"Moschetta e Grullo" e "Eurilla e Beltramme" , gli Intermezzi di Domenico Sarro, alla 78.ma Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto - Umbria 2024
Alla direzione dell' ’Ensemble Calamani del Teatro Lirico Sperimentale e dei cantanti del Belli il maestro Pierfrancesco Borrelli. Al clavicembalo il maestro Davor Krkljus.
Nella produzione lirica, gli intermezzi sono conosciuti in generale come interludi orchestrali di celebri opere italiane che avevano la funzione di collegare tra loro i diversi atti.
Questi lavori molto suggestivi furono concepiti non solo per creare l’atmosfera giusta per le successive vicende dell’opera, ma anche per offrire agli spettatori una breve pausa nel dipanarsi degli eventi.
Ma, originale ed autonoma, la realtà teatrale napoletana non si rassegnò a specchiarsi nel melodramma, ma coltivò l'ambizione di praticare vie diverse, meno aristocratiche ed europee ma più sicure ed autonome, nelle quali caratterizzarsi culturalmente. Questa via era costituita dalla pratica del comico, dilettantesco e/o professionistico, premeditato o improvvisato, dialettale e/o in lingua, comunque autoctono, che si definisse come coscienza aperta del reale ed esorcismo, insieme, del diverso sociale e teatrale.
Questa originale caratteristica fa scrivere a Antonio Castronuovo (Quadri del Settecento musicale italiano, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 39, no. 6, maggio/agosto 2015):
"Vorrei tornare nella Napoli del Settecento…
Leggo quel che nel 1765 scrive Lalande, nel suo Voyage d’un français en Italie, e sogno la macchina del tempo per poter tornare indietro ed entrare in un teatro di Napoli ad ascoltare Scarlatti o Cimarosa o Pergolesi: «La Musica è soprattutto il trionfo dei napoletani; sembra che in quel luogo le corde del timpano siano più tese, più armoniche, più sonore che nel resto d’Europa. Il popolo medesimo ha in sé il canto: il gesto, l’inflessione della voce, la prosodia delle sillabe, la stessa conversazione, tutto vi segna e vi respira l’armonia e la Musica; così, Napoli è la sorgente principale della musica italiana, dei grandi compositori e delle opere eccellenti». E il fatto che la Musica sia trattata da Lalande con la maiuscola non fa che moltiplicare questo desiderio.
Fra i mondi musicali perduti, Napoli è quello su cui maggiormente soffro...."
La commedia per musica nasce tra gli ultimi anni del Seicento e i primi del Settecento dal desiderio del pubblico di sedersi a teatro non solo per ascoltare buona musica, ma anche per divertirsi. Ciò si risolse dapprima nella creazione di intermezzi comici (un esempio celebre è La serva padrona di Pergolesi, nata come intermezzo del suo dramma Il prigionier superbo), poi nella composizione di vere e proprio commedie musicate e poi con le opere ritrovate alla 78.ma stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell'Umbria di Domenico Sarro, "Moschetta e Grullo" e "Eurilia e Beltrame", all'interno di un importante iniziativa rappresentata da un vero e proprio progetto di ricerca artistica, storica e musicale., il "Progetto degli Intermezzi de 700" nato nel 2015 all’interno della collaborazione tra il Centro Studi Pergolesi dell’Università degli Studi di Milano e il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”.
Il primo «riscopre il repertorio inedito degli intermezzi napoletani del Settecento e ne cura l’edizione critica, pubblicandola in una collana dedicata – commenta Claudio Toscani, Presidente del Centro Studi e Professore associato di ‘Storia del Melodramma e Filologia musicale’ all’Università di Milano – mentre il secondo restituisce al palcoscenico l’opera, offrendo al pubblico la possibilità di assistere ad uno spettacolo inedito».
"Gli Intermezzi napoletani del’700 – ribadiscono Borrelli e Stanisci – sono un genere che continuamente reinventa uno schema drammaturgico e musicale apparentemente sempre uguale, in cui le scelte musicali sono al servizio dell’azione scenica. La semplice scrittura degli archi, con il fondamentale sostegno del basso continuo, contribuisce a dare senso, vitalità e freschezza narrativa a questo particolarissimo genere teatrale di cui i compositori napoletani erano maestri rinomati. La parte vocale, volutamente non di estrema difficoltà tecnica, ma di grande impegno attoriale ed interpretativo, costringe i giovani cantanti a un enorme lavoro sul personaggio, utilissimo nella formazione del cantante lirico".
A Spoleto, grande rispetto per la caratteristica originale delle opere di Domenico Sarro e della specificità tutta napoletana, fatta di allusioni ed ironia, di amore e vitalità estrema, con la partecipazione in scena di due "mimi", spettatori/attori che richiamano tematiche e origini, riferimenti storici, fino alla gioiosa danza finale collettiva che coinvolge attori, registi, musicisti, direttori, facendoci rivivere, ora come allora, uno spettacolo di notevole freschezza.
Nella edizione del 2024 la direzione dell’Ensemble strumentale del Teatro Lirico di Spoleto è affidata al Maestro Pierfrancesco Borrelli, mentre la regia e l’allestimento scenico ad Andrea Stanisci. Luci di Eva Bruno e costumi di Clelia De Angelis.
Interpreti straordinari dello spettacolo e della stagione sono i cantanti risultati vincitori e idonei dei Concorsi 2022 e 2023. In Moschetta e Grullo Aloisia de Nardis e Chiara Guerra (Moschetta) mentre Marco Gazzini e Dario Sogos (Grullo); Emma Alessi Innocenti e Francesca Lione (Eurilla), Andrea Ariano e Davide Piva (Beltramme).
Mimi: Vania Ficola e Valentino Pagliei.
Maestri collaboratori: Dahyun Kang, Pablo Salido Pulido, Lorenzo Tomasini e Antonio Vicentini. Personale tecnico e organizzativo del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto.
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