivoluzione delle fonti non convenzionali rischia di accrescere il divario competitivo con gli Stati Uniti. Lo sviluppo dei giacimenti di shale gas rappresenta la via prioritaria per l’Europa per riguadagnare competitività nel settore energetico e, di conseguenza, nell’industria.
Lo ha ribadito l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, intervenuto nel corso dell’Atlantic Council di Washington. «Energia e geopolitica – ha osservato Scaroni – sono da sempre legate tra loro: Stati Uniti, Russia e Nord Africa sono tra i protagonisti di questo periodo storico. Occuparmi di questi Paesi è il mio lavoro. Penso a Russia, Libia e Algeria ogni giorno ed è alla loro situazione che rivolgo il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi. Questo perché Eni compra gas dalla Russia ogni anno per otto miliardi di dollari, il che ci rende il primo cliente di Gazprom al mondo. Eni è anche di gran lunga la prima società petrolifera internazionale del Nord Africa. Paesi questi che, oggi più che mai, sono influenzati da ciò che succede negli Stati Uniti».
Secondo il numero uno del cane a sei zampe la rivoluzione dello shale gas in America ha cambiato le dinamiche della competizione globale: «Gli Stati Uniti già godevano rispetto all’Europa di un vantaggio competitivo, offrendo da sempre un contesto favorevole all’industria e al mondo degli affari con leggi e regole pragmatiche, una forza lavoro qualificata e flessibile e un grande mercato. Oggi la buona notizia per gli Stati Uniti è che possono contare su tutta l’energia di cui hanno bisogno a prezzi imbattibili. Quella che è un’ottima notizia per gli Stati Uniti non lo è per l’Europa. La nostra industria, già mortificata dal calo della domanda e da un mercato del lavoro ancora troppo rigido, deve ora competere con quella americana, che paga il gas un terzo dei concorrenti europei e l’elettricità meno della metà. Il risultato è che gli Stati Uniti hanno davanti anni di grande crescita, mentre l’Europa dovrà reinventarsi per rimanere competitiva».
Il Vecchio Continente, per ambire a un rinascimento industriale, con ricadute positive in termini di crescita e occupazione, deve inventarsi un new deal energetico. La prima priorità – secondo Scaroni – è lo shale gas, che sarebbe presente in quantità rilevanti, anche se occorre risolvere la questione del consenso politico e sociale al suo utilizzo.
L’altra strada indicata dall’amministratore delegato di Eni è il rafforzamento dei legami politici con Paesi come Algeria, Libia e, soprattutto, Russia. «Gli interessi di lungo periodo dell’Europa coincidono con quelli dei suoi fornitori. Per sopravvivere, le nostre imprese devono contare su gas a prezzi competitivi. La Russia ha tutto l’interesse ad avere un’Europa industriale forte e in crescita, essendo il mercato di sbocco naturale dei suoi idrocarburi. Se le compagnie europee emigrassero negli Stati Uniti sarebbe un danno per tutti: i giovani europei non avrebbero lavoro e i giovani russi non avrebbero a chi vendere il gas. Al contrario, se le nostre aziende potessero avere gas russo in abbondanza a prezzi competitivi, sarebbe un grosso vantaggio per entrambi».
FONTE: energia24
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