Movimenti e Danze di Gurgjieff
Movimenti e danze antiche pratiche per sviluppare la consapevolezza.
“Gurdjieff ci ha trasmesso una scienza in grado di mostrarci chi siamo e le nostre capacità potenziali, ciò che occorre sviluppare”
J.De Salzmann.
“Lavorava sulla nostra essenza. Prestava ascolto al nostro bisogno interiore con pazienza e gentilezza instancabili, indicava ad ognuno di noi un preciso atto interno che era necessario al momento dato, per liberarsi dai nostri automatismi”
J.De Salzmann
Molto spesso si sente parlare del maestro caucasico G.I.Gurdjieff, ma a fianco a questa figura emblematica ve n’è un’altra meno conosciuta, eppure molto influente nella divulgazione dei suoi insegnamenti, soprattutto della pratica dei movimenti e delle danze: Jeanne De Salzmann. Nata nel 1889 in Francia, da una famosa famiglia di architetti svizzeri, a 17 anni studiò presso l’istituto di J.Dalcroze e aprì una scuola di danza e musica a Tiflis (Tbilisi, capitale della Georgia) basata proprio sul metodo Dalcroze. Fu in questa città che, all’età di 30 anni, conobbe G.I.Gurdjieff e, insieme a suo marito, ne sposarono gli insegnamenti; questo fu il motivo per cui vendettero tutti i loro possedimenti e seguirono il maestro prima a Costantinopoli (odierna Istanbul), poi a Berlino e infine, nel 1922, a Fontainebleau in Francia.
Grazie al suo costante lavoro al fianco di Gurdjieff, madame De Salzmann ebbe un ruolo primario nella divulgazione e nella pratica delle tecniche di movimenti e danze che il maestro faceva praticare ai suoi allievi come mezzo preferenziale per comprendere gli insegnamenti teorici.
Gurdjieff, prima della sua morte, avvenuta nell’ottobre del 1949, la ”incaricò” di vivere oltre i cent’anni per diffondere i suoi insegnamenti, lasciando a lei tutti i diritti sugli scritti. Madame De Salzmann fondò i centri di Parigi, New York, Caracas e Londra e morì a Parigi nel 1990 all’età di 101 anni.
Pratico da 18 anni i movimenti e le danze di Gurdjieff e per me madame De Salzmann è sempre stata fonte d’ispirazione per la pratica degli insegnamenti del maestro caucasico. L’umiltà con cui ha trasmesso le sue conoscenze, la sua dedizione per la pratica dei movimenti e l’amore che ha sempre espresso per il suo insegnante parlano di una donna straordinaria, capace di dedicare la sua vita a ciò che sentiva importante: guidare le persone a produrre lo stato di Presenza.
Per la mia crescita personale, la pratica dei movimenti e delle danze ha avuto un’importanza rilevante; mi hanno aiutato a prendere coscienza del mio corpo, delle mie dinamiche meccaniche e hanno contribuito a generare stati interiori mai vissuti prima.
Cosa sono i movimenti e le danze di Gurdjieff?
Gurdjieff divulgò insegnamenti volti al risveglio personale che comprendevano sia l’uso del piano razionale, attraverso lo studio, quanto quello del piano fisico attraverso i movimenti e le danze da lui divulgati. Egli apprese queste pratiche in alcuni monasteri orientali nei quali, come lui stesso narrò, diversi monaci vivevano da tempo immemore in isolamento e le tramandavano. Le sequenze di movimenti e di danze hanno lo scopo di riallineare gli emisferi cerebrali, liberare il vero potenziale dell’essere umano e risvegliare la sua coscienza sopita per riportarla nel “QUI ED ORA”. Allora come oggi questi insegnamenti rispondono alla prima esigenza che sente interiormente chi cerca di dare un senso alla propria esistenza: “conosci te stesso”. La Quarta Via, così come la chiamava Gurdjieff, non richiede un isolamento dei propri allievi; al contrario li sostiene a partecipare alla vita facendo comprendere la necessità di elevarsi al di sopra della propria battaglia per l’esistenza e, allo stesso tempo, prendervene parte.
Il maestro caucasico sosteneva che l’essere umano apprende nel corso della sua vita una quantità scarsa e limitata di posture che ripete in modo meccanico; ciascuna di esse è la reazione inconsapevole a ciò che accade intorno a noi ed è legata ad un preciso stato emotivo. Se apprendiamo nuove posture non meccaniche, possiamo scoprire nuovi stati interiori mai provati prima.
Madame De Salzmann e la sua profonda esperienza
Il libro “La realtà dell’essere”, tratto dai quaderni di appunti di Madame De Salzmann, racconta in modo molto profondo ciò che è stato compreso attraverso l’esperienza delle tecniche di movimenti e di danze; ne riporto alcuni passaggi che reputo molto interessanti:
“L’universo è composto da energie che ci attraversano. Ogni movimento fuori e dentro di noi è un passaggio di energia. L’energia va dove è chiamata: non possiamo prevederlo. Siamo soggetti alle forze che ci circondano. O stiamo in relazione con un’energia un po’ più alta o veniamo attratti da un’energia inferiore”
“Le danze e i movimenti di Gurdjieff conducono le energie delle nostre funzioni in una direzione ascendente, verso una qualità di vibrazioni che ha la stessa intensità in tutti i centri”
“I movimenti possono mostrarci come essere nella vita, come sperimentare la Presenza e, allo stesso tempo, muoversi più liberamente nella manifestazione. Invece di avere reazioni senza sosta c’è la possibilità di un’azione che derivi dalla visione, da una forza cosciente e più alta. I movimenti sono un modo per vivere l’idea della Presenza. L’idea da sola non basta: deve esserci un’azione che conduca l’energia di cui stiamo parlando. Attraverso i movimenti, quando tutte le energie al nostro interno sono collegate, si produce una nuova energia. Possiamo sentirla. Ha un’altra qualità, un’altra forza e una consapevolezza che normalmente non abbiamo. Questa energia arriva dalla mente, da una parte superiore della mente in cui c’è intelligenza, capacità di vedere. Devo entrare in relazione con questa parte della mente. Allora avrò una visione assolutamente chiara. Vedo me stesso, vedo le altre persone, vedo cosa è, molto chiaramente, senza reazioni. Vedo me stesso come sono”.
Grazie a madame De Salzmann è stata attuata una capillare opera di conservazione delle particolari musiche per pianoforte, dettate dallo stesso Gurdjieff al suo allievo Thomas De Hartmann, ed è avvenuto il supporto nella produzione del lungometraggio del regista Peter Brook, suo personale allievo, intitolato “Incontri con uomini straordinari”, incentrato sulla vita di Gurdjieff.
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