Sciando tra i fiori: L’atlante del nuovo mondo “post riscaldamento climatico” approda al Courmayeur Climate Hub
L’installazione artistica conclude una stagione ricca di iniziative e progetti Immagini che fondono presente e futuro, per provare a immaginare le sfide che ci attendono. Sono gli scatti della mostra Atlas of the New World, che inaugura un nuovo spazio legato alla sede di Courmayeur Climate Hub, in attesa dell’apertura completa della struttura. Una narrazione fotografica che completa la serie di appuntamenti e iniziative che sono state protagoniste di questo autunno: la maratona del Climathon, il censimento del patrimonio architettonico sotto forma di Atlante digitale consultabile, i progetti di studenti e esperti internazionali, la digitalizzazione completa dei sentieri
Può una fotografia immortalare ciò che ancora non è avvenuto? Con una serie di istantanee “dal futuro” sarà inaugurata, nelle prossime settimane, una installazione a LED negli spazi all’esterno del Courmayeur Climate Hub, nel centro di Courmayeur. Sarà il primo tassello del nuovo headquarter del progetto finanziato dall’Unione Europea Next Generation EU nell’ambito del PNRR - che dopo più di un anno di lavori sta per assumere, nel rispetto pieno dei tempi previsti, la sua forma definitiva. Il bozzolo dell’ex Hotel Ange, completamente recuperato, si aprirà presto per rivelare ciò che si candida a diventare un punto di riferimento imprescindibile.
La mostra, un estratto di Atlas of the New World, fresca vincitrice del Premio Ponchielli 2024, è un progetto dei fotografi Giulia Piermartiri ed Edoardo Delille e curato dall’associazione valdostana La Clé sur la Porte, e vedrà a Courmayeur gli scatti che dal 2019 hanno esplorato il mondo dalla California all’Africa, alla ricerca di tracce del cambiamento climatico in atto. Tra i punti caldi del pianeta, i più soggetti alle trasformazioni legate all’azione antropica, anche il Monte Bianco. I loro scatti sovrappongono, con un gioco di proiezioni e flash, la realtà presente a quella futura, creando un ibrido temporale, un istante di insight in cui si intravede il futuro. Si finisce così per sfogliare, idealmente, un Atlante del nuovo mondo, familiare eppure irriconoscibile. Gli scatti esposti riguarderanno due sole località: il Monte Bianco e le Maldive. Problemi opposti, stesse ragioni.
L’inverno del Courmayeur Climate Hub
La mostra dei fotografi Piermartiri e Delille è l’ultima novità di un ricco programma di iniziative promosse nell’ambito del Progetto PNRR Courmayeur Climate Hub. È stato un autunno fitto di impegni: recentemente è stato presentato l’Atlante Digitale del Patrimonio architettonico sottoutilizzato della Valle d’Aosta, a seguito di un lavoro di ricognizione e schedatura - completa di documentazione fotografica e riprese video - dei siti regionali di proprietà pubblica e degli immobili privati ritenuti strategici, ma attualmente non utilizzati o abbandonati. Questo archivio aperto e aggiornabile, consultabile online, rientra in una più ampia strategia per una nuova abitabilità dei territori montani: la consapevolezza del patrimonio architettonico esistente è fondamentale per progettare gli scenari futuri dei territori di montagna. Il progetto, realizzato dall’Istituto di Architettura Montana del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino in collaborazione con la Fondazione Courmayeur Mont Blanc, il GAL Valle d’Aosta, e dal CELVA.
Nel frattempo, sono stati decretati i vincitori dell’ultima edizione di Climathon 2024, organizzato dalla Fondazione Brodolini con il Comune di Courmayeur, e dedicata alla promozione del futuro sostenibile delle Alpi. Cittadini, studenti e professionisti, incoraggiati dal diplomatico italiano Grammenos Mastrojeni, in collegamento dalla Climate Change Conference delle Nazioni Unite di Baku, da Edoardo Cremonese, ricercatore di CIMA Research Foundation, e da importanti speaker ed esperti, hanno dato vita a una maratona di 24 ore al Courmayeur Sport Center di Dolonne. Tre i premi principali: vincono il progetto Acqua Co(u)ltura del team Zucche, che propone di impermeabilizzare il Lago Checrouit per conservare l’acqua in quota, fondamentale per le strutture a valle e l’innevamento programmato, il progetto Trafficando SRL del team Unividini, che prevede tariffe dinamiche per il traffico al Traforo del Monte Bianco e il progetto PensilinEa del team Nature Bliss, ovvero le fermate di trasporto pubblico modulari, dotate di pannelli solari, per promuovere la mobilità sostenibile e informare i turisti.
Il Climathon è stata anche l’occasione per un gruppo di studenti del liceo linguistico di Courmayeur per presentare un’analisi del progetto Future Mountain Jobs, con cui Courmayeur Climate Hub vuole dotare i giovani – piccoli “green designer” - di nuovi strumenti per immaginare le professioni di montagna del futuro. Un’incursione tra mondo digitale, droni e app applicate alla vita quotidiana di chi lavora in quota nel turismo, nel soccorso, nell’agricoltura e nell’artigianato.
Ottime news anche dal Residency Living Lab, che ha concluso la sua prima fase di lavoro. Esperti e tecnici di rilievo internazionale con il coordinamento scientifico di Yves Bühler, team leader presso l’Institute for snow and avalanche research su Davos, in Svizzera, hanno partecipato a 3 giornate di workshop, realizzando un paper scientifico che mira ad essere un “vademecum” per la prevenzione e la gestione dei rischi naturali in montagna.
Infine, è stata completata la digitalizzazione dei sentieri di Courmayeur, compresi quelli dei villaggi, completi di mappe, tracce gps/gpx, punti di interesse e spot panoramici consultabili tramite l’App Guidexpress di Rditaly, che ha rispettato le indicazioni fornite dagli stakeholder del territorio. Un nuovo strumento a disposizione di tutti coloro che desiderano scoprire queste montagne.