GASTRONOMIA
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Mangiar pontino? Da Papi

24/04/09

La storia insegna che i pontefici hanno sempre apprezzato le prelibatezze culinarie del territorio pontino. E anche Benedetto XVI…

Per quanto frugali possano essere state le mense dei Papi, nella storia, devono aver lasciato il segno.

Espressioni entrate nel lessico comune come “Il boccone del prete» (vedi la parte più gustosa della pietanza) o “mangiare da Papa” non vengono per caso.

Un’ampia pubblicistica racconta e analizza le abitudini e le predilezioni alimentari dei pontefici, dalle anguille di Martino IV fino ai giusti più meno raffinati dei pontefici più recenti.

Quello che non si sapeva con chiarezza e che un recente libro di Roberto Campagna (Edizioni Mannoccio) spiega con dovizie di particolari è che molte delle ghiottonerie venivano dall’Agro Pontino e ancora oggi possono essere gustate, «Alla tavola dei Papi» propone appunto una selezione di portate pontine che i Pontefici hanno amato o, comunque, avrebbero potuto conoscere e apprezzare, senza trascurarne le possibili rivisitazioni e i locali dove gustarle.

Sisto V amava il pesce di Terracina, Pio VI la cucina di Velletri. Benedetto XVI, per venire ai giorni nostri, nel 2004, ancora cardinale, invitato in un ristorante della zona, «chiese che venisse servita anche la mozzarella di bufala nostrana e le pietanze fossero accompagnate dai vini del territorio».

Un curriculum d’eccellenza che invita a fare una gita nella zona per cercarne i «bocconi» migliori.



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