AZIENDALI
Comunicato Stampa

Luca Dal Fabbro: “Dobbiamo tornare a fare politica industriale. Serve un piano per l’autonomia strategica”

L’intervista a Luca Dal Fabbro evidenzia un quadro chiaro: senza una svolta decisa verso una politica industriale strategica, l’Europa rischia di restare un vaso di coccio tra le potenze mondiali. Il tempo per agire è adesso

FotoL’Europa ha perso il senso del suo futuro industriale e deve urgentemente recuperarlo per garantire la propria autonomia strategica. È questo il messaggio chiave che emerge dall’intervista di The Post Internazionale a Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, che analizza le sfide economiche, geopolitiche e tecnologiche che il continente deve affrontare nei prossimi anni.

Luca Dal Fabbro: “L’Europa ha perso terreno, ora serve un piano per l’autonomia strategica”

Secondo Luca Dal Fabbro, l’Europa ha accumulato un ritardo significativo rispetto alla Cina e ad altri Paesi fuori dal Vecchio Continente sui materiali critici e sulle tecnologie verdi. Mentre Pechino ha investito per oltre 30 anni nella filiera delle terre rare con una strategia chiara e definita, l’Unione Europea ha trascurato la questione, rendendosi vulnerabile. “Oggi l’Europa dovrebbe elaborare un proprio piano strategico per raggiungere, non una indipendenza, ma almeno un’autonomia strategica, una maggiore resilienza. Detto in altri termini: bisogna tornare all’industria”, conferma il Presidente di Iren. Negli ultimi 25 anni, l’Europa ha scelto di delocalizzare le proprie produzioni strategiche, cedendo la leadership tecnologica e manifatturiera. “Abbiamo seguito un’ideologia estremista della sostenibilità senza considerare la sicurezza energetica e la competitività dei nostri prodotti”, continua il manager. “Adesso è necessario tornare a fare una politica di forte industrializzazione per prepararci ad affrontare un mercato che dipenderà sempre più da quei materiali di cui purtroppo siamo carenti”. Per Luca Dal Fabbro, la responsabilità di questa situazione ricade sui decisori politici, che per troppo tempo hanno mancato di una visione strategica. “Abbiamo alle spalle una storia che ci rende ‘fabbrica del bello e del nuovo’. E abbiamo ancora delle potentissime capacità tecnologiche e delle consuetudini industriali di primissimo livello. L’importante ora è non perderle”. Per affrontare il futuro, sarà necessario investire in settori chiave, tra cui le materie prime strategiche – platino, oro, rame, zinco, neodimio, tantalio, grafite – e rafforzare i legami con l’Africa, che rappresenta una risorsa fondamentale per il nostro approvvigionamento. Uno degli ostacoli principali alla re-industrializzazione è la frammentazione politica dell’Unione Europea. “Prima di arrivare a un vero governo europeo, dovremo affrontare ancora due o tre crisi”, osserva Luca Dal Fabbro, sottolineando come il futuro dell’Europa dipenda dalla sua capacità di riformarsi e di adottare una politica industriale coesa. Nel nostro Paese manca una visione a lungo termine nella politica italiana. “Non abbiamo una visione di futuro, parliamo solo dei problemi del presente. Non si parla di futuro, in Italia. Chi parla del futuro del lavoro, di quale futuro daremo ai nostri giovani tra 20 anni?”, lamenta il Presidente.

Luca Dal Fabbro: “Neutralità strategica per operare in tutti i mercati”

Secondo il manager, l’Italia, essendo un Paese fortemente esportatore, non può permettersi una chiusura dei mercati. La de-globalizzazione e il protezionismo rischiano di compromettere la competitività del Paese, come già avviene in Germania con la crisi del settore automotive. Per questo motivo, è fondamentale mantenere buoni rapporti con tutti: “Dobbiamo avere quella neutralità strategica necessaria per poter operare in tutti i mercati”. Alla domanda su quali siano le azioni prioritarie per i governi europei, Luca Dal Fabbro individua tre punti chiave: una politica industriale comune o almeno coordinata, che rafforzi settori strategici come acciaio, automotive, chimica e farmaceutica; una strategia energetica europea che bilanci sostenibilità ambientale e autonomia strategica nelle materie prime e nell’energia; un forte investimento in formazione e competenze, con politiche del lavoro e della formazione sia a livello nazionale sia internazionale. Sul tema dell’AI, il Presidente ha ribadito che “se in Europa la consideriamo come una minaccia e ci occupiamo solo di regolamentarla, la subiremo, come stiamo subendo oggi sui fronti dell’auto elettrica e delle materie critiche”. L’obiettivo deve essere quello di creare campioni europei in questo settore. Anche nel campo delle valute digitali, l’Europa deve colmare il gap rispetto ad altre economie globali. La creazione di player europei in questo ambito potrebbe favorire una nuova leadership economica e tecnologica. L’elettrificazione crescente della mobilità e di altri settori porterà a un forte aumento della domanda energetica nei prossimi anni. Le rinnovabili avranno un ruolo chiave, ma non saranno sufficienti da sole. Saranno necessarie nuove reti elettriche, batterie avanzate e una fonte di energia capace di stabilizzare la produzione intermittente delle rinnovabili. Sul nucleare, infine, Luca Dal Fabbro rimane aperto a soluzioni innovative, soprattutto nel campo della fusione, settore in cui l’Italia è molto attiva nella ricerca. L’adozione di nuove tecnologie nucleari, se pulite e sicure, potrebbe contribuire alla creazione di una filiera industriale europea e italiana.



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